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Capo Cnt Jalil: con Italia pronti a lotta a clandestini ma dovete aiutarci a proteggere le frontiere

Combattimenti sono in corso ad Ajdabiya (città chiave a est della Libia) tra le forze leali al leader libico Muammar Gheddafi e gli insorti. Lo annunciano fonti dei ribelli mentre testimoni affermano che sono udibili sparatorie e colpi di artiglieria nella parte orientale della città, con colonne di fumo che si levano dalla zona. 

Le stesse fonti sostengono che le forze di Gheddafi sono avanzate e si stanno spingendo verso il centro della città, considerata la porta di ingresso alla parte orientale della Libia roccaforte degli insorti. "C'è resistenza in città. Le forze di Gheddafi stanno combattendo con i ribelli, hanno una presenza all'interno" ha detto uno degli insorti ad un posto di controllo alla periferia est di Ajdabiya. 

Il vice ministro libico degli Affari Esteri, Khaled Kaaim, ha affermato che due elicotteri dei ribelli che avevano violato la 'no fly zone' sono stati abbattuti dalle forze fedeli a Gheddafi nella zona di Brega, nell'est della Libia. 

Kaaim ha criticato le forze della Nato incaricate di applicare la risoluzione 1973 che impone la 'no fly zone' sulla Libia. "La Nato - ha detto Kaaim - ha permesso ai ribelli di violare la risoluzione e di utilizzare elicotteri da combattimento".

"Con l'Italia e con il resto del mondo ci impegniamo a combattere l'immigrazione clandestina, un'emergenza che vede il vostro Paese in prima linea. Ma vorremmo anche che l'Italia ci desse una mano nell'affrontare tutto questo, aiutandoci a proteggere le nostre frontiere". Lo ha detto Mustafa Abdel Jalil, capo del Consiglio nazionale transitorio libico di Bengasi, in un'intervista al Gr Rai.

"In questa fase drammatica siamo riconoscenti al governo italiano per quello che ha fatto e sta facendo per noi. Il popolo libico non dimenticherà il vostro impegno per difendere i civili diventati bersaglio dell'esercito di Gheddafi" ha detto Jalil, a due giorni dalla sua visita a Roma dove incontrerà il capo dello Stato Giorgio Napolitano, il premier Silvio Berlusconi e il ministro degli Esteri Franco Frattini. 

"Voglio ricordare che il primo contatto che abbiamo stabilito con un Paese straniero è stato proprio con l'Italia, con il vostro ministro degli Esteri. E questo non lo dimenticherò. Il mio desiderio - ha concluso il capo del Cnt - è che le relazioni con l'Italia diventino sempre più solide".