Il presidente russo Dmitry Medvedev ha reagito duramente alle affermazioni del primo ministro Vladimir Putin, suo predecessore, che aveva criticato la risoluzione delle Nazioni Unite, in forza della quale è scattato l'intervento militare occidentale in Libia, paragonandola a una "chiamata alle Crociate come nel Medio Evo", aggiungendo che l'esistenza di un regime quale quello di Muammar Gheddafi di per se' non autorizza un'operazione bellica del genere.
Parole del genere, ha denunciato Medvedev, sono semplicemente "inaccettabili" giacche' "in nessuna circostanza è tollerabile l'uso di espressioni, tipo 'crociata' o altro, che in sostanza conducono a uno scontro di civiltà.
Si tratta della più clamorosa manifestazione pubblica di contrasto mai avvenuta tra i due leader del Cremlino, in concorrenza tra loro per le presidenziali previste in Russia l'anno prossimo. "E' inaccettabile", ha ripetuto Medvedev, "altrimenti qualsiasi cosa può andare a finire peggio ancora di come sta andando adesso la situazione. Chiunque", ha volutamente rimarcato, "se lo deve ricordare". Poi ha sottolineato che quanto sta avvenendo nel Paese nord-africano "deriva dall'orrendo comportamento dei suoi vertici" e "dai crimini da essi perpetrati contro il loro stesso popolo".
Il presidente russo ha quindi ribadito che Mosca non intende unirsi alla coalizione multinazionale anti-Gheddafi, ma è tuttavia disposta a partecipare ad attività di interposizione tra ribelli e lealisti libici.