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“Gheddafi sta bene”. E forse è già in Niger e i ribelli stanno per entrare a Bani Walid

Potrebbe esserci anche Muammar Gheddafi su uno dei 200 mezzi del convoglio entrato nelle scorse ore in Niger dal deserto della Libia. E' l'ipotesi avanzata da fonti militari citate  da al-Arabiya, secondo cui il convoglio sarebbe diretto verso la capitale Niamey. Domenica le autorità nigerine avevano annunciato che alcuni esponenti del regime di Gheddafi avevano attraversato il confine con il Niger.

Tra questi figura anche il capo delle milizie gheddafiane, Mansour Daw, che in precedenza si trovava con i lealisti a Bani Walid, citta' che nella notte ha trattato la resa agli insorti senza combattere. Ieri il giornale arabo 'al-Sharq al-Awsat' aveva
pubblicato la notizia dell'arrivo di Gheddafi in un'oasi che dista pochi chilometri dal confine con il Niger. Diversi testimoni avrebbero visto il colonnello spostarsi dalla zona di Giofra, a sud di Sirte, dove si trova il comando delle truppe che gli sono ancora fedeli, verso il confine con il Niger.

Gheddafi, comunque,  "è in ottime condizioni di salute e sta organizzando la
difesa della Libia", ha affermato il suo stesso portavoce, Moussa Ibrahim, in un'intervista all'emittente siriana 'ar-Rai'. "Combatteremo e resisteremo per la Libia e per tutti gli arabi", ha dichiarato Ibrahim, sottolineando che il regime "ha ancora forza" e che le milizie gheddafiane combatteranno "fino alla morte o alla vittoria". 

"Abbiamo spiegato ai capi tribu' di Bani Walid che non ci saranno vendette in città e che il nostro compito sara' solo quello di garantire la sicurezza". E' quanto
ha affermato Abdullah Kanshil, capo della delegazione dei ribelli libici che ha trattato con i capi tribu' la resa di Bani Walid, in un'intervista telefonica alla tv araba 'al-Jazeera'.

C'è anche la bozza di una lettera scritta da Muammar Gheddafi al presidente degli Stati Uniti Barack Obama fra i tanti documenti trovati nel quartier generale dei servizi di sicurezza interna libici a Tripoli. "E' necessario sostenere la Libia per liberarsi degli uomini armati di al-Qaida prima che tutto il Nord Africa cada nelle mani di Bin Laden", si legge nella lettera, in cui si parla dei ribelli definendoli "insorti", "sabotatori" e "ratti". Un giornalista di Associated Press ha potuto vedere e consultare tutti i documenti, ma non è chiaro se la lettera del colonnello a Obama sia mai stata inviata.