Silvio Berlusconi va nuovamente all'attacco sul caso Ruby e affida ad un videomessaggio ai Promotori della Libertà il suo sfogo per la "persecuzione" giudiziaria avviata nei suoi confronti da "magistrati che conducono delle battaglie politiche, usando illegittimamente i loro poteri contro chi è stato democraticamente chiamato a ricoprire cariche pubbliche".
Il presidente cosi' non sembra dare ascolto alle parole dell'alleato della Lega Nord, Umberto Bossi, che nel pomeriggio lo invitava a "lasciare stare i magistrati" perche' "tanto di voti ne piglia gia' tanti, quindi meglio non esagerare".
Severo nei confronti del Cavaliere e', invece, il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Berlusconi "ha una sola cosa da fare - spiega - anche per evitare discredito all'Italia: vada dai magistrati, dimostri la sua estranieta' e si difenda". Per il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, il video messaggio del Cavaliere è "uno spettacolo imbarazzante e desolante"
Sullo sfondo resta lo scontro durissimo in atto da giorni tra esecutivo e magistratura che non sembra attenuarsi neanche di domenica. L'evolversi viene seguito, e non senza presumibile apprensione, dal Quirinale. Cosa di cui e' consapevole la presidenza del Consiglio.
L'intervento mediatico del premier e' dirompente : il video lanciato sul web e' ripreso da tutti i tg della sera. Il premier accusa "alcuni Pm" ai quali - dice - "non è piaciuto evidentemente il voto di fiducia del 14 dicembre", ne' "tantomeno la sentenza della Consulta" sul legittimo impedimento". "La giustizia - sostiene - è stata piegata a finalità di carattere politico".
Berlusconi rivela a sorpresa di "aver avuto un rapporto stabile" con una donna dopo la sua separazione con Veronica Lario e che mai l'avrebbe coinvolta in "quegli assurdi fatti che certi giornali hanno ipotizzato". L'annuncio del Cavaliere sembra svelare una strategia difensiva, sul piano della comunicazione, nel caso Ruby: spiegare che l'immagine che i media danno del Cavaliere e' lontana dalla realta'.
Inoltre, nella maggioranza ci si attende gia' da domani la prevedibile divulgazione delle 300 pagine degli atti inviati alla Camera dalla procura di Milano sul caso Ruby. Intanto l'interrogatorio che il premier dovrebbe tenere nel fine settimana a Milano si tinge di giallo: da fonti vicine ai legali milanesi sembra che il presidente del Consiglio stia valutando l'ipotesi di non presentarsi in procura anche se gli stessi legali del premier, Nicolo' Ghedini e Pietro Longo, precisano con una nota che non è stata ancora presa alcuna decisione.
Per il momento la difesa e' mediatica. "E' assurdo soltanto pensare che io abbia pagato per avere rapporti con una donna", dice precisando anche che Ruby, la ragazza minorenne all'epoca delle cene su cui è aperta l'inchiesta, "nega di aver mai avuto avances ne' tantomeno rapporti sessuali e afferma di essersi presentata a tutti come ventiquattrenne".
"A me piace stare con i giovani - prosegue - mi piace ascoltarli. Di molte persone conosco la situazione di disagio e di difficolta' economica e le ho aiutate in certe occasioni e sono orgoglioso di averlo fatto". Il premier accusa i giudici di "una gravissima intromissione nella vita privata", definisce "prive di fondamento" le accuse a Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora. Conferma tuttavia di aver prestato del denaro a quest'ultimo, ma si dice anche certo che "gli sarà restituito" quando Mora potrà.
Infine, rilancia la riforma della giustizia e non esclude un intervento sulle intercettazioni telefoniche ("non e' un paese libero quello in cui quando si alza il telefiono non si e' sicuri della inviolabilita' delle proprie conversazioni").