L'aula di Montecitorio, prima di ascoltare l'intervento del ministro dell'Interno
Roberto Maroni sull'accordo col governo tunisino, ha osservato un minuto di silenzio per la tragedia avvenuta ieri notte nel canale di Sicilia, dove un barcone di migranti proveniente dalla Libia si è rovesciato.
Si finisce con Pierfelice Zazzera (Idv) che raccogliendo l'ennesimo invito al buon senso del presidente Napolitano, ieri, da L'Aquila, inalbera un cartello con la scritta "Maroni assassino", strappatogli dalle mani da Giancarlo Giorgetti (Lega Nord). Il ministro dell'Interno, poco prima, aveva spiegato che "tutti i cittadini tunisini che sbarcheranno in Italia saranno rimpatriati".
Illustrando l'Accordo siglato con la Tunisia, Maroni ha aggiunto che il rimpatrio avverrà "attraverso procedure semplificate, che prevedono l'intervento dell'autorità consolare come è giusto che sia". Dunque, osserva ancora Maroni, "sulla carta l'accordo c'è: si tratta ovviamente di farlo applicare e questo è compito del Governo, che ieri ha attivato un Gruppo di lavoro proprio per seguire l'attuazione dell'Accordo con la Tunisia".
"Domani mattina - ha detto Maroni - incontrerò il ministro dell'Interno francese, per trovare un accordo sul fatto che verrà dato un permesso temporaneo. Siccome la stragrande maggioranza di quelli che sono qua dicono di volere andare in Francia per ricongiungersi ai familiari, e volendo evitare quella che in Francia hanno già definito "una crociata contro l'Italia, lo incontrerò per definire un sistema di intervento comune".
In generale, Maroni ha lamentato ancora una volta come non "è possibile che l'Italia in quanto paese di frontiera venga lasciata sola a negoziare accordi bilaterali con i singoli paesi del Maghreb".
"Non può essere lasciato tutte sulle spalle dei paesi rivieraschi", "sulle spalle dell'Italia". Servono, ha detto Maroni, "politiche di aiuto economico e il rilancio della politica di sviluppo e cooperazione internazionale: non si può lasciare il fenomeno immigrazione alla competenza esclusiva dei singoli stati membri. L'evolversi degli eventi richiede un coinvolgimento europeo: la suddivisione degli oneri che gli stati di confine sopportano per l'immigrazione clandestina e per l'arrivo dei rifugiati".
"Da 1 gennaio al 6 aprile ci sono stati in Italia 390 sbarchi, con l'arrivo di 25.867 persone: 23.352 sono arrivati sulle Isole Pelagie, di questi 21.519 erano sedicenti tunisini provenienti dal sud della Tunisia. Nello
stesso periodo del 2010 erano arrivate 25 persone e questo dimostra che il sistema di controllo e prevenzione delle partenze è scomparso".
Saranno trasferiti oggi con un ponte aereo da Lampedusa i sopravvissuti nel
naufragio: la destinazione, spiega la Questura di Agrigento, non è stata ancora decisa. Dei 53 naufraghi salvati, i tre che avevano bisogno di cure mediche erano stati portati via ieri: due a Porto Empedocle e una donna, all'ottavo mese di gravidanza e con una broncopolmonite, a Palermo.
E' invece legato all'evolversi delle condizioni meteo il trasferimento dei circa 1.110 extracomunitari ancora presenti nel centro d'accoglienza dell'isola, che saranno imbarcati sulla nave "Flaminia" in rada davanti al porto di Lampedusa. Stamane il vento è calato, ma il mare, che ieri era Forza 6, è ancora agitato.