Il deposto presidente tunisino, Ben Ali è arrivato con la sua famiglia a Gedda, in Arabia Saudita, dove ha trovato rifugio dopo la rivolta che ha messo fine a 23 anni di potere sul Paese nordafricano.
Il regno wahabita ha annunciato in un comunicato di aver accolto Ben Ali "per la preoccupazione per le circostanze eccezionali in cui versa il Paese e a sostegno della sua sicurezza e stabilita'".
In passato la famiglia reale saudita aveva già offerto ospitalita' a leader autoritari in fuga come l'ex dittatore ugandese Idi Amin.
Intanto, nella notte in Tunisia l'esercito è stato chiamato a ripristinare la calma, dopo che l'annuncio della fuga di Ben Ali e il vuoto di potere hanno scatenato saccheggi e nuove violenze. Nella capitale Tunisi sono stati lanciati lacrimogeni e gli elicotteri hanno sbarcato centinaia di militari nella vicina Denden per sedare i disordini.
Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, ha auspicato "una soluzione democratica" per la Tunisia, dopo la fuga in Arabia Saudita del presidente Ben Ali.
In una nota della portavoce Martin Nesirky, il numero uno del Palazzo di Vetro ha invitato a garantire "il pieno rispetto della libertà di espressione e di associazione" e ha auspicato che si risolvano i problemi "in modo pacifico e legale".
L'obiettivo, per Ban Ki-Moon, deve essere quello di "rispondere alle rivendicazioni e lavorare su una soluzione democratica che soddisfi le aspirazioni del popolo tunisino".