"I nostri nonni ci hanno lasciato una casa, ma i nostri nonni politici ci hanno lasciato il conto al ristorante". Con questa battuta, il sindaco di Firenze, Matteo Renzi spiega cosa intenda con le sue rivendicazioni per le giovani generazioni.
Non si tratta di potere: "se qualcuno degli amici che stanno fuori da qui pensava che la Leopolda fosse l'elenco delle ambizioni di un giovane in cerca di una poltrona", si è sbagliato di grosso.
"Noi reclamiamo il futuro per ciascuno di noi -afferma Renzi al palco del 'Big Bang'- per i nostri figli con un principio base per cui il futuro non può essere quella cosa su cui si scaricano i problemi". Il conto lasciato al ristorante dai nonni politici è invece "debito pubblico, che è la cosa più ingiusta e immorale che un bambino si trovi oggi ad affrontare".
"La mia paura e' che di fronte al fallimento del governo il centrosinistra non sappia rispondere o replichi senza coraggio e solo con slogan e conservazione" ha detto Renzi. "Se si va in pensione - ha continuato il sindaco - si va con il sistema contributivo. Non è un massacro sociale chiedere alle persone di lavorare uno o due anni in piu".
"La parola chiave del centrosinistra e' giustizia sociale, ma non la garantisce un sistema fermo, conservatore. C'e' un egualitarismo che stupra il concetto di uguaglianza" ha aggiunto Renzi, parlando al Big Bang dei rottamatori alla stazione Leopolda.
"Il centrosinistra non puo' dividere i lavoratori dagli imprenditori. Non e' questo il centrosinistra che vogliamo".
"Manteniamo il partito che abbiamo e cambiamo le facce dei politici". Renzi ha sottolineato come "non e' possibile che cambino continuamente i simboli dei partiti, abbiamo finito foreste e fattorie e, restano sempre le stesse facce".
"Sarebbe facile dire che Pierluigi Bersani ha l'eta' di mio padre, anzi quindici giorni in piu', che Vendola, mentre io andavo all'Universita', mandava a casa Prodi, mandando a casa una speranza e tradendo il patto con gli elettori, e dire che Berlusconi ha cinque anni meno di mia nonna. Sarebbe facile stare al calduccio della battaglia generazionale. Non commetteremo questo errore".
"Dalle 20 di stasera ci apriremo alle cento proposte. L'anno scorso, con la rottamazione, ci prendevano per matti. Oggi vogliono rottamare tutti".
"Non c'e' nessuna polemica, qui non si legano le mani a nessuno". Cosi' il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, a chi lo interpella sullo scontro con Matteo Renzi. "Lo scontro non esiste, non e' nel mio stile. Non voglio essere tirato per la giacca in nessuna polemica". "Io voglio bene a tutti". Anche a Renzi? "Proprio a tutti", risponde.
"Oggi leggo sui giornali di uno scontro personale che non esiste, non mi appartiene, non e' nel mio stile e nella mia logica", sottolinea Pierluigi Bersani, facendo riferimento alle polemiche a distanza con Matteo Renzi.
"Io ieri davanti a duemila giovani del sud ho sentito il dovere di dire come intendo il ricambio e il cambiamento in un collettivo: ho parlato con convinzione di un meccanismo. Non voglio essere tirato per la giacca - afferma - in nessuna polemica". "Tutte le idee sono buone, sono amico di tutti. Voglio bene a tutti. Non c'e nessuna polemica, non si legano le mani a nessuno, non si faccia finta che c'e' questa polemica", conclude.
"Tutte le idee sono buone, le vedremo. Ma attenzione a non scambiare per nuove delle idee che sono un usato degli anni ottanta, perche' con certe idee siamo finiti nei guai". Cosi' Pierluigi Bersani, risponde a chi lo interpella sulle proposte di Renzi. Bersani fa poi l'esempio di certe "ricette facili" anche in materia di lavoro.
"Attenzione a non scambiare per nuove idee che sono un usato degli anni ottanta. E' tutto quel che dico ed e' una discussione di merito", sottolinea Pierluigi Bersani, in riferimento alle proposte di Matteo Renzi. "Queste ricette facili, queste idee troppo semplici, ci hanno portato dei guai. Quindi idee nuove vanno benissimo ma non si scambino idee nuove per idee che abbiamo gia' vissuto".