“La cronica carenza di Agenti di Polizia Penitenziaria, con un deficit di circa 60 unità, e l’elevato numero di detenuti ricoverati in ospedale per gravi problemi di salute, stanno riducendo drasticamente i livelli di sicurezza della Casa Circondariale cagliaritana di Buoncammino determinando una modifica dei servizi interni che genera tensione e preoccupazione tra i detenuti e i familiari”. Lo afferma Maria Grazia. Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, con riferimento alla lettera-denuncia unitaria delle organizzazioni sindacali di categoria indirizzata al Responsabile regionale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria oltre che al Direttore dell’Istituto e ai segretari regionali e nazionali di Sappe, UIL PA Penitenziari, Sinappe, UGL e CGIL.
“La situazione, già di per sé intollerabile, si è ulteriormente aggravata – sottolinea Caligaris – in seguito al massiccio ricorso ai ricoveri ospedalieri. Attualmente sono tre i detenuti piantonati su dodici ricoverati che richiedono nell’arco della giornata 24 Agenti. Lo scarso numero di Agenti sta inoltre rendendo impossibile aprire il Reparto protetto dell’Ospedale Santissima Trinità vanificando il massiccio investimento di denaro pubblico per realizzarlo”.
“E’ assurdo – afferma ancora Caligaris – che una Casa Circondariale sovraffollata con quasi 550 detenuti, anziché 340, un Centro Clinico con una trentina di ricoverati, e dove si è registrato nel 2010 un suicidio e 25 tentativi di suicidio possa andare avanti sovraccaricando di lavoro gli Agenti”
“Risulta paradossale inoltre che la sicurezza tanto decantata dal Ministro Angelino Alfano anziché agli Agenti – ironizza la responsabile di Socialismo Diritti Riforme – sia affidata ai detenuti chiamati a dare lezioni di buon senso e di collaborazione non previsti da alcun regolamento e suggeriti esclusivamente da quella parte della legge Gozzini che garantisce uno sconto di pena a chi si comporta in modo ineccepibile durante il periodo di detenzione”.
“Costringere gli Agenti a rinunciare ai riposi e ai congedi, rendere obbligatorio lo straordinario significa – conclude Caligaris – surriscaldare un clima che, per le condizioni strutturali oltre che umane è già esplosivo per proprio conto. Sarebbe quindi opportuno rafforzare il numero di Agenti e ampliare la pianta organica di psicologi ed educatori, oltre che favorire l’inserimento dei detenuti ammalati in strutture alternative al carcere o agli arresti domiciliari. Il sistema infatti rischia davvero il collasso indipendentemente dalla buona volontà della dirigenza dell’Istituto”. Red-com