Sono proseguite questa mattina le audizioni della Commissione Bilancio, presieduta da Paolo Maninchedda (Psd'Az), sul DL 222 (Disposizioni nei vari settori d'intervento – collegato alla Manovra finanziaria 2011-2013) affrontando, in particolare, il tema delle concessioni demaniali marittime.
Gianfranco Piu, vice presidente dell'Asel (Associazione Sarda Enti Locali), dopo aver definito "irrisorio" lo stanziamento di 100mila euro per le amministrazioni in sofferenza finanziaria, riferendosi ai comuni costieri ha accolto la proposta di istituire il canone regionale sulle concessioni marittime "solo se garantisse l'intero introito, e non il 30%, agli enti locali" per i servizi di pulizia degli arenili.
Per nulla d'accordo i rappresentanti degli operatori della nautica in Sardegna. Carmine Sanna, direttore generale della Rete dei Porti, ha infatti detto: "Abbiamo lavorato negli ultimi 15 anni per aumentare le flotte stanziali applicando tariffe appetibili per i clienti non sardi. Prima si lavorava 20 giorni, ora tutto l'anno, con una ricaduta sul territorio circostante. Ma non dobbiamo pensare ai porti turistici come a degli ambiti extra-lusso. Solo cinque porti su 50 hanno un target di maxi-yacht con una media di spesa giornaliera di 1870 euro al giorno per persona imbarcata. Per il resto parliamo di natanti al di sotto dei 12 metri i cui proprietari fanno scelte in base alla convenienza economica".
Il Consorzio ha quindi chiesto che non si venga penalizzati in un Mediterraneo dove esistono realtà emergenti molto competitive. Nicola Francesco Ammendola, rappresentante della Turismar-Marina di Arbatax, ha spiegato che un aumento del canone creerebbe difficoltà gravissime in uno scalo come quello ogliastrino dove "sono essenziali i clienti locali con barche piccole, compresi i disoccupati e i cassintegrati che per sfamare le famiglie escono in mare a pescare".
Alberto Bertolotti, coordinatore regionale del SIB, il sindacato dei balneari di Confcommercio, lamentando l'incertezza sul futuro delle concessioni che ha paralizzato gli investimenti, ha sollecitato "una seria politica di incentivi e non di ulteriori gravami".
Timore è stato per di più espresso sull'indennizzo nel caso di perdita della concessione: "Dal 2015 rischiamo di dare gratis ad altri il tavolo che abbiamo apparecchiato per tanti anni, anche 50, perché non si considera il valore commerciale delle nostre aziende". Bertolotti ha anche lanciato un allarme in linea con quanto recentemente paventato dal presidente della Commissione parlamentare antimafia, Beppe Pisanu: "Sul rischio dei capitali mafiosi che arrivano nel turismo, le nostre aziende, con le concessioni messe a gara, potrebbero diventare la lavatrice del denaro sporco della malavita". Red.