Alcuni Paesi «hanno salvato le banche e con esse la speculazione», il risultato «è che siamo tornati quasi al punto di partenza». Lo ha detto il ministro dell'Economia italiano a margine del convegno «Nuovo mondo, nuovo capitalismo» a cui ha preso parte a Parigi. Il titolare del dicastero di via XX Settembre ha però precisato che «non è il caso dell'Italia dove per fortuna il denaro pubblico non è stato usato, o solo in minima parte e in via di restituzione, per le banche».
Nel suo intervento ufficiale al convegno Giulio Tremonti aveva sottolineato che «la crisi non è finita». «Adesso diciamo che tutto va bene - ha fatto notare -. Ma siamo sicuri? È come vivere in un videogame: vedi un mostro, lo combatti, lo vinci, sei rilassato. E invece ne compare un altro, più forte del primo». Di qui il dubbio che le cose non stiano andando poi così bene. In realtà, ha continuato Tremonti, si sta verificando una situazione per cui viene attaccato dai mercati finanziari un paese dopo l'altro, «come accadde fra Orazi e Curiazi».
Tremonti ha poi rilanciato la proposta di emettere eurobond in sostituzione parziale del debito pubblico nazionale dei paesi europei. «Non si tratta di una questione tecnica, ma politica», ha detto nel suo intervento al convegno . Quanto alle preoccupazioni emerse nel dibattito sull'eurobond, Tremonti ha ricordato che «nessun paese in Europa sta facendo 'deficit spending', anzi tutti stanno facendo l'opposto».
Il ministro dell'Economia aveva concluso il suo intervento citando l'ex premier britannico Winston Churchill: «La crisi ha trovato i governi impreparati - ha detto Tremonti - e la sua conseguenza è stata un cambiamento radicale della situazione. Se guardiamo alla mappa geopolitica del mondo, l'interazione e la competitività sono fra blocchi continentali: è la fine dell'era degli Stati nazionali». Per questo, Tremonti ha concluso il suo intervento con la citazione del discorso del premier britannico alla fine della guerra, nel 1946: «let the Europe arise», lasciamo che l'Europa risorga.
E che la crisi sia tutt'altro che finita lo testimonia anche l'uscita del segretario al Tesoro americano, Timothy Geithner, che ha chiesto al Congresso di agire per aumentare il tetto del debito entro il primo trimestre. In una lettera inviata al leader della maggioranza in Senato Harry Reid, il titolare del Tesoro afferma: «Senza azione il rischio è un default». L'attuale tetto del debito sarà probabilmente raggiunto e superato fra il 31 marzo e il 16 maggio, osserva Geithner invitando all'azione.