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Medvedev propone nuove regole per la sicurezza nucleare

Danni per 124 miliardi di euro, tra le 10mila e le 100mila vittime, 600 milioni le persone colpite in tutta Europa, 30 chilometri inaccessibili e a tutt'oggi severamente controllati, 190 tonnellate di materiale radioattivo ancora da smaltire: venticinque anni fa, il 26 aprile 1986, l'esplosione del reattore numero 4 della centrale di Cernobyl faceva saltare in aria "la perla dell'industria atomica" sovietica, con danni incalcolabili.

Una tragedia che segnò per sempre non solo l'Ucraina ma tutto il mondo e il cui anniversario cade oggi all'ombra dell'emergenza di Fukushima. Il presidente ucraino, Viktor Yanukovic, e quello russo, Dmitry Medvedev, primo capo del Cremlino a visitare l'ex centrale nucleare, hanno reso omaggio alle vittime della catastrofe. E proprio il leader di Mosca ha annunciato che proporrà ai Paesi del G8 una convenzione internazionale "per aumentare la sicurezza" degli impianti atomici, pur ribadendo l'importanza del pacifico utilizzo dell'atomo, "la forma meno pericolosa e più economica di energia".

A Kiev le commemorazioni sono iniziate all'1.23 di questa notte, ora dell'esplosione. Venticinque rintocchi di campana hanno introdotto il discorso del patriarca della chiesa ortodossa russa, Kyrill, che ha rievocato i momenti terribili durante i quali "per la prima volta nella sua storia, l'umanità conosceva una tragedia di queste dimensioni".

Un ricordo che il dignitario religioso non ha potuto fare a meno di collegare con quanto avvenuto in Giappone dopo lo tsunami. Con lanci di fasci luminosi vicino all'impianto, Greenpeace ha ribadito "davanti alle vittime di Cernobyl" la sua battaglia contro il nucleare, scandendo slogan in russo, tedesco e giapponese. Secondo il responsabile dell'organizzazione ambientalista, Kumi Naidoo, "l'esplosione atomica ha avuto conseguenze spaventose per milioni di persone che ancora continuano a soffrire i postumi di quella disgrazia". 

Anche a Leopoli, nell'Ucraina occidentale e nella regione russa di Kaliningrad, l'anniversario di Cernobyl non è passato sotto silenzio. Le due città hanno inaugurato monumenti in ricordo dei cosiddetti liquidatori, gli eroici volontari scesi nelle profondità della centrale quando questa sprigionava ancora altissime dosi radioattive. A San Pietroburgo il centro ecologista norvegese Bellona ha acceso e lanciato in aria fiaccole di carta in ricordo del chilometrico muro di fuoco che 25 anni fa, bruciando per giorni, liberò nell'aria la gigantesca nuvola radioattiva, cento volte maggiore delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki nel 1945.