La Regione Sardegna vola negli Usa per riconquistare le quote di mercato perdute nel comparto ovi-caprino e consolidare la presenza anche degli altri prodotti eno-gastronomici isolani, grazie a contatti mirati con gli operatori statunitensi. In questi giorni a New York sono stati numerosi gli incontri istituzionali e con gli operatori per rafforzare soprattutto il primo mercato di alcune delle eccellenze agro-alimentari della Sardegna, in particolare i formaggi ovini. Tra l'altro, il Pecorino romano Dop è il formaggio italiano più esportato negli Usa, che si confermano il mercato di riferimento e quello sul quale la Regione vuole insistere sul fronte della promozione e per conquistare nuove piazze. Assieme all’assessore regionale dell’Agricoltura Andrea Prato erano presenti a New York alcuni produttori, presidenti di cooperative e Op lattiero-casearie e industriali caseari (Renato Illotto presidente per Cao formaggi, Salvatore Palitta Agriexport, Leonardo Tilocca vicepresidente Il Consorzio e presidente coop Anela, Nino Mura di Sardaformaggi, Alberto Auricchio titolare Foi di Macomer, Andrea Pinna dei Fratelli Pinna di Thiesi), il direttore generale del Banco di Sardegna Natalino Oggiano (che ha confermato il supporto del Banco alla filiera lattiero-casearia), il presidente del Consorzio di tutela del Pecorino romano Toto Meloni, importanti operatori commerciali e ristoratori Usa. Ieri sera si è inoltre tenuto un evento per la promozione dell'agro-alimentare sardo, in un hotel della catena Starwood a Manhattan, a due passi da Central park.
Negli ultimi 2 anni i consumi della Dop italiana nel primo mercato di sbocco per il pecorino romano sono diminuititi del 30%. Una perdita che ha contribuito all'aggravarsi della crisi della pastorizia sarda e che in questi giorni la Regione Sardegna sta cercando di recuperare anche attraverso nuovi sbocchi commerciali nelle grandi catene alberghiere, nella grande distribuzione organizzata e tra i buyer del made in Italy. “Il crollo dei consumi statunitensi - ha detto l’assessore all’Agricoltura, Andrea Prato – ha causato un effetto domino che ha messo in crisi i nostri pastori. Occorre perciò aprire nuove opportunità di mercato per il comparto e insistere in quelle piazze, come gli Stati Uniti, dove le potenzialità dei nostri prodotti sono elevate. Rispetto al passato, anziché puntare su mille mercati che poi non portano alcun risultato, stiamo lavorando su quelli già presenti, specie quelli ricchi e freddi, che ci portano conseguenze positive e operiamo per affiancare i nostri imprenditori. Tutto questo per dare seguito ai primi segnali di ripresa generati dalle politiche di sostegno della Regione in favore di produttori e imprese cooperative”.
Proprio in questi giorni, a New York sono stati chiusi accordi commerciali con catene alberghiere e non solo sul fronte dei formaggi. Gli attori presenti alla missione di New York hanno apprezzato il lavoro della Regione sul fronte del governo, della razionalizzazione e dell’unione tra gli attori del comparto ovi-caprino, che contribuirà a migliorare stabilizzazione e affidabilità sui mercati dei nostri prodotti agro-alimentari.
Alcuni dati sull'export lattiero-caseario - Il Pecorino romano assorbe il 75% del latte ovino prodotto in Sardegna, regione leader per la produzione nazionale di latte ovicaprino. Il Pecorino romano (267.000 quintali l’anno) è prodotto per il 98% nei caseifici sardi (il restante 2% tra Lazio e Toscana). Gli Usa assorbono oggi il 50% del formaggio prodotto. Nell’ultimo decennio (1998-2007) sul mercato americano si è venduta una media stabile di 180mila quintali l’anno, ma in soli due anni si è passati a una diminuzione di quasi il 30% di prodotto venduto, con oltre 50mila quintali in meno. Gli Usa valgono per la Sardegna 70 milioni di euro, seguono Canada (4 milioni di euro), Francia, Germania, Grecia e Spagna con valori decrescenti tra i 3 e 1 milione di euro. Negli Usa il Pecorino Romano viene prevalentemente venduto come grattugiato utilizzato nelle miscele con altri formaggi, ma è obiettivo di Regione, produttori e Consorzio di tutela aumentarne la qualità insistendo anche nell’offrirlo “tal quale” per farlo diventare sempre di più un prodotto da tavola.