Ajdabiya è caduta stamani nelle mani degli insorti. Le posizioni delle forze pro-Gheddafi alla porta est della città, colpite ieri dai bombardamenti aerei della coalizione, sono deserte. Non restano che delle carcasse di carri armati bruciati. La città, ormai calma, risuona dei clacson dei mezzi degli insorti, che fanno con le dita il segno "V" di vittoria.
I governativi avevano ripreso Ajdabiya la settimana scorsa, nel corso della loro controffensiva. La città, 160 km a ovest di Bengasi, è la porta d'accesso alla capitale della rivolta. La sua riconquista da parte dei lealisti era stata giudicata da molti il prologo alla sconfitta definitiva degli insorti. L'avanzata dei governativi è stata però bloccata dall'intervento internazionale, iniziato il 19 marzo.
Sono continuati nella notte e all'alba di stamane i raid della coalizione sulla Libia. Gli alleati hanno colpito "siti civili e militari" della città di Zliten, a 160 chilometri da Tripoli, ha fatto sapere la tv libica. Anche la regione di al Watia, a sudovest di Tripoli è stata colpita da missili di lunga gittata mentre la zona di Tajura, periferia est della capitale, è stata colpita da tre esplosioni in successione su un sito militare di radar che attualmente è in fiamme. Nel corso delle ultime ore i caccia bombardieri della coalizione hanno effettuato raid anche su Adigiabia dove sono asserragliati i soldati di Gheddafi.
Ieri il governo del rais ha reso noto un bilancio ufficiale delle vittime: 114 persone da domenica a mercoledì scorso.
Parigi cede: la 'coalizione dei volenterosi' che sabato scorso ha sferrato il primo attacco militare contro la Libia passerà la guida di tutte le operazioni alla Nato. Tra oggi e domattina il Comitato militare dell'Alleanza atlantica ultimerà la pianificazione e domani sera il Consiglio metterà l'ultimo timbro. Martedì invece, ha annunciato il presidente francese Nicolas Sarkozy, si riunirà a Londra il 'gruppo di contatto' sulla Libia, dove la Francia presenterà con la Gran Bretagna una soluzione "politica e diplomatica" alla crisi. Ma la Farnesina sottolinea: "Anche l'Italia ha le sue idee e le sue proposte".