Luciano Uras, Capogruppo della Sinistra sarda-Comunisti in Consiglio regionale, in merito all'esito del voto della mozione 103 riguardante l'area di Capo San Lorenzo a Quirra, ha affermato: "Il Consiglio regionale, e non tutti i consiglieri, mentre l'autorità giudiziaria si attiva per fare chiarezza, ha fallito l'opportunità di contribuire con un ordine del giorno efficace e non ambiguo a fare piena luce sulle conseguenze dell'inquinamento ambientale e dei rischi sanitari che interessano gli operatori militari e le popolazioni dell'area del poligono di capo San Lorenzo. Non votare l'ordine del giorno proposto non cancella nè i rischi di ammalarsi nè le cause per cui ci si ammala. Fare gli struzzi non qualifica chi ha responsabilità politiche ed istituzionali, di governo e legislative. Ciò che è successo è imperdonabile".
"Il Consiglio regionale, e non tutti i consiglieri, - ha proseguito il Capogruppo in Consiglio regionale - ha perso l'occasione ancora una volta per riaprire la vertenza sul peso eccessivo delle servitù e dei demani militari che la Sardegna sopporta. Aree intiere di mare e di terra consegnate all'uso militare, a difesa dell'intero paese, espropriate alle attività sociali ed economiche della nostra Regione e allo sviluppo complessivo della sua capacità produttiva. Città come Cagliari rivendicano da decenni la restituzione all'uso civile di parti rilevanti del proprio territorio e significativi complessi edilizi, che se resi, così come stabilisce l'articolo 14 dello Statuto, contribuirebbero non poco a migliorare la vita dei cittadini e l'economia dell'intera area urbana".
"Il Consiglio regionale - ha specificato il consigliere regionale - che in altre occasioni ha votato unanimemente la dichiarazione solenne della Sardegna come "terra di pace e di amicizia tra i popoli" ieri si è nascosto. Non si sono nascosti però coloro che hanno proposto la mozione, che sono intervenuti a sostegno nel corso del dibattito, che hanno proposto l’ordine del giorno perché la massima Istituzione regionale impegnasse la Giunta su tre principali questioni: 1) la tutela della salute e della vita dei nostri militari e delle popolazioni delle zone a rischio; 2) la sospensione delle esercitazioni in attesa dei risultati sui monitoraggi in corso e di quelli ulteriormente disposti 3) la ripresa del confronto con lo Stato, almeno, per una progressiva rapida riduzione della presenza dei poligoni e delle attività militari in Sardegna".
"Tutto ciò - ha concluso Uras - è il minimo che moralmente il Consiglio regionale e la Giunta devono alla Sardegna e ai sardi e che il Governo per dovere istituzionale, per corretta applicazione delle leggi, per riconoscenza di quanto fatto da questo popolo dovrebbe impegnarsi a garantire". Red.