Alla notizia delle minacce al cappellano dell'Istituto Penitenziario, il frate cappuccino Padre Massimiliano Sira, oggetto di sms e telefonate intimidatorie, numerosi detenuti del carcere di Buoncammino hanno dichiarato ai volontari di SDR: "Invitiamo Padre Massimiliano a restare al suo posto, a non abbandonarci. Abbiamo bisogno della sua presenza in questo carcere. Per noi è un punto di riferimento insostituibile. Non possiamo accettare che qualche disperato comprometta il lavoro del nostro cappellano. Ci rivolgiamo quindi all’arcivescovo Mani, sempre vicino ai detenuti di Buoncammino affinché dissuada Padre Massimiliano a lasciare l’incarico".
"Le detenute e i detenuti – sottolinea Maria Grazia Caligaris, presidente di SdR – al pari degli operatori volontari della Casa Circondariale cagliaritana, hanno manifestato preoccupazione, sconcerto, incredulità. Dalle loro parole emerge la difficoltà ad accettare l'idea che il frate venga sostituito da un altro incaricato. Lo sconcerto accomuna tutti i lavoratori dell'Istituto".
"Il grave episodio che ha avuto come vittima Padre Massimiliano – afferma Caligaris – ha accentuato il disagio all'interno di Buoncammino dove il clima è tutt'altro che sereno proprio per l’intreccio di problematiche irrisolte dai vertici del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria. Alla pesante situazione di sovraffollamento, rimasta quasi inalterata nonostante il decreto "svuota carceri" anche per il costante arrivo di detenuti dal Continente, e all'ormai insostenibile gravame di lavoro per gli Agenti di Polizia Penitenziaria, il cui contingente è del tutto inadeguato, si è aggiunta la questione della sanità penitenziaria, ferma al palo per la mancata approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della norma statutaria per il passaggio alle Aziende Sanitarie Locali delle competenze".
"L'Istituto – conclude la responsabile regionale di Socialismo Diritti Riforme – sta vivendo un momento di difficoltà anche perché sono ormai improcrastinabili alcuni interventi di ristrutturazione per migliorare le condizioni di vivibilità, ma non ci sono i fondi necessari per realizzarli e soprattutto non ci sono gli spazi per trasferire i detenuti durante i lavori. Insomma la situazione a Buoncammino è emblematica delle difficoltà in cui trovano i detenuti e delle tensioni che animano gli Istituti penitenziari dell'Isola". Com.