Speriamo non cada nel vuoto l'appello fatto oggi dal presidente dei vescovi italiani, cardinale Angelo Bagnasco: "La comunità internazionale faccia sentire una voce forte e una parola chiara perché il diritto alla libertà religiosa sia osservato ovunque senza eccezioni". Il riferimento come è facile intuire, va alla strage compiuta nella Chiesa dei Santi di Alessandria d'Egitto nella notte di San Silvestro che ha portato alla morte di 23 fedeli e al ferimento di tanti altri.
L'attentato rivendicato da terroristi di matrice islamica, oltre che portare morte e disperazione fra i Cristiani Copti d'Egitto, ha acuito il clima di intolleranza e di difficile convivenza tra le due confessioni religiose: l'Islam e il Cristianesimo. In Egitto, infatti, i Cristiani rappresentano il 10% della popolazione, e qualcuno, forse non a torto, li considera i veri discendenti degli antichi Egizi. Questi, si convertirono al Cristianesimo già dal I secolo seguendo il Vangelo di San Marco. In quel tempo a Roma regnava Nerone.
Il termine Copto deriva dalla parola greca "aigyptios" (egizio), trasformata dapprima in "gipt" e poi in "qibt". Quindi cristiano copto significa cristiano egiziano e prima dell'invasione dell'Islam tutti gli egiziani professavano la religione cristiana. Le differenza cristologica, con quella professata a Costantinopoli e quindi, in quel periodo dal Papa di Roma, derivavano da una diversa visione della persona del Cristo. I Copti vennero detti miafisisti, cioè credevano in un'unica natura del Verbo incarnato. La lingua utilizzata dai Copti deriva dall'egiziano antico pur essendo scritta in un alfabeto simile a quello greco. Nel corso dei secoli i Copti non sono rimasti isolati dal resto della cristianità tanto è vero che una parte di essi, in Egitto, circa 800.000 persone, pur rimanendo fedeli ai loro rituali, hanno riconosciuto come capo il Papa di Roma. Questo a dimostrazione dell'estrema libertà che all'interno di questa comunità cristiana è sempre regnata. Inoltre dopo il concilio Vaticano secondo la Chiesa cattolica di Roma e quella copta d'Egitto hanno iniziato un cammino ecumenico insieme che li ha portati nel 1988 a risolvere la disputa cristologica e a firmare un documento che stabiliva la medesima visione sulla persona del Cristo.
I Cristiani Copti, come tutti gli altri, sono perseguitati per vari motivi: parlando di dignità, di uguaglianza, di libertà, di pace, vanno contro interessi egoistici che sono insiti nell'animo di una moltitudine di persone le quali per non rinunciare a tali interessi sono disposti a tutto. Ma la cosa più grave che penso abbiano fatto i Copti d'Egitto é quello di predicare la giustizia e lo Stato di diritto all'interno di una società come quella musulmana che vive ancora un Medio Evo istituzionale.
Non bisogna dimenticare che in Egitto solo la forte personalità del presidente Mubarak riesce a tenere a freno quelle che sono le frange fondamentaliste dell'Islam e che vorrebbero instaurare in quel paese la legge islamica cioè la legge dettata dal Corano, un libro scritto circa 1400 anni fa e non bisogna farsi incantare da chi parla di un Islam tollerante: è la stessa struttura dell'Islam che non permette ai suoi seguaci di essere tolleranti. Se così fosse, come mai proprio al Cairo quella che è considerata la più alta autorità religiosa del mondo musulmano, ha usato delle parole intolleranti nei confronti di un Papa che proprio di tolleranza parlava. Si, non c'è dubbio, l'Islam vive ancora un Medio Evo istituzionale: vuole governare a mezzo del Corano. Questo succedeva anche da noi quando i papi si disputavano con re e imperatori il potere temporale ma ora per fortuna i nostri ragazzi lo leggono (purtroppo svogliatamente) solo nei libri di storia.
Quello che un po' rattrista è che il Papa e la Chiesa sono soli in questa loro battaglia: infatti, i nostri giornali e telegiornali prontissimi a lunghi servizi per proteggere la libertà religiosa nelle scuole negli edifici pubblici, a dare tanto spazio a chi non vuole il crocefisso, a dare addosso a quelle popolazioni che magari, per una comprensibile paura della diversità, non vedono di buon occhio la costruzione di una moschea nel loro territorio e quindi si ribellano quando c'è da prendere posizione nei confronti di persone capaci di fare tanto male e lo fanno ma con tante cautele.
Che dire poi dei politici? Uno per tutti il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che andrà stanotte alla celebrazione del Natale copto a Roma, ma non sfilerà nei prossimi giorni con la comunità copta per la tutela dei propri diritti, perché ritiene questa manifestazione di tipo confessionale. C'è quindi da sperare che in futuro non sfili con nessun gruppo religioso.