Un aumento della resistenza agli antibiotici che, a causa di una certa tendenza all'abuso, cresce tanto da indebolire l’azione di questi farmaci: trend negativo a livello nazionale e mondiale, rispetto al quale la provincia di Nuoro non fa eccezione. A lanciare quello che insieme è un allarme e una riflessione, è Piero Mesina direttore dell'Unità operativa Malattie infettive del San Francesco: «La causa principale risiede nell’uso eccessivo e talvolta improprio di questi farmaci. – osserva il responsabile – La resistenza a un antimicrobico alla fine ne determina una perdita di efficacia. Negli ospedali san Francesco, Zonchello e San Camillo di Sorgono nei primi 10 mesi del 2010 la spesa per gli antibiotici è stata di 1 milione e 790 mila euro. Nel territorio di 10 mila euro ogni 1000 abitanti in un anno; se si considera che il dato nazionale è di 9.400 euro e quello sardo di 9.300 euro, ne risulta nel nostro territorio la spesa media è superiore sia a quella nazionale, sia a quella sarda».
L’uso ragionato costituisce per un medico prima di tutto un obbligo morale. – continua Mesina – In un paziente critico con malattia sostenuta da batteri resistenti al farmaco usato, nella migliore delle ipotesi si verifica un ritardo della risoluzione del quadro clinico con un aggravio di sofferenza del malato e uno sperpero di soldi pubblici». Ma la Asl di Nuoro sta già correndo ai ripari creando i presupposti per una diagnostica infettivologica d'eccellenza: «La nostra Azienda ha provveduto all’acquisto e all'installazione presso il laboratorio Analisi del San Francesco di uno strumento di diagnostica microbiologica integrata che favorirà l'utilizzo intelligente degli antibiotici. – fa sapere dottor Mesina – A breve si potranno comunicare in tempo reale direttamente negli studi dei medici gli allarmi per tipologie di batteri. I primi rilevamenti del Servizio farmacologico aziendale, ci dicono che per un verso il Nuorese è ancora un’isola felice, con una percentuale di Stafilococchi meticillino-resistenti del 16 per cento contro il 4 per cento circa del dato nazionale. Si registra però una tendenza alla progressione, se si calcola che un anno fa tale percentuale era del 12 per cento». Red-com