Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nell'auspicare "un più sereno clima istituzionale, ha ribadito il convincimento che l'autonomia e l'indipendenza della magistratura costituiscono principi inderogabili in rapporto a quella divisione tra i poteri che è parte essenziale dello Stato di diritto". Così al termine dell'incontro tra il Capo dello stato e la Giunta dell'Anm in una nota diffusa da Quirinale.
"Abbiamo avuto grande attenzione da parte del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al quale abbiamo espresso i motivi di preoccupazione sia in riferimento all'annunciata riforma costituzionale della giustizia, che in riferimento ai progetti di legge ordinaria come per la responsabilità civile dei giudici e la prescrizione breve". Così il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, al termine dell'incontro con il presidente al Quirinale.
"Abbiamo espresso al presidente - ha detto ancora Palamara - la nostra forte preoccupazione anche per il clima di manifestazioni di piazza in prossimità dei tribunali e anche nelle aule di giustizia, che rischiano di minare la serenità e
l'equilibrio dei giudici chiamati a decidere importanti controversie".
La delegazione dell'Anm ricevuta al Quirinale si è detta "molto rinfrancata dall'incontro" con il presidente della Repubblica al quale ha ribadito la posizione non corporativa dell'Associazione.
Al Capo dello Stato i rappresentanti dell'Anm hanno voluto inoltre rilanciare quelle
che ritengono priorità per far funzionare meglio la macchina della giustizia e cioè la revisione delle circoscrizioni giudiziarie, l'informatizzazione della giustizia, e maggiori risorse.
"Abbiamo espresso a Napolitano - ha detto ancora il presidente dell'Anm - i nostri timori anche per la riforma per legge ordinaria che per la disorganicità rischia ulteriormente di danneggiare il processo, in particolare quello penale. Ci
siamo soffermati sul tema della responsabilità civile dei giudici che riteniamo sia stato malposto ai cittadini in quanto non è vero che il magistrato se sbaglia non paga".