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Borsa di shanghai crolla e chiude a -8,49% e trascina in basso i mercati europei

Le borse asiatiche scendono a picco per i timori sul rallentamento dell'econiomia cinese. La Borsa di Shanghai chiude a -8,49%, dopo essere scesa del 9% e aver praticamente azzerato i guadagni di inzio anno, trascinando in picchiata tutti i listini asiatici. In Cina il listino è precipitato per i mancati interventi di contenimento da parte delle autorità di Pechino. La caduta peraltro è stata frenata dal limite di discesa del 10% previsto dalla borsa di Shanghai.  Tokyo chiude a -4,61%, Seul a -2,47%, Sydney del 4%, Giakarta del 4,3%, Taiwan del 4,8% ai minimi da tre anni. Il governo di Taiwan non esclude la possibilità di creare un fondo per l'acquisto di azioni. Prima della chiusura Hong Kong arretra del 4,95%.

Con le pressioni in rapido aumento sui mercati internazionali, a causa dei timori sulla tenuta della Cina, delle turbolenze sulle valute dei paesi emergenti e delle incertezze che aprono le nuove elezioni in Grecia dopo le dimissioni del premier Tsipras, anche le borse europee aprono in calo. Avvio in rosso per Londra, Francoforte, Parigi. Sprofonda in avvio di seduta la Borsa di Milano con il Ftse Mib che in apertura cede il 3,6%. A Piazza Affari molti titoli sono stati sospesi. Nel Vecchio Continente gli occhi sono puntati sul futuro della Grecia, dove oggi scade il mandato esplorativo dato al leader conservatore Meimarakis: un nulla di fatto potrebbe significare elezioni a fine settembre.

La paura del rallentamento dell'economia cinese e il crollo delle borse asiatiche mandano a picco il prezzo del petrolio, che già attraversava una congiuntura ribassista per gli eccessi di forniture sui mercati. In Asia i future su Light crude Wti e quelli sul Brent scendono ai minimi da sei anni e mezzo, rispettivamente a 39 dollari e 44,24 dollari al barile.