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Inchiesta Don Usai – Un gruppo di nigeriani lo difende: “Vogliamo esprimere il nostro stupore e manifestare perplessità sul complesso delle accuse”.

Un gruppo di dieci cittadini nigeriani, in rappresentanza della comunità residente a Quartu Sant'Elena (Ca), attraverso l'associazione "Socialismo Diritti Riforme", ha espresso la propria solidarietà nei confronti di Don Giovanni Usai, il fondatore e responsabile della comunità di recupero "Il Samaritano", di Arborea (Or), agli arresti domiciliari per favoreggiamento della prostituzione e violenza sessuale, dichiarando: "Dopo aver appreso dai mezzi di comunicazione la notizia dell'arresto di don Usai in seguito a delle accuse aberranti, vogliamo esprimere il nostro stupore e manifestare perplessità sul complesso delle accuse".

"Abbiamo deciso di scrivere questa lettera – si afferma nel testo – volendo mettere in risalto la sua figura di religioso impegnato nell’aiuto ai bisognosi, nell'assistenza ai tossicodipendenti, nel reinserimento sociale dei carcerati ed ex detenuti, talvolta anche contro l'atavica diffidenza ed ostilità di chi non condivideva il suo progetto. In particolare il suo impegno si è manifestato nell’aiuto alla comunità Nigeriana per favorirne l'integrazione e perciò desta ancora più amarezza il fatto che ad accusare don Usai sia una nostra connazionale".

"Auspichiamo – concludono – si faccia piena luce sulla vicenda e si arrivi presto ad una proclamazione della sua innocenza. Alla nostra connazionale, che accusa don Usai, chiediamo che valuti la gravità delle sue dichiarazioni e abbia un ripensamento". Com.