"Quelle cose non le ho mai dette". O meglio "non mi ricordo di aver detto cose di quel genere" e comunque " se l'ho fatto, era solo lo sfogo di un momento di
rabbia, uno dei tanti da quando è cominciato tutto questo". Nicole Minetti tenta di
ridimensionare la portata delle frasi contro Silvio Berlusconi agli atti della Camera e del fascicolo processuale su Ruby, frutto di intercettazioni telefoniche delle sue utenze disposte dalla magistratura milanese.
"Di cose ne ho dette tante: chi non l’avrebbe fatto al posto mio in una situazione come questa". In ogni caso, aggiunge Minetti "non le ho mai pensate: ci mancherebbe altro...".
"Fra queste cose e ciò che è accaduto - dice Minettti in una intervista al Corriere della Sera- ci deve essere un riscontro oggettivo e non credo ci possa esssere". Ad ogni buon conto, "chiunque mi conosce sa come sono fatta: io non ci sto a fare la figura della maitresse da quattro soldi". Di contro, "sono un consigliere regionale del Pdl e il mio punto di riferimento si chiama Silvio Berlusconi. Per me 'papi' è solo mio padre. Io voglio continuare a fare politica e avere dei figli: non so se dopo tutto questo.... E' dura, è straziante".
"Altre trecento pagine di intercettazioni, alcune fresche di giornata, sul caso
Ruby-Berlusconi sono arrivate ieri alla Camera. Il contenuto - scrive Alessandro Sallusti su Il Giornale - non aggiunge nulla a quanto già si sapeva. Siamo quindi a quota settecento pagine, e chissà quante ne arriveranno ancora. Un volume di carte superiore a quello che compone i faldoni di inchieste sui traffici internazionali di droga o su operazioni di antiterrorismo. Soldi pubblici spesi per sapere opinioni, pettegolezzi e vizi di cinque ragazze che frequentavano la casa del premier. Ancora una volta la consegna del pacco a tv e giornali avviene con sospetto tempismo. La Procura di Milano ha regolato il timer perché l'esplosione distraesse gli italiani dal fatto che, respingendo con ampio margine la sfiducia al ministro Bondi,
la maggioranza è solida e il governo saldamente in sella".
In ogni caso, scrive Marco Galluzzo sul Corriere della Sera anche i fedelissimi del premier "ammettono che è sotto un treno, che la lettura dei nuovi atti lo ha prostrato non poco, perché la convinzione che sia 'tutto uno scandalo, solo fango per sputtanarmi' , così come quella che 'tutto passa' , non serve ad alleviare lo sgomento per le cose che stanno emergendo, in primo luogo per il modo con cui i suoi ospiti, le ragazze, a cominciare dalla Minetti, parlano di lui quando da lui sono lontani".
"Lo sciame investigativo che sempre segue la discovery di un'inchiesta - scrive Giuseppe D'Avanzo su La Repubblica - demolisce alla lettera il fondale di cartapesta che Silvio Berlusconi ha fabbricato, in fretta e molto confusamente, per salvarsi dall'accusa di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. La lettura delle 227 pagine di 'integrazioni' istruttorie inviate dalla procura di Milano alla Camera per ottenere la perquisizione di Giuseppe Spinelli (il 'ragioniere' retribuisce le falene che allietano le notti al Sultano) sono un'arma decisiva nelle mani dell'accusa. Pagine definitive per comprendere le condotte del Cavaliere; funeste per le menzogne che ha cucinato per gli italiani.
L’ ‘integrazione' conferma alcune questioni decisive: Salta fuori un'altra minorenne (la terza, dopo Noemi e Ruby) che frequenta abitualmente la corte del Drago. E' una prostituta brasiliana; Ci sono due nuove testimonianze che ricordano che cosa accade a Villa San Martino quando la cena è finita e le ospiti - tutte giovani e giovanissime donne - raggiungono nel sotterraneo la 'sala del bunga bunga' (le parole sono del premier); Tutte le falene che si esibiscono per lui o che gli tengono compagnia la notte sono retribuite.
(4) Ruby annota con cura il prezzo del suo silenzio, il denaro che già ha intascato dal capo del governo e accantonato, quel che gli consegna - e sono 4 milioni - il 'ragioniere' del Cavaliere; Il giorno successivo allo scoppio dello scandalo (15 gennaio) Berlusconi convoca tutte le ragazze del 'bunga bunga' ad Arcore per depurare, con la collaborazione dei suoi avvocati, dai loro ricordi e parole i fatti piu' scomodi e sensibili".
"Ce n'è un'altra di minorenne (come anticipato dal Secolo XIX) - scrive Repubblica - Il suo nome è nelle carte. E' Iris Berardi, origini brasiliane, residenza a Forlì. Iris inizia quindicenne a frequentare le passerelle. A 17 anni si trasferisce a Milano in cerca di fortuna ed entra nel giro delle hostess per le Fiere. Presto diventerà una prostituta. Compie i diciotto anni il 28 dicembre 2009. Lo screening dei suoi tabulati telefonici la segnala una trentina di volte ad Arcore nel 2010. In quell'anno è, da gennaio, già maggiorenne. Due contatti segnalano, la prostituta brasiliana, nelle ville del presidente anche prima del suo compleanno. Per dire, il 21 novembre del 2009 a Villa Certosa (Berlusconi è in Arabia Saudita, pare) e il 13 dicembre 2010 è ad Arcore. Quella sera viene colpito al volto da quel matto di Massimo Tartaglia. Iris dorme in Villa, quella tragica notte".
Insomma, conclude D'Avanzo su La Repubblica, "ora non si possono più chiudere gli occhi dinanzi a quel vediamo: una dissennata vita privata ha consegnato Silvio Berlusconi a gravissime responsabilità penali, di cui risponderà a breve in un problematico giudizio immediato, ma soprattutto al ricatto plurimo di decine di giovani donne. Berlusconi è in una via senza uscita".