Il punto essenziale è la condanna che l'imam ha fatto dell'attentato, invitando al dialogo e alla pacifica convivenza di cristiani e musulmani in Egitto. Per quanto riguarda, invece, l'accusa di ingerenza relativa alla condanna dell'attentato contro la chiesa copta ad Alessandria d'Egitto che il Papa ha fatto oggi all'Angelus, bisogna vedere che cosa ha inteso dire e che tipo di informazioni egli ha avuto".
Lo ha detto al Gr Rai il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, a proposito dell'accusa di ingerenza rivolta dall'imam di Al Azhar al Papa. Padre Lombardi sottolinea che "il Papa, sia nel suo messaggio per la Giornata mondiale della pace - dove ha fondato il diritto alla liberta' religiosa sulla dignità di ogni persona umana e quindi senza discriminazioni per l'una o l'altra religione - sia nel post-Angelus di oggi, ha parlato naturalmente della solidarieta' per la comunità copta cosi' duramente colpita, ma poi ha manifestato preoccupazione e interesse anche per le conseguenze delle violenze su tutta la popolazione, sia cristiana che musulmana.
Quindi, non si vede come questo atto di partecipazione del Papa, cosi' desideroso di ispirare non violenza in tutti, possa essere considerato una ingerenza". "Credo che ci siano stati dei malintesi nella comunicazione, ma non credo proprio che ci sia da insistere su queste dichiarazioni dell'imam", ha aggiunto padre Lombardi.
"Il Papa, come ogni persona ragionevole, è contro la violenza insensata e omicida nei confronti di qualunque persona. Adesso ci siamo riferiti a un attacco contro una chiesa cristiana e quindi ci si preoccupa delle minoranze cristiane che sono sottoposte a violenza - e questo e' del tutto lecito - ma questo non vuol dire che si intenda giustificare o minimizzare la violenza nei confronti dei fedeli di altre religioni", ha concluso padre Lombardi.