“Agevolare gli interventi migliorativi del patrimonio abitativo di modeste dimensioni, realizzati in difformità dagli strumenti urbanistici, attraverso una modifica dell’art. 2 del Dl 265 (modifiche al “piano casa”) che consenta nella zone A,B e C dei Comuni di realizzare i progetti di ampliamento dei fabbricati, purchè le maggiori volumetrie rientrino nelle premialità previste dalla legge”. Lo ha proposto il direttore generale dell’Anci Sardegna Umberto Oppus nel corso della sua audizione davanti alla quarta commissione (Lavori Pubblici), presieduta dall’On. Matteo Sanna (Udc-Fli).
La modifica di questa parte della legge-ha proseguito Oppus- permetterebbe fra l’altro di superare alcuni problemi che hanno rallentato l’applicazione del “piano casa”. Infatti, da un lato, potrebbero emergere numerosi progetti finora non presentati perché relativi ad edifici realizzati in difformità dalla legge e, dall’altro, si eliminerebbe la contraddizione di una norma che non permette l’ampliamento del fabbricato (magari a causa di una lieve irregolarità) ma ne prevede la demolizione e ricostruzione.
Senza contare-ha precisato il direttore generale di Anci Sardegna-che si rafforzerebbe complessivamente la certezza del diritto messa in discussione da alcuni recenti sentenze, per imboccare invece la strada già tracciata dalla Corte Costituzionale secondo cui “la demolizione, disposta in base ad una legge, si esaurisce in un aggravio economico se l’intervento edificatorio è consentito da altre leggi.”
Per quanto riguarda altri aspetti del Dl 265-ha concluso Oppus-riteniamo che il disegno di legge della giunta regionale abbia recepito le nostre osservazioni più importanti.
Secondo l’ing. Carlo Melis, componente del comitato esecutivo di Anci Sardegna, “quella della semplificazione è la vera esigenza dei cittadini cui bisogna dare una risposta e, nello stesso tempo, è anche la ragione dei dati in chiaroscuro che hanno accompagnato il provvedimento nella prima fase.”
Più articolata la posizione dell’Unione province sarde (Ups), espressa dal vice presidente Ignazio Contu: “sulla materia generale del riordino urbanistico, di cui in Sardegna c’è indubbiamente bisogno, occorre procedere con il più ampio coinvolgimento del sistema delle autonomie, a cominciare dal piano paesistico regionale”. Le province-ha dichiarato-non sono direttamente coinvolte nel processo del nuovo “piano casa”, ma possono dare il loro contributo perché, anche su questi problemi, rappresentano un riferimento per i comuni, soprattutto i più piccoli.
“Gli interventi di semplificazione normativa sono senz’altro opportuni-ha affermato l’ing. Guido Vacca, delegato Ups per l’urbanistica-ma in questo caso appaiono particolarmente complicati. Il c.d. “piano casa”, infatti, in qualche modo è appoggiato su altre leggi. Ed è molto meno efficace una semplificazione a valle che, per esempio, non risolve la confusione fra ciò che è urbanistico e ciò che è paesaggistico, rispetto ad una fatta a monte che invece interviene sui nodi strutturali della normativa.
Nel dibattito aperto sulle relazioni sono intervenuti numerosi componenti della commissione: il vice presidente Cesare Moriconi (Pd), l’On. Felice Contu (Udc-Fli), l’On. Gavino Manca (Pd), l’On. Eugenio Murgioni (Pdl). Red