E' partito ieri il confronto ufficiale tra governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali, dalla revisione dei contratti al sistema della cassa integrazione, con una stretta che lascerebbe in campo solo la cig ordinaria e i sussidi di disoccupazione con indennità risarcitorie nei casi di licenziamento. Confronto che si dovrà chiudere entro un mese, "in 3-4 settimane" con "il largo consenso" di sindacati e imprese, dice il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. "Servono buone soluzioni strutturali per il mercato del lavoro.
Spero che si riesca a non ridurre il messaggio solo all'articolo 18", chiede il premier Mario Monti in apertura e, prima di partire per Bruxelles per l'Eurogruppo, rassicura le parti sociali che non si procederà per decreto ma avverte che "i tempi non possono essere lunghi". Al tavolo "non si è parlato nello specifico dell'articolo 18, ma si è parlato di flessibilità in generale, sia in entrata ma anche in uscita", riferisce il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, al termine della riunione.
A Palazzo Chigi con il viceministro Michel Martone e gli altri ministri interessati, a partire dal titolare dello Sviluppo economico, Corrado Passera, Fornero legge a sindacati e imprese riuniti attorno allo stesso tavolo i punti su cui intende ragionare (documento che alla fine del confronto non consegna alle parti spiegando che continuerà a lavorarci su tenendo conto delle diverse posizioni). Sono 5 i capitoli delle linee guida: tipologie contrattuali; formazione e apprendistato; flessibilità; ammortizzatori sociali; servizi all'impiego.
Ma le parti, a cominciare da Cgil, Cisl e Uil fanno muro: "Non sono linee guida su cui si svilupperà il confronto: vuol dire che non sono state condivise", sintetizza il leader della Cgil, Susanna Camusso, dicendo si' al confronto ma sostenendo che "per noi si parte dall'agenda dei tavoli e non da contenuti già predeterminati". Anche il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, dice: "Il governo non proceda a colpi di mano". E chiede soluzioni "concrete e non fantasmagoriche". Non sono accettabili "scelte unilaterali del governo", rimarca Camusso.
Mentre il leader della Uil, Luigi Angeletti, parla di metodo "pericoloso" che può portare al "disastro": il riferimento è all'apertura di tavoli "tematici e informatici" proposti da Fornero sui vari capitoli di discussione. "Così le parti sociali verrebbero trattate come alunni a cui si da' il titolo del tema, fanno il lavoro a casa e poi c'è la professoressa che corregge gli errori...". La definizione delle soluzioni, dicono i sindacati, "deve essere il prodotto di un confronto negoziale vero", di un confronto appena aperto.
Governo, organizzazioni sindacali e imprenditoriali torneranno a vedersi nel giro di una settimana. "Siamo partiti con il piede giusto", commenta al termine della prima riunione il ministro del Lavoro, che a proposito dei sindacati rileva: li "ho trovato dialoganti".
Ma nel merito le posizioni non sono così lineari. "Serve un contratto che evolve con l'età", dice Fornero, come riferito dai presenti al tavolo: un contratto e quindi tutele modellate sul ciclo di vita del lavoratore (con la possibilità, poi, di valutare se e' percorribile il modello del contratto unico) "piuttosto che contratti nazionali specifici che evolvono per ogni età".
Il ministro - viene riferito - parla anche di misure "innovative solo per le nuove assunzioni" e di flessibilità più costosa; e propone di favorire la conversione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato attraverso la graduazione degli sgravi contributivi anche in rapporto alla formazione svolta. Sul tavolo pure l'ipotesi di un reddito minimo e di una sua "applicazione dilazionata", visto il nodo risorse.
Sui contratti, però, i sindacati rilanciano sull'apprendistato e sull'inserimento, che chiedono di incentivare. Ancora più netta la posizione sulla cig e sulla possibilità di un suo uso "limitatissimo" e circoscritto a quella ordinaria nei casi in cui si possa riprendere il lavoro rapidamente: non si può superare la cassa integrazione straordinaria, tutte le parti al tavolo hanno detto che questa cosa non e' fattibile, sintetizza Camusso.
Mentre "sulla flessibilità in uscita" per Marcegaglia - che ribadisce come Confindustria partecipi al tavolo "con grandissima apertura e senso di responsabilità, senza porre alcun veto o tabu"' - "bisogna ragionare in modo ampio, anche attraverso sperimentazioni". "Bisogna creare nuovi posti di lavoro, abbiamo bisogno di più flessibilità", dice il presidente di Rete imprese Italia, Marco Venturi. Sull'articolo 18 "invece di pensare a toglierlo sarebbe necessario pensare a tempi precisi per il reintegro", afferma il segretario generale dell'Ugl Giovanni Centrella.