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Insediata ieri la nuova presidente del Brasile.

Ieri si è insediata la nuova presidente del Brasile e subito dopo l’inesistente ed etereo ministro degli esteri italiano, Franco Frattini, ha scritto al neopresidente Dilma Rousseff una lettera in cui ha espresso l'auspicio che possa rivedere la decisione assunta ieri dal suo predecessore Lula, che non ha concesso l'estradizione in Italia dell'ex terrorista rosso Cesare Battisti. Secondo quanto si apprende da fonti diplomatiche la missiva è stata consegnata a Luis Nogueira, attuale segretario generale del ministero degli Esteri brasiliano.

Nella lettera viene confermata la determinazione del governo italiano a perlustrare tutte le possibili vie legali per arrivare all'estradizione in Italia di Cesare Battisti. La lettera è stata consegnato nel giorno dell'insediamento di Roussef, cerimonia cui ha partecipato anche l'ambasciatore italiano in Brasile, Gherardo La Francesca, che rientrerà domani a Roma, dove è stato richiamato dal ministro per consultazioni.

 Addio a Lula, alla presidenza del Brasile arriva Dilma Rousseff. L'insediamento dell'economista ed ex guerrigliera è avvenuto in Parlamento, a Brasilia. "Dichiaro Dilma Rousseff presidente del Brasile", ha detto il presidente del Senato, Josè Sarney. Rousseff, 63 anni, è il primo capo di Stato donna del Paese sudamericano. Alla cerimonia erano presenti i rappresentanti di una trentina di Paesi, tra i quali il segretario di Stato Usa Hillary Clinton e il presidente venezuelano Hugo Chavez.

Nel corso del suo primo discorso da presidente, Rousseff ha elogiato Lula, "un grande uomo", e si è impegnata a proseguire il suo lavoro nello "sradicare la poverta'" e nel produrre prosperità economica. "Possiamo diventare un Paese più sviluppato e più equo", ha promesso la neo-presidente che ha messo l'accento su progetti di riforma fiscale, di protezione dell'ambiente, di miglioramento dei servizi sanitari e di sviluppo regionale. In particolare, Rousseff ha promesso di combattere la "speculazione" straniera che può turbare la crescita economica del Brasile.

L'ex capo di gabinetto di Lula prende le redini di un Paese con un'economia in crescita del 7,6% nel 2010 e che si prepara a ospitare due eventi di straordinaria importanza: il campionato del mondo di calcio del 2014 e le Olimpiadi del 2016.

Sul tavolo della neo-presidente brasiliana ci sarà anche il caso di Cesare Battisti, dopo la controversa decisione di Lula di negare l'estradizione in Italia dell'ex terrorista rosso. 

 Dilma Vana Rousseff, 62 anni, è il primo presidente donna del Brasile, traguardo raggiunto dopo la militanza nel Partito dei Lavoratori (Pt) sempre al fianco del suo mentore e predecessore, Luiz Inacio Lula da Silva. Le sue scelte giovanili le fecero sposare la causa della guerriglia e della resistenza contro la dittatura militare brasiliana (1964-1985) in organizzazioni come il COLINA (Comando de Libertacao Nacional) e la VAR Palmares (Vanguarda Armada Revolucioniaria).

Trascorse quasi tre anni in prigione tra il 1970 e il 1972 dove venne torturata per 22 giorni. Ricostruì la sua vita a Rio Grande del Sud, dove, insieme a Carlos Araujo, suo compagno per più di trent'anni, contribuì alla fondazione del Partido Democratico Trabalhista (PDT) per sbarcare nelle file del Partido dos Trabalhadores (PT) nel 2001. Lula la nominò nel 2005 - dopo un brutto scandalo - ministro della Casa Civil, una sorta di sottosegretario alla presidenza del consiglio, per fare pulizia nel governo. Nata in una famiglia di classe medio-alta e educata in modo tradizionale, il padre era un avvocato e imprenditore di origine bulgara, Pedro Rousseff.

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