«Stintino si è candidata a diventare un vero e proprio centro della scienza e della cultura. E il convegno di oggi ben si inserisce all’interno del progetto di collaborazione per la creazione di una rete di valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio storico e archeologico del territorio. Un’iniziativa che ha visto il nostro Comune siglare un importante protocollo di intesa con i Comuni di Porto Torres, Sorso, Castelsardo, parchi dell’Asinara e di Porto Conte, Università di Sassari, Soprintendenza e Conservatoria della coste».
Così questa mattina il sindaco di Stintino, Antonio Diana, ha introdotto i lavori del convegno internazionale “Mummies, bones and ancient pathogens”, organizzato dall’Università di Sassari nella sala consiliare del Comune costiero.
L’incontro vede riuniti assieme ricercatori dalle università d’Europa, dalla Cina, dall’Arabia Saudita e dal Canada che si confronteranno sui numerosi studi condotti su semi antichi, mummie, ossa e antichi agenti patogeni. Studi che hanno permesso appunto di sequenziale il Dna di antichi semi di cardo, pianta che viene utilizzata adesso, come in passato a scopi medicinali.
La due giorni, oggi 7 e domani 8 settembre, che si svolgerà a Stintino, nella sala consiliare del palazzo comunale di via Torre Falcone, consentirà di tracciare quindi anche la storia dell’uomo attraverso lo studio delle ossa umane. A partire dalla mummia di Ötzi, l’uomo di ghiaccio ritrovato sulla montagna del Similaun nelle Alpi Venoste, all’uomo di Neanderthal e di Denisova sino ad arrivare alle mummie di Castelsardo.
L’appuntamento rappresenta quindi l’opportunità per far conoscere alcuni tra i più importanti studi realizzati proprio nell’area del Nord-Ovest Sardegna. Ricerche che vedono lavorare assieme equipe multidisciplinari composte da storici, archeologi, esperti di Dna antico, paleopatologi e biotecnologi.
Sono attesi inoltre alcuni risultati, in particolare appunto dagli studi sugli scheletri e sulle mummie rinvenute a Castelsardo. «E’ stato confermato infatti – ha anticipato Salvatore Rubino docente del dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Sassari e organizzatore dell’evento assieme ad altri docenti dell’Ateneo sassarese – che alcuni individui, a cui appartengono le ossa ritrovate nella cattedrale di Sant’Antonio, sono morti da Yersinia pestis e da malaria».
Gli interventi degli studiosi sassaresi sugli studi sui semi di cardo antico ritrovati a Sant’Imbenia e sulle ossa e mummie di Castelsardo sono attesi per domani, nella prima parte della mattina (9,30-11).
Partecipano ai lavori anche gli studenti di due dottorati di ricerca, in Bioteconologia e Storia e cultura del Mediterraneo, che lavoreranno gomito a gomito con esperti di Dna antico. L’obiettivo è quello di creare la nuova figura professionale di bioarcheologo attraverso la realizzazione di un master in Bioarcheologia. «Una nuova figura – ha spiegato Salvatore Rubino – che conosce l’archeologia e che entra dentro un contesto archeologico quasi come se fosse un poliziotto della Scientifica. Pronto a prendere il Dna senza inquinare le “prove”, in maniera tale che i risultati che si ottengono dimostrino quello che è avvenuto nel passato».
Il convegno quindi ha preso il via dopo i saluti di rito del sindaco di Stintino, Antonio Diana, di don Francesco Tamponi responsabile regionale per i beni culturali ecclesiastici, di Daniela Rovina della Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro e di Laura Manca prorettore dell’Università di Sassari.
Gli interventi di oggi e di domani sono moderati da Piero Cappuccinelli, accademico dei Lincei, Giovanni Fadda past president della Società italiana di Microbiologia, Mohammed Al Ahdal direttore del dipartimento di Infection and Immunity del centro di ricerca dell’ospedale King Faisal di Riad in Arabia Saudita, da David Kelvin visiting professor dell’Università di Sassari e dell’University Health Network di Toronto in Canada e direttore del centro di ricerca di Shantou in Cina, Nikki Kelvin della rivista internazionale Journal of Infection in Developing Countries, che celebra a Stintino, con il convegno e una riunione editoriale, i cinque anni di attività.