Sono almeno 500 le persone arrestate in Siria dopo la stretta decisa dal regime con l'invio dei carri armati a Deraa, cuore delle proteste contro Bashar al-Assad, dove oggi i militari hanno ripreso a sparare contro i civili. A denunciarlo è stata l'organizzazione per i diritti umani Sawasiah, secondo cui almeno 20 persone sono state uccise fra ieri e oggi nella città vicino al confine con la Giordania. Un bilancio che per Amnesty International, che ha denunciato la "brutale reazione alle richieste della gente", e' invece di 23 vittime.
"Testimoni ci hanno riferito che almeno 20 civili sono stati uccisi a Deraa ma non abbiamo i nomi e non siamo in grado di verificare", ha affermato un esponente di Sawasiah, aggiungendo che altri due civili sono stati assassinati a Douma, sobborgo della capitale. Un attivista di Deraa, Abazid Abdullah, ha riferito alla France Presse che anche stamattina sono in corso scontri, con le truppe che sparano contro gli abitanti. I militari avrebbero anche circondato l'abitazione di un religioso, che sabato scorso aveva rassegnato le proprie dimissioni per protesta contro la brutale repressione.
La Gran Bretagna ha reso noto di aver avviato contatti con i partner internazionali per studiare nuove misure contro il regime siriano. L'annuncio arriva all'indomani di un nuovo giro di vite nella repressione delle proteste, con il presidente Bashar al-Assad che ha mandato in campo i blindati contro i dimostranti a Deraa.
Lunedi' sera un funzionario dell'Amministrazione Usa aveva fatto sapere che Washington e' pronta a adottare "sanzioni mirate" contro le autorità siriane.