I lavori sono proseguiti con l’esame dell’emendamento n. 87, uguale al n.278, soppressivo parziale del comma 5.
Gianvalerio Sanna (PD) ha sostenuto che con questo comma. si tolgono, ad esempio, 5 milioni di euro per interventi di bonifica negli stagni dell’oristanese, oltre a tagli ad altri strumenti utili, quando invece si spendono cifre folli per altre misure poco necessarie, magari penalizzando alcuni territori a vantaggio di altri.
Per Luciano Uras (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori) si prevedono riconoscimenti di natura contrattuale dopo il pensionamento di alcune categorie iper-protette. Una misura che fa il paio con i tagli di 15 milioni nel sistema dell’istruzione. Dobbiamo discuterne insieme, senza polemiche di parte, stabilendo una gerarchia delle priorità e dei valori comuni, per un utilizzo più congruo delle risorse rispetto all’interesse generale.
Francesca Barracciu (PD) ha annunciato il voto favorevole all’emendamento, con un intendimento preciso: sventare la presa in giro di questa Finanziaria, e aiutare il Presidente della Giunta ad essere coerente con quanto dice. In conferenza stampa dice che vuole migliorare le opportunità per superare la crisi della Sardegna, ma non riesce a immaginare strumenti concreti. Si ferma all’immaginazione, senza produrre atti, ha concluso
Luigi Lotto (PD) ha ripreso il ragionamento di Sanna, che ricordava le tabelle dell’art.5, illustrando le cifre per aumenti o diminuzioni di spesa per l’anno in corso.
Da uno sguardo alla pagina relativa alla pubblica istruzione, su 15 voci almeno 12 sono in diminuzione, alcune in maniera consistente. Sulla questione delle entrate la risposta è positiva, ma sulle altre delibere sui commissariamenti serve una discussione attenta.
Tarcisio Agus (PD) ha espresso il proprio voto favorevole all’emendamento. Nella tabella, ha affermato, vi sono troppe voci in diminuzione, viste come un sacrificio per far quadrare conti. Servono risorse importanti per le bonifiche ambientali, ma sembra che abbiamo rinunciato a chiederle.
Pierluigi Caria (PD) ha parlato della tabella B, alla voce sanità. E difficile da condividere la diminuzione del programma sperimentale tornare a casa. Peccato, era una grande conquista”, ha sostenuto
Gavino Manca (PD), dopo aver annunciato il voto favorevole all’emendamento, ha segnalato alcune incongruenze della tabella B, relativamente all’aiuto ai consorzi agricoli, al fine di intervenire con misure efficaci sugli sconti per il costo dell’energia.
È poi intervenuto Mario Bruno (PD), per il quale sarebbe utile avviare un confronto, anche in aula, per capire dagli esponenti della maggioranza “cosa pensino dell’art.1, oppure se qualcuno impone loro di stare sotto silenzio. Questa Finanziaria non è affatto una riforma. Se questa è la prima riforma del centrodestra, tanti auguri alla Sardegna.
Antonio Solinas (PD), esprimendo il voto favorevole, ha voluto segnalare alcune disfunzioni nei capitoli delle tabelle. Soprattutto sull’istruzione, sull’edilizia scolastica, sul fitto casa per gli studenti. Sarebbe bene che anche i colleghi maggioranza si esprimessero.
Messo in votazione, l’emendamento 87 non è stato approvato, con 22 si, 36 no e 3 astensioni.
La Presidente Lombardo ha quindi aperto la discussione sull’emendamento n.104, uguale al n.277, per cui il relatore e la Giuntasi erano rimessi all’aula. Luciano Uras ne ha però annunciato il ritiro.
È iniziata poi la discussione sull’emendamento n.112, soppressivo parziale del comma 7, sul fondo unico agli enti locali.
Il primo ad intervenire è Gianvalerio Sanna (PD). “Il Presidente Cappellacci ci scrive la Sardegna per te, tu per la Sardegna, all’insegna del protagonismo dei territori e degli enti locali. E per questo tagliamo i fondi agli enti locali. Questo comma 7 è un abuso, perciò ne proponiamo la soppressione. Noi proponiamo che il fondo unico degli enti locali non abbia una cifra fissa indicata in Finanziaria, ma venga vista come compartecipazione percentuale alle entrate, con un automatismo, all’insegna del principio dell’equi-ordinazione. Oggi meno del 10% del bilancio regionale va agli enti locali. Una sproporzione esagerata, secondo Sanna.
Francesca Barracciu sottoscrive le dichiarazioni del collega Sanna, sottolineando la gravità della riduzione degli stanziamenti. “In un periodo così difficile per i sindaci a causa dei tagli del governo Berlusconi, anche la Regione impone nuovi tagli, proprio agli enti cuscinetto verso il cittadino. Una colpa molto grave di questa maggioranza. Serve responsabilità.
Mario Bruno (PD) è poi intervenuto per ritirare l’emendamento, visto che l’argomento verrà ripreso in altri emendamenti successivi.
Si è così passati all’emendamento n.100, uguale al n.276, soppressivo parziale del comma 7.
Per Gianvalerio Sanna (PD) l’impostazione del fondo unico così come previsto non è un finanziamento, ma un taglio. “Invece di dare risposte a parole, sarebbe necessario produrre fatti. Il sistema degli enti locali sarà l’unico capace di tirar fuori la Sardegna dalla stagnazione.
Tarcisio Agus (PD) ha espresso il proprio voto favorevole, ricordando che è necessaria e doverosa una maggiore attenzione sui Comuni, il cui ruolo è delicato e importante. Un’ulteriore decurtazione di risorse penalizza la capacità di dare risposte da parte dei Comuni. Chi ha fatto il sindaco sa cosa vuole dire.
Antonio Solinas (PD) ha citato la scelta intelligente della passata legislatura, nella creazione del fondo unico degli enti locali. Li ha messi fuori dall’incertezza, come accadeva in passato. Ogni amministratore locale è stato così posto in condizione di decidere come spendere i propri fondi. Un anno fa i sindaci occuparono quest’aula, per richiedere il rispetto del principio dell’art.8 anche per gli enti locali. Quindi va abolito il comma 7.
Pietro Cocco (PD) ha affermato di voler “sostenere questo emendamento, perché ho a cuore il problema dei tagli agli enti locali, tagli superiori al 3%, se sommati a quelli dello Stato. I Comuni si ritrovano stretti in una morsa feroce tra Governo e Regione, oltre al patto di stabilità. La Regione deve essere a disposizione degli enti locali e deve dare tutte le risorse che sono necessarie, ha concluso.
Pierluigi Caria (PD) ha affermato che “è evidente che se le assegnazioni sono uguali all’anno precedente, i costi sono aumentati e quindi o ci sarà un taglio dei servizi, o un aumento di tasse o tariffe. È assurdo che non si trovi una soluzione.
Per Franco Cuccureddu (Gruppo Misto) la norma prevede il passaggio da forme obbligatorie a forme volontarie, per l’aggregazione degli enti locali. Altrimenti avremmo speso soldi per un nuovo livello istituzionale. Insomma avremmo pagato per presidenti e commissari.
Luigi Lotto (PD) ha ripreso il ragionamento della mattina: fu una grande scelta il fondo unico, una scelta politica impegnativa. Questo mi spinge ad essere favorevole all’emendamento”.
L’on. Gavino Manca (PD) ha invece ringraziato Cuccureddu, prima ed unica voce della maggioranza. “Credo che nemmeno nella scorsa legislatura, nelle discussioni infinite sul PPR, la maggioranza fosse rimasta in assoluto silenzio. Non c’è nessuna volontà di capire, né di lavorare insieme. Sul tema delle risorse agli enti locali sarebbe invece necessario aprire un dialogo.
Per Giampaolo Diana (PD) gli enti locali rappresentano la struttura portante dell’articolazione democratica sul territorio. Noi stimiamo un taglio agli enti locali intorno al 4%. Ciò significa mortificare e umiliare la parte più debole del sistema. Assistiamo agli attestati di solidarietà ai sindaci vittime di attentati, ma senza fondi si rischia di veder crescere ancora di più questi episodi, perché cresce il disagio sociale.
Secondo Francesca Barracciu (PD) il comma 7 rappresenta tagli indiscriminati, che ricadranno sui cittadini e sulle famiglie. “Chiediamo che il fondo unico venga adeguato alle entrate tributarie regionali. Noi siamo vicini agli enti locali, la nostra volontà politica è chiara. Vi sono poi tagli preoccupanti anche ad altri capitoli riservati agli enti locali, quale il fondo per la montagna, i fondi per le aggregazioni di comuni. Si tratta non di tagliare, ma di investire”, ha concluso.
Messo in votazione, l’emendamento n.100 non è stato approvato, con 23 voti a favore, 33 contrari e 3 astenuti.
Si è quindi passati all’emendamento n.82, uguale al n.275
Gianvalerio Sanna (PD) ha spiegato che l’emendamento prevede l’abrogazione del comma 8, che rappresenta una sorta di polmone di respiro per le opere pubbliche.
Una norma che prevede due distorsioni: chiama in modo diverso il finanziamento alle opere pubbliche per gli enti locali, ma è riservato ai comuni con più di 5000 abitanti. Così uccidiamo i piccoli. E’ chiaro che il fondo unico avvantaggiava i piccoli comuni, ma aveva un senso. Per noi quel limite deve essere eliminato.
Mario Bruno (PD) ha espresso voto favorevole ed ha salutato il voto favorevole del FLI al precedente emendamento sugli enti locali. Enti locali, ha detto, che poi rendono conto direttamente del proprio operato ai cittadini”.
Per Antonio Solinas (PD è già stato detto tutto. Il comma 8 sconfessa il principio ispiratore del fondo unico. Invito a riscrivere questo comma, o trasferendo questi 20 milioni nel fondo unico, oppure togliendo il limite dei 5000 abitanti, destinando i fondi alle unioni dei comuni.
Secondo Francesca Barracciu anche questo comma è un palliativo rispetto alle esigenze degli enti locali.
Giuseppe Cuccu (PD) ha affermato che nel comma 8 c’è la vera filosofia di questa Giunta, che non si fida dell’autonomia dei sindaci. Inoltre rappresenta uno scandalo l’istituzione di comuni di serie A e serie B. Gli interessi delle città schiacciano quelli delle piccole realtà, e questo è ormai un orientamento palese della Giunta.
Tarcisio Agus (PD) ha parlato di penalizzazione degli enti più fragili. I lavori pubblici sono stati fondamentali nelle piccole realtà, che hanno assunto un aspetto più interessante. Così, invece, si svuotano”.
L’on. Luigi Lotto (PD), associandosi ai colleghi, ha sottolineato l’importanza in negativo di questo comma 8. “La scelta di tagliare fuori i piccoli comuni da questa opportunità, crea sfiducia nelle popolazioni, intervenendo anche nel meccanismo di interruzione dello spopolamento delle zone interne. Non capisco la logica”.
È poi intervenuto Luciano Uras (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori). Sul comma 8 mi sono espresso anche in Commissione”, ha affermato, “facendo una riflessione. Noi in questi anni abbiamo lavorato al fondo destinato a tutti i comuni, con una correzione a favore dei piccoli, consapevoli del processo di polarizzazione delle attività economiche e delle residenze, con un inurbamento selvaggio, che toglieva identità alle città e al territorio.
Renato Lai (PDL) ha annunciato il voto sfavorevole all’emendamento. Un comma che semmai integra, è un fondo aggiuntivo. Voglio però precisare, sollecitato dai colleghi, la tematica delle nuove province sarde. La posizione dei colleghi della Gallura è nota, anche se siamo riluttanti davanti a definizione di peones del territorio. Ma molti anche della vostra coalizione si sono espressi per l’abolizione delle nuove province. Non è un meccanismo vuoto e inefficace, ma le Province hanno un ruolo di raccordo e sussidiario.
Pietro Cocco (PD) ha sostenuto l’emendamento per la soppressione del comma 8. Io sono sindaco di un Comune sopra i 5000 abitanti. Ma questa scelta non trova un punto equilibrio, per la solidarietà che ci deve essere verso le realtà più deboli. Una norma che aiuta solo i grandi Comuni, le città capoluogo.
Anche Daniele Secondo Cocco (IDV) si è espresso per la soppressione del comma 8. Nello Cappai (UDC), a titolo personale, rileggendo con più attenzione il comma 8, ha annunciato che si troverebbe veramente in difficoltà a votare a favore. Ho sempre detto che bisognava analizzare con molta attenzione il tema. I Comuni costieri incassano l’ICI, quelli interni no, ad esempio. Ecco perché voterò a favore di questo emendamento.
È intervenuto, quindi, Franco Cuccureddu (Gruppo Misto): sembra che ci dimentichiamo le discussioni fatte in Commissione. Questa norma serve solo a temperare gli effetti del Patto di stabilità, e serve solo per i comuni ad esso sottoposti, ovvero quelli con più di 5000 abitanti. Questa è la sola e unica finalità. Altrimenti quei Comuni non potranno spendere quei soldi”. Per Chicco Porcu (PD) gli ultimi due interventi dei colleghi della maggioranza, con opinioni diverse, dimostrano lo stato della maggioranza e la qualità della Finanziaria. Ciò che ha dichiarato. Cuccureddu vale anche per il fondo unico, quindi non cambia nulla. Per questo annuncio il voto a favore ed auspico una riflessione nella maggioranza. Messo in votazione, l’emendamento n.82 non è stato approvato, con 23 si, 34 no e 2 astensioni. Sull’emendamento 106 (uguale al 274) che propone la soppressione del comma 9 dell’articolo 1 sono intervenuti gli on. G.V. Sanna (Pd) e Sabatini (PD). L’emendamento 96 è stato bocciato. Respinto anche l’emendamento 81 (presenti 40, votanti 36, sì 2, no 34 4 astenuti), su cui è intervenuto G.V. Sanna (Pd).. Bocciato anche l’emendamento 84 che intende sopprimere il comma 14. Sull’emendamento sono intervenuti gli on. li G.V.Sanna (Pd), Maninchedda (psd’az), Uras (Comunisti – La sinistra sarda Rossomori), Bruno (Pd), l’assessore La Spisa, Cuccu (Pd). I lavori sono stati sospesi fino alle 21. Alla ripresa è stato votato l’emendamento n. 20 ed è stato approvato. Questo emendamento (Vargiu e più) ha soppresso il comma 15 dell’articolo1. Subito dopo la votazione è stata chiesta la verifica del numero legale. Mancando il quorum i lavori sono stati sospesi per 30 minuti.
I lavori proseguono. Red