Questa mattina, a Bruxelles, il presidente della Provincia di Cagliari, Graziano Milia, di recente nominato relatore della Commissione Cittadinanza, governance, affari istituzionali ed esterni del Comitato delle Regioni, ha illustrato la posizione dei rappresentanti degli enti locali europei sulle due proposte di direttiva presentate dalla Commissione europea.
L'incontro è stato un'occasione per discutere di politica globale per una migrazione legale, nell'ambito della strategia “Europa 2020”, al fine di uscire dalla crisi e di preparare l'economia dell'Unione europea per il prossimo decennio. Si è parlato della possibilità di allungare la durata del permesso di soggiorno agli extracomunitari per meglio rispondere alle esigenze del mercato del lavoro stagionale, di agevolare gli spostamenti dei lavoratori stranieri altamente qualificati per rafforzare la competitività dell'economia, regolare le posizioni per tutelare maggiormente i lavoratori locali e dello snellimento delle procedure e su un "permesso unico", fermo restando il diritto di ogni Stato membro di stabilire il numero dei cittadini extra Ue ammessi ogni anno nel proprio territorio.
"In questa fase e su questi temi il ruolo delle autonomie locali è di primaria importanza – ha affermato Milia – le problematiche dell'immigrazione, l'enorme spostamento di donne e uomini che viaggiano per lavoro, ricadono prima di tutto sui nostri territori, e siamo noi amministratori di Province e Comuni a dover rispondere ai cittadini spaventati dalla crisi, alle istanze delle piccole e medie imprese, alla sicurezza e all'ordine pubblico. Chiediamo alla Commissione di concludere rapidamente l'iter e di colmare il ritardo accumulato".
"Qui si decidono i destini dei nostri territori e si costruiscono i processi economici. – ha sottolineato il presidente del Consiglio provinciale, Roberto Pili – Siamo qui oggi per intervenire direttamente in questi processi, per far sentire la voce delle autonomie locali e per far sì che la relazione tra i Comuni che fanno parte della nostra Provincia e Bruxelles sia sempre più stretta".
Lo scorso luglio la Commissione europea ha presentato due nuove proposte di direttiva: la prima riguarda le "condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di paesi terzi per motivi di lavoro stagionale", mentre la seconda punta al duplice obiettivo di agevolare i trasferimenti intrasocietari di competenze, sia verso l'Unione che al suo interno. In particolare si vuole rispondere in modo efficace e rapido alla domanda di manager e lavoratori qualificati in succursali o filiali di società multinazionali, introducendo condizioni di ammissione trasparenti e armonizzate, creando condizioni più allettanti per il soggiorno temporaneo dei lavoratori trasferiti all'interno della società e dei loro familiari e promuovendo un'assegnazione e una riassegnazione efficiente dei lavoratori trasferiti tra aziende dell'Ue. Inoltre tra gli Stati membri sussistono grandi differenze quanto a condizioni di ammissione e limitazione dei diritti familiari.
"Secondo il Comitato delle Regioni – ha spiegato Graziano Milia ieri – serve un "permesso unico", cioè un'unica procedura di domanda per i lavoratori stagionali e i trasferimenti intrasocietari. Ancora, tempi certi e adeguati alle richieste del mercato del lavoro (per i lavoratori stagionali a nove mesi; per i trasferimenti dei lavoratori qualificati delle multinazionali nei Paesi terzi che hanno anche una sede in Europa, tre anni per i manager e gli specialisti e un anno per i laureati in tirocinio). Inoltre, gli Stati membri possono rifiutare una domanda se il datore di lavoro (o l'entità ospitante) hanno commesso violazioni gravi o reiterate concernenti il lavoro non dichiarato e l'occupazione illegale e per motivi di salute pubblica, ordine pubblico e pubblica sicurezza". Red.