Press "Enter" to skip to content

Nucleare italiano, è il tempo della “riflessione”

Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, considera finito il progetto del nucleare in Italia dopo l'emergenza scoppiata in Giappone in seguito al
violento terremoto. "E' finita. Non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate", è stato lo sfogo del ministro con il titolare dell'Economia, Giulio Tremonti, nella sala del governo di Montecitorio al termine della cerimonia per i 150 anni dell'Unità d'Italia.

Alla conversazione, che si è svolta a pochi passi da alcuni giornalisti e durata circa dieci minuti, erano presenti anche il portavoce del presidente del Consiglio, Paolo Bonaiuti, e per qualche istante il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani: "Dobbiamo uscirne -ha esortato Prestigiacomo - ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare niente, decidiamo tra un mese".

Non si possono fare scelte che non sono condivise da tutti". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, parlando della scelta nucleare alla luce di quanto accaduto in Giappone, a Borgo Sabotino, in provincia di Latina, in occasione dell'inaugurazione del nuovo elettrodotto sottomarino realizzato da Terna. 

Dopo quanto accaduto in Giappone "non possiamo non dire che siamo preoccupati". 
"C'e' grande preoccupazione" di fronte a qualcosa che "non ci immaginavamo di vedere".

Romani non ha voluto fornire dettagli su questa necessaria "pausa di riflessione", ma ha aggiunto che essa "deve consentire di capire cosa sta accadendo". 

Occorre capire, a questo proposito, se "gli stress test danno sicurezza e informazioni". 
"Il dibattito - ha proseguito Romani - non è più tra nuclearisti e antinuclearisti, ma è sulla sicurezza". A questo proposito il ministro ha ricordato l'appuntamento di lunedì a Bruxelles con i ministri dell'Energia dei Paesi dell'Unione europea, regolatori e operatori. 

"Il governo - ha detto ancora Romani - è al lavoro su un progetto energetico complessivo, ma rimane sul tappeto il problema di oggi", vale a dire il disastro giapponese. "Mi auguro - ha quindi concluso - che i giapponesi, con il contributo delle nazioni amiche, sappiano risolvere il problema, che però non sembra di facile soluzione".

La sicurezza delle centrali nucleari è una priorità. Lo avrebbe detto ieri sera il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel corso dell'ufficio di presidenza del Pdl. Tra l'altro, Il premier ha fatto riferimento all'Unione europea ed alle decisioni assunte in quella sede. Quindi ha invitato alla prudenza e alla necessità di non alimentare polemiche su questo delicato tema.

Umberto Bossi non si sbilancia sulla questione nucleare e ribadisce il concetto che "è il territorio a decidere" sulla costruzione delle centrali nucleari.

"Il Veneto non lo vuole ed e' autosufficiente per l'energia", afferma il leader leghista conversando con i cronisti a Montecitorio. "E' il territorio che decide", aggiunge il senatur a chi insiste chiedendogli quale sia la posizione del Carroccio. 

 "Noi abbiamo il vantaggio di ripartire da zero e di poter fare scelte libere da vincoli e siamo quindi nelle condizioni migliori per decidere con coscienza, prudenza, intelligenza, e senza fretta": lo afferma Umberto Veronesi, presidente dell'agenzia per la sicurezza nucleare, commentando le "gravi vicende dei quattro reattori giapponesi".

Quanto accaduto, spiega l'oncologo "impone inevitabilmente a chi, come me, ha deciso di occuparsi di sicurezza degli impianti nucleari e di salvaguardia della popolazione, di mettere da parte lo sgomento e prendersi una pausa di riflessione profonda". 

 "Il governo si sta finalmente accorgendo di quanto sia impopolare il nucleare e per non farsi travolgere prova ad attuare la tattica del 'passata la festa gabbato lo santo'. 
Solo questo e' il significato delle parole pronunciate oggi dal ministro Romani, e da quanti come lui continuano a dire che saranno i territori ad avere l'ultima parola sulle centrali". 
Lo dice Silvana Mura deputata di Idv. 

"Se questo fosse vero - prosegue - il governo cambierebbe la legge con il decreto che deve emanare in questi giorni. Poiché non lo fa, è evidente che si sta raccontando una balla colossale agli Italiani solo per evitare di essere travolti dal dissenso che sta montando in questi giorni. 

L'unico sistema sicuro per dire no alle centrali nucleari in Italia è il referendum e gli Italiani lo hanno capito bene.