L'assessore dell’Agricoltura Andrea Prato, nel corso del convegno organizzato dall'associazione "I Pratici", svoltosi a Ozieri (SS), sulla nuova Pac 2014-2020, ha dichiarato: "Sardegna regione capofila in Europa per sostenere la nuova Politica agricola comune voluta dal commissario Ue Ciolos e che vede per la prima volta l’agricoltura come bene pubblico".
"E' una svolta storica - ha affermato Prato nell'incontro moderato dal direttore de "Il Tempo", Mario Sechi - sulla quale lavoreremo per convocare nell'Isola tutte le Regioni d'Europa, dove l’agricoltura è prima di tutto salvaguardia della ruralità e del ruolo sociale, con l’obiettivo di creare un coordinamento per avere più forza a sostegno di una politica comune".
Hanno preso parte all'evento l'assessore degli Enti locali, Nicola Rassu, parlamentari sardi e consiglieri regionali, presidenti di cooperative lattiero-casearie ma soprattutto tanti allevatori e agricoltori di tutta la Sardegna.
Quanto discusso nella giornata di oggi anticipa ciò che domani a Roma sarà al centro del Forum nazionale sulla Pac.
"La nuova politica agricola - ha proseguito Prato - farà bene non solo alla Sardegna, ma a tutte quelle realtà penalizzate negli ultimi 40 anni ma che da sempre producono, oltre al cibo, valori intangibili di inestimabile valore come la tutela ambientale e sociale".
Come ha illustrato il docente dell'Università di Perugia, Angelo Frascarelli, intervenuto al convegno e tra i massimi esperti in Italia sulle politiche in agricoltura, l'intervento si tradurrebbe in un più 81 per cento rispetto agli aiuti finanziari precedenti (equivalenti a più 190 milioni circa all'anno) per la nostra Isola.
"Per questo – ha proseguito Prato – vogliamo appoggiare la proposta di Ciolos, dando vita a un coordinamento a sostegno della nuova Pac condiviso da diverse regioni italiane ed europee con modalità produttive, vocazione alla multifunzionalità e cultura rurale simili alla nostra".
La proposta del rumeno Ciolos premierebbe, oltre alla Sardegna, Trentino Alto Adige, Abruzzo, Toscana, Basilicata, Corsica, zone appartenenti al Massiccio centrale francese, Austria, Grecia, Spagna, Pirenei, Carpazi da sempre impegnate nella tutela dell’ambiente e della biodiversità, nel mantenimento della vitalità delle zone rurali, negli incentivi alle ecoenergie, nella valorizzazione delle risorse locali e delle zootecnie estensive come ad esempio quelle dei pascoli ovini.
In particolare, secondo Nomisma, oltre alla Sardegna (che percepirà un +81% rispetto agli aiuti precedenti), Abruzzo (+62%), Toscana (+54%), Sicilia (+48%), Basilicata (+32%), Trentino Alto Adige (+28%). Nella top 5 del plafond destinato ai finanziamenti diretti (secondo una stima dell'Università degli Studi di Perugia), in base alla superficie agricola coltivabile Sardegna (+ 190 milioni circa all'anno), Trentino Alto Adige (+115 milioni) e Toscana (oltre 100 milioni in più), seguiti da Abruzzo (+80 milioni) e Basilicata (+60 milioni). Sempre secondo la ricerca di Frascarelli, tra le Regioni più penalizzate ci sarebbero Lombardia (circa -230 mln di euro), Puglia (-210 milioni), Calabria (- 125 milioni) e Veneto (-140 milioni) con il Piemonte e Campania in leggero deficit.
"La Sardegna che produce beni pubblici in quantità superiore a tutte le altre aree agricole italiane - hanno concluso Cappellacci e Prato - da sempre è stata penalizzata dalle precedenti Pac. Oggi si riprende ciò che negli ultimi 40 anni le è stato negato. Ma questa non è una battaglia solo sarda: vogliamo fondare un movimento europeo per garantire la competitività di tutte quelle zone agricole da sempre svantaggiate rispetto alle altre". Red.