Mozione 118 (Bruno e più) “Sulla crisi libica e l’accoglienza di profughi nord africani”. Mozione 122 (Salis e più) “Sulla necessità di apprestare tutte le azioni necessarie per fronteggiare la situazione di emergenza che si potrebbe determinare a causa dello sbarco degli immigrati nella nostra isola”. Interpellanza (Uras e più) 225/A “Sulla situazione degli immigrati provenienti, soprattutto, dalle aree di instabilità politica e di guerra del Nord Africa e in generale del paesi del Mediterraneo”.
Proseguendo nell’ordine del giorno, la Presidente Lombardo sottopone all’esame dell’assemblea due mozioni ed una interpellanza riguardanti la crisi nel nord Africa, di cui si procede alla discussione congiunta.
Mozione 118 (Bruno e più) sulla crisi libica e l’accoglienza di profughi nord africani.
Mozione 122 (Salis e più) sulla necessità di apprestare tutte le azioni necessarie per fronteggiare la situazione di emergenza che si potrebbe determinare a causa dello sbarco degli immigrati nella nostra isola.
Interpellanza (Uras e più) 225/A sulla situazione degli immigrati provenienti, soprattutto, dalle aree di instabilità politica e di guerra del Nord Africa e in generale del paesi del Mediterraneo.
Nel suo intervento il capogruppo del Pd On. Mario Bruno, primo firmatario della mozione 118, ha ripercorso le tappe della vicende legate all’arrivo dei profughi tunisini in Sardegna, sottolineando fra l’altro che il governo nazionale ha “imposto una decisione dall’alto dopo aver chiesto ed ottenuto la collaborazione delle regioni e che il sito destinato all’accoglienza dei profughi è sicuramente inadeguato”. Con questa mozione quindi “chiediamo alla giunta regionale chiarezza sui programmi, su altri siti che potrebbero essere utilizzati per l’accoglienza e sulle risorse necessarie per fronteggiare il fenomeno”. Bruno ha poi valutato molto positivamente l’atteggiamento della comunità cagliaritana e dalle associazioni del volontariato, “un segnale importante e significativo che anche il consiglio regionale deve essere capace di raccogliere.”
L’altra mozione, la n° 122, è stata illustrata dal capogruppo dell’Idv On. Adriano Salis. “Condividiamo anche quella del centro sinistra-ha detto-ma abbiamo voluto mettere l’accento sulle modalità con cui si è affrontata la fase più acuta dwell’emergenza e, su questo, chiediamo conto alla giunta regionale”. Siamo per la solidarietà, ha proseguito Salis, e crediamo che questa vada coniugata con adeguate garanzie di sicurezza: “la giunta ha quindi il dovere di predisporre un programma di accoglienza umanitaria, ed è auspicabile che su questo punto l’assemblea sarda raggiunga una posizione comune.”
Il consigliere di Sel-Comunisti-Indipendentistas Radhouan Ben Amara ha illustrato l'interpellanza 225/A presentata dal suo gruppo sulla situazione degli immigrati provenienti soprattutto dalle aree di instabilità politica e di guerra del Nord Africa e in generale dei paesi del Mediterraneo. “La nostra interpellanza è un appello alla responsabilità etica, politica e culturale per arrivare a un patto di solidarietà con chi lascia una terra martoriata – ha affermato Ben Amara - vorremmo solo che la nostra isola sia terra di pace, amicizia e accoglienza degli altri popoli. I sardi sono amici per natura”. Per il consigliere della sinistra gli amministratori e la Regione dovrebbero dare più importanza ai sentimenti, all’ospitalità e alla solidarietà. L’interpellanza rivolge alla giunta la richiesta di conoscere cosa intenda fare per accogliere i rifugiati e se intenda aprire un tavolo con le varie rappresentanze degli immigrati.
La presidente Lombardo ha poi aperto la discussione generale sulle due mozioni e l'interpellanza.
Il primo a prendere la parole è stato Marco Espa, Pd, che ha definito come eccessivamente negative le notizie apparse sulla stampa riguardo agli episodi di violenza che sarebbero stati perpetrati dai rifugiati arrivati dalla Tunisia “che però nella realtà sono molto pochi”. Per Espa la campagna contro lo straniero alimentata in tutta Italia dalla Lega Nord sta producendo effetti devastanti e non deve attecchire nella cultura sarda. “Al primo punto ci deve essere l’accoglienza, lo spirito tipico della cultura sarda dell’ospitalità”, ha ribadito Espa sottolineando comunque la necessità di risolvere i problemi pratici che derivano dall’arrivo di questi rifugiati. Per il consigliere dei Democratici “i cittadini si devono mobilitare per un’accoglienza reale, dobbiamo trovare soluzioni senza prevaricazioni, dobbiamo essere pronti a fare il nostro dovere come popolo sardo”.
Sulla stessa linea anche Francesca Barracciu, Pd, che in apertura del suo intervento ha voluto ringraziare tutte le associazioni di volontariato e i cittadini che in questi giorni hanno lavorato per l’accoglienza dei rifugiati. Riferendosi allo slogan di Cagliari capitale del Mediterraneo, la Barracciu ha voluto sottolineare come invece la Sardegna non sia stata considerata durante questa emergenza da parte del governo nazionale. La consigliera dei Democratici si è poi soffermata su una breve analisi della situazione demografica isolana, specificando il forte invecchiamento della popolazione, e l’importanza dell’immigrazione come risorsa per l’isola: “Siamo di fronte a un’emergenza che coinvolge migliaia di persone alla ricerca di possibilità di sviluppo e noi siamo una regione avviata verso la desertificazione umana – ha affermato Barracciu - è dunque utile legare le due cose e trovare punti di connessione, bisogna andare oltre l’elemento nazionalità, bisogna integrare e valorizzare chi viene dall’Africa: è un dovere di coesione sociale e un vantaggio in termini economici e sociali”. Barracciu ha dunque chiesto alla giunta di inserire nell’agenda le politiche per l’immigrazione e la coesione “perché quello che sta succedendo deve essere letto non come problema ma come opportunità”.
Luciano Uras (capogruppo Sel – Comunisti – Indipendentistas) ha preso la parola per “testimoniare la vicinanza al dolore che patiscono le donne e gli uomini costretti a migrare dai loro Paesi, per fuggire a rischi gravissimi”. “Una vicinanza che va anche alle loro famiglie che rimangono, colpite nei loro diritti fondamentali. La Giunta – ha affermato Uras - ponga in essere le forme, in questa situazione d’emergenza, a sostegno dei migranti e dei profughi con status riconosciuto di rifugiati”. Per l’esponente dell’opposizione è doveroso aprire un tavolo di solidarietà attiva, assieme agli enti locali e a tutti gli operatori di settore, per definire un piano di accoglienza che non sia solo un fatto contingente, ma guardi a questo fenomeno come un fatto che può durare a lungo e che si potrebbe ripetere. “Abbiamo un grande rispetto per chi è dovuto fuggire dal proprio Paese – ha affermato Uras – perché pativa la fame. Ma, purtroppo, questo paese si è trovato ormai avvolto da una grigia nebbia di razzismo, avvolto dall’egoismo. Chiediamo anche un’altra cosa, all’assessore del Bilancio, che l’articolo 4 della legge Finanziaria del 2010 venga attuato: ossia quello che parla dei progetti speciali per l’Area Euromediterranea, con la realizzazione di indagini utili per sviluppare politiche di scambio culturale, politico e commerciale”.
Dopo Uras ha preso la parola l’on. Giulio Steri (capogruppo Udc-Fli). “Il problema dell’emigrazione è un problema che l’Italia e la Sardegna affronta già da tempo e deriva dal sottosviluppo del Continente africano. Noi oggi ci troviamo davanti all’aumento dell’emigrazione verso l’Italia, e questo fenomeno ha portato la Lega a lamentarsi per la mancanza di solidarietà dell’Europa verso l’Italia che sta affrontando questo fenomeno. Critica non condivisibile visto che l’Italia non si è posta, precedentemente, il problema di quello che succedeva negli altri Paesi europei”. Il capogruppo dell’Udc-Fli ha quindi criticato il governo nazionale: “Dobbiamo affrontare i motivi di questa immigrazione e risolvere i problemi del sottosviluppo dei Paesi africani e non limitarci a trovare il modo per non farli approdare in Italia. Il governo ha affrontato il problema con una linea politica nazionale non accettabile. Questa non è una politica solidale. Noi sardi – ha proseguito Steri - siamo aperti ad accogliere chi ne ha bisogno e dare loro tutta l’ospitalità necessaria. Ma qui nasce il problema del rapporto Italia-Sardegna. Il governo nazionale deve provvedere a compensare la Regione per le spese sostenute. Nessuno sconto deve essere fatto allo Stato: è un suo dovere. La Sardegna non si tira indietro, ma i nostri diritti devono essere rispettati. Invitiamo la Giunta a farsi valere con il governo”.
Per Cesare Moriconi (Pd) si tratta di un’emergenza umanitaria che richiede un intervento di vaste proporzioni. L’esponente del Partito democratico si è detto indignato per la ventata di autieuropeismo a cui ha assistito dopo la bocciatura da parte dell’Ue della linea italiana sull’immigrazione. Moriconi ha evidenziato la superficialità e la mancanza di coordinamento con cui è stato affrontato il problema degli emigrati, dopo l’arrivo dei 700 extracomunitari che sono stati alloggiati a Cagliari in viale Elmas. “E’ disgustosa la deriva razzista della Lega e del ministero dell’Interno. In Veneto come in Sardegna credo che debba essere garantita la sicurezza sia per gli ospitanti sia per gli accolti”. Secondo Moriconi: “I cagliaritani si sono distinti per la straordinaria ospitalità verso le centinaia di extracomunitari che sono fuggiti da atroci guerre. I disagi sono inevitabili e, purtroppo, anche i disordini, come è avvenuto in altre parti d’Italia e ieri anche a Cagliari. Disordini dovuti anche al modo in cui sono stati alloggiati, che sembra più una reclusione che un’accoglienza”. L’esponente del Pd ha poi rimarcato, come assolutamente negativa, la discriminazione da parte della nostra Regione tra i profughi libici e chi non lo è. “Bisogna promuovere la Sardegna come terra di solidarietà e accoglienza. Resta però la preoccupazione – ha concluso l’on. Moriconi - del rischio di nuovi e più importanti sbarchi nelle coste del sud dell’Isola e per questo chiedo alla Giunta che il Consiglio regionale sia informato se sia stato messo a punto un piano di intervento per far fronte a quest’emergenza anche alla luce della imminente stagione turistica”.
In apertura Pietro Pittalis, del Pdl, ha espresso una certa preoccupazione per l’uso eccessivo dello strumento regolamentare della mozione, anche perché “l’argomento all’ordine del giorno merita senz’altro una riflessione attenta ed equilibrata”. Questo però-ha precisato-non giustifica “la sistematica riproposizione di un conflitto politico a tutti i costi, che volutamente non tiene conto della complessità delle problematiche e di situazioni gravissime che, a poca distanza da noi, calpestano i diritti fondamentali della persona.”
Secondo Pittalis, questo è il tipo di approccio giusto al problema: “non ci interessa in questa sede dare una pagella al governo nazionale, quanto sapere se il presidente della regione e l’assessore hanno fatto del loro meglio, operando in un contesto difficilissimo”. L’esponente del Pdl ritiene che, nelle condizioni in cui si è potuto lavorare, “sia stato fatto tutto il possibile, anche coinvolgendo gli enti locali interessati, le associazioni di volontariato, la stessa Caritas”.
In conclusione, Pittalis ha ribadito la sua impostazione che privilegia il merito delle questioni rispetto ai pretesti per alimentare lo scontro politico, ed auspica “che si raggiunga un accordo per un ordine del giorno unitario, che assicuri il necessario sostegno all’azione del governo regionale.”
Successivamente, a nome del gruppo Sel-Comunisti-Indipendentistas, ha preso la parola Carlo Sechi, sostenuto dalla forte motivazione interiore “di voler esprimere solidarietà a popoli che sono stati privati con violenza della libertà e del lavoro. C’è una parte di umanità che sta vivendo un momento terribile e si sta riproponendo, sotto altre forme, la contrapposizione fra nord e sud del mondo”.
Il nord peraltro, ha osservato Sechi, ha premuto prima per la globalizzazione nei movimenti delle persone e delle merci, salvo poi “ricredersi per salvaguardare interessi egoistici e nazionali, gli stessi che stanno alimentando purtroppo la crescita di formazioni politiche xenofobe in molti paesi d’Europa”. Soffermandosi sulla situazione della Sardegna, Sechi ha ricordato la grande tradizione di ospitalità dell’isola “anche se oggi si percepiscono in modo diffuso arroganza e presunzione. Sicuramente i sardi non si tireranno indietro, se la regione saprà fare per intero la sua parte.”
La replica della giunta è stata affidata all’assessore Giorgio La Spisa che ha espresso in termini favorevoli l’opportunità data dalle mozioni e dall’interpellanza perché il Consiglio abbia avuto la possibilità di riflettere e assumere una posizione sul tema dell’immigrazione. Sintetizzando la posizione assunta sin dal principio dalla giunta regionale nell’emergenza degli sbarchi e nella gestione dei flussi migratori l’assessore ha voluto sottolineare come rispetto al fenomeno migratorio non si debba assumere una posizione pregiudizialmente discriminatoria in termini di nazionalità. Ma, a parere dell’assessore e della giunta, è necessario fare una distinzione ragionevole tra chi si muove perché fugge da situazioni di calamità naturali e di guerra da altre situazioni in cui le spinte migratorie sono favorite da criminali che trafficano in esseri umani. “La legge stabilisce che l’accoglienza per chi arriva sia diversa tra i richiedenti asilo e i clandestini che devono essere identificati – ha sottolineato l’assessore - l’accoglienza non può essere scambiata con il favoreggiamento nei confronti di chi arriva con cattive intenzioni”. Un altro aspetto sottolineato nell’intervento dell’assessore ha riguardato i ruoli istituzionali nei diversi livelli: “La materia dell’immigrazione deve essere gestita, con un’organizzazione politica e finanziaria, dallo Stato. Gli enti locali e la società civile possono mettere in piedi un coordinamento per gestire le situazioni, ma bisogna prestare attenzione che il governo non voglia scaricare tutta la responsabilità finanziaria agli enti locali”.
Mario Bruno, capogruppo Pd, ha preso la parola per annunciare la definizione di un ordine del giorno.
Nella contro-replica Adriano Salis, capogruppo Idv, ha espresso la disponibilità del gruppo nei confronti della giunta per qualsiasi iniziativa che volesse incanalare tutti gli atti della Regione in provvedimenti che puntino ad alleviare le condizioni di disagio di chi arriva dal Nord Africa. Radhouan Ben Amara, Sel-Comunisti - Indipendentistas, ha voluto sottolineare e puntualizzare la differenza di vedute con l’assessore La Spisa che “è per la sicurezza, mentre io per la contaminazione culturale”.
Dopo la sospensione di cinque minuti la seduta è ripresa con l’esame dell’ordine del giorno sottoscritto da tutti i partiti di maggioranza e opposizione sulla crisi libica e l’accoglienza dei profughi Nord Africani, che ha sostituito le mozioni (si intendono ritirate) presentate sul medesimo argomento. Nell’ordine del giorno si impegna la Giunta regionale a “operare, d’intesa con il Governo nazionale, per la definizione di un piano regionale di accoglienza e sistemazione dei migranti provenienti dai Paesi del Nord Africa con il massimo coinvolgimento e condivisione da parte delle comunità locali, del sistema associazionistico e del volontariato regionale; a conseguire ogni utile confronto istituzione perché la Sardegna possa disporre di strumenti e indirizzi volti all’attuazione di una concreta politica di integrazione e di inserimento socio-culturale in armonia con le capacità di solidarietà della Comunità sarda; a riferire in Consiglio regionale sulla proposta di piano regionale di accoglienza e dei relativi indirizzi, in coerenza con le indicazioni della protezione civile che dovrà, comunque, farsi carico del finanziamento del Piano di emergenza”.
La presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, ha chiesto il parere della Giunta, che è stato favorevole. L’ordine del giorno è stato messo in votazione e approvato (51 presenti, 50 voti favorevoli, 1 astenuto).
I lavori si sono conclusi, il Consiglio regionale è convocato per martedì 3 maggio alle ore 10.