La sesta commissione (Industria), presieduta dall’On. Alberto Randazzo (Pdl) ha sentito in audizione il Presidente della Carbosulcis Sergio Matzuzzi sulle problematiche aziendali.
Matzuzzi ha sottolineato in apertura che l’azienda è attualmente impegnata in un progetto di grande valore tecnologico che, in vista della privatizzazione il cui bando di gara dovrà essere pubblicato entro il 31 dicembre prossimo, la collocherà in un contesto nazionale ed internazionale di importanza strategica.
“Il progetto-ha spiegato-è quello di realizzare una centrale capace di produrre energia elettrica attraverso la cattura della Co2 ed il suo stoccaggio in profondità, fino a 1000 metri sotto il livello del mare. Le caratteristiche particolari del sito isolano, inoltre, consentiranno anche di produrre metano, ottenuto iniettando la Co2 allo stato liquido a grandi profondità. A regime, il giacimento dovrebbe attestarsi su una produzione di circa 800.000 tonnellate di carbone l’anno, che sarà venduto in parte alle aziende energivore dell’area di Portovesme.”
Trovandosi in una fase centrale del processo di privatizzazione (entro il prossimo mese di giugno il progetto sarà sottoposto all’esame finale dell’Unione europea) l’azienda-ha precisato il Presidente-“vuole arrivare a questo appuntamento preparata e nelle migliori condizioni per attirare l’interesse dei possibili acquirenti; potenzialmente tutti i grandi gruppi europei come Eni, Endesa e la stessa Enel, ed altri a livello mondiale.”
Non si tratta quindi di un progetto concepito “per difendere in modo acritico i posti di lavoro-ha continuato Matzuzzi-ma per dare vita ad una iniziativa che propone un buon equilibrio fra sostenibilità economica, spessore industriale, capacità di stare sul mercato, sicurezza e rispetto dell’ambiente.” Oltre che in questi elementi, la “forza” del progetto sta anche nelle dimensioni dell’investimento, 1 miliardo e mezzo di euro, nelle sue potenzialità occupazionali anche in termini di nuove professionalità e nello sviluppo della ricerca “a valle”, che già oggi consente di riutilizzare alcuni sotto-prodotti della lavorazione (come le ceneri inerti che vengono impiegate nell’edilizia stradale) ed altri, come i liquidi di lavaggio rivelatisi buoni fertilizzanti per l’agricoltura, sono in fase avanzata di studio con la collaborazione dell’Università di Sassari.
Nello stesso tempo, ha concluso il Presidente della Carbosulcis, “siamo impegnati nel controllo rigoroso dei conti, che presenta alcune problematiche complesse legate a situazioni ereditate dal passato, e in una gestione prudente ed oculata del nostro programma di investimenti, a stretto contatto con l’azionista-Regione. Anche questo fa parte delle credenziali che intendiamo sottoporre all’attenzione del mercato con la privatizzazione.”
Al termine dell’esposizione di Matzuzzi hanno preso la parole l’On. Massimo Mulas (Misto) e l’On. Paolo Dessì (Psd’Az), che hanno chiesto chiarimenti su contenuti specifici del progetto. Red