Mario Bruno (capogruppo Pd) si è soffermato sull’unità d'Italia, che verrà festeggiata domani, precisando che non può esserci unità senza specificità e senza diritti, “i diritti che spettano alla Sardegna e su cui non si possono fare sconti”. Per Bruno “non c’è nulla da festeggiare, le norme di attuazione non sono necessarie perché l’articolo 8 è immediatamente applicabile e la vera battaglia l’avevamo già vinta”. Secondo il capogruppo dei Democratici le norme di attuazione in discussione sono “norme asservite, concentrate sulla figura dello Stato e non della Regione, oltretutto si tratta solo del primo passo, queste norme devono passare il vaglio del Consiglio dei ministri poi ci dovrà essere la revisione del patto di stabilità, su cui ancora non è stato fatto nulla e l’assestamento del bilancio dello Stato”. Bruno si è poi dichiarato disponibile a partecipare all’assemblea degli Stati generali della Sardegna se il presidente Cappellacci vorrà convocarla.
Nella sua breve replica il presidente della Regione, Cappellacci, ha ribadito l’invito alla coesione su temi fondamentali per la Sardegna. Cappellacci ha sottolineato la sua presenza in Aula come un “dovere istituzionale, al fine di dare un quadro informativo e cercare di stimolare l’Aula ad avere un atteggiamento coerente e compatto, un’unica voce per percorrere l’ultimo tratto della vertenza con lo Stato che si presenta complesso e difficile”. Dagli interventi dei consiglieri il governatore ha affermato di aver tratto degli spunti positivi e la disponibilità “a fare quadrato attorno alla Sardegna”, ma ha anche rimarcato di non aver mai parlato con toni entusiastici e di festa in riferimento al parere della Commissione paritetica e che gli interventi in cui questo è stato sottolineato polemicamente avevano in sé un presupposto infondato. “Non ho intenzione di basarmi su paradossi e polemiche nella mia azione, al contrario ho intenzione di continuare su questa strada, quella del dialogo e degli obiettivi raggiunti e da raggiungere”. (M.P.)
Al termine della replica del presidente della Regione, la presidente del Consiglio regionale, on. Claudia Lombardo, ha aperto la discussione sul Disegno di legge 216/A (Disposizioni in materia di voto domiciliare. Integrazione alla legge regionale 17 gennaio 2005, n. 2 (indizione delle elezioni comunali e provinciali). Disciplina transitoria dell’abbinamento dei referendum regionali con le elezioni comunali e provinciali). Il relatore, l’on. Pietro Pittalis (Pdl), ha dato il Dl per illustrato. Subito dopo è intervenuto l’on. Luciano Uras (capogruppo Comunisti – La Sinistra sarda), sottolineando il parere favorevole al Dl già espresso in commissione, ha auspicato anche l’accorpamento delle elezioni referendarie nazionali per “risparmiare risorse importanti”. La presidente Lombardo ha messo, dunque, in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato all’unanimità. Di seguito sono stati approvati gli articoli 3 (gli art. 1 e 2 erano stati stralciati) e 4. La legge ha ottenuto il via libera finale con 67 voti a favore e 1 astenuto. I lavori riprenderanno alle 16.