E' durissimo il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. "Vorrei evitare che adesso si potesse pensare di rimediare all'incredibile videomessaggio di Berlusconi lasciato passare ieri a reti unificate mandando qualche immagine, qualche parola mia o di altri dirigenti nazionali dei partiti di opposizione. Ciò che è accaduto ieri costituisce una vergogna insanabile".
"Non è possibile - prosegue il leader dei Democratici - che si lasci mano libera al padrone e poi si pensi di risarcire con qualche compensazione i colpiti. Su questo tema voglio essere chiaro. Innanzitutto, lo squilibrio e l'invasione dei teleschermi in campagna elettorale vanno evitati prima, non dopo, e questa è una responsabilità specifica delle aziende e dei giornalisti, che devono fare il proprio mestiere e non trasformarsi in microfoni. E da questo punto di vista la vergogna non si cancella e bisogna che aziende e giornalisti rendano conto di un tale comportamento".
"Inoltre - aggiunge - penso che l'Autorità per le Comunicazioni debba chiedersi quale sia la propria attività e a che cosa serva se arriva sempre dopo, e con sproporzione di intervento tra ciò che viene fatto e la sanzione".
"Infine, va detto che noi non intendiamo utilizzare gli stessi metodi di Berlusconi. Dunque - conclude - considerato che Berlusconi ha parlato di Milano, avendo messo ben in evidenza il simbolo del partito, diciamo che se si parla di riequilibrio questo deve riguardare Pisapia: è lui che è stato colpito, è a lui che deve essere data la parola".
Nel pomeriggio era intervenuto il presidente della Rai, Paolo Garimberti, per sottolineare che "serve un riequilibrio tempestivo per dare spazio a punti vista di candidati o leader di partiti diversi da quello del presidente del consiglio".
"Un conto è dare una notizia, e il primo commento del Presidente del Consiglio ai risultati delle amministrative certamente lo era. Altro discorso - dice Garimberti - è consentire che questa notizia diventi poi una sorta di comizio, per giunta senza un'adeguata compensazione con opinioni di altri candidati".
"Questo - ed è ben noto - nessun giornalista dovrebbe mai permetterlo, meno che mai i giornalisti del servizio pubblico che devono sempre avere chiara la missione fondamentale che è affidata loro: informare e dare al cittadino la possibilità di avere un panorama completo delle opinioni. Alla luce di quanto accaduto, è necessario che la Rai - per adempiere appieno alla sua missione di Servizio Pubblico - riequilibri tempestivamente - conclude il presidente - dando spazio, sui temi delle amministrative, a punti di vista di candidati o leader di partiti diversi da quello del Presidente del Consiglio".
Fnsi e Usigrai hanno promosso per lunedì alle 17, davanti alla sede Rai di viale Mazzini, un sit-in di protesta per gli interventi in televisione del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: "Non è accettabile l'uso padronale del servizio pubblico che il presidente del Consiglio sta facendo in queste ore".
"Bene ha fatto l'Agcom a proporsi stavolta di agire con tempestività. E bene ha fatto il presidente della Rai Garimberti a chiedere con urgenza interventi di riequilibrio. Il vertice Rai (Garimberti ma anche il neo direttore generale, Lorenza Lei, accolta nel nuovo incarico da un coro di consensi che ora va misurato sui fatti) non può non sentire il dovere di salvare la credibilità stessa dell'azienda, messa a rischio da quei direttori che stanno dando un'immagine così asservita delle loro testate. Il sindacato dei giornalisti intende contrastare nel modo più fermo questi oltraggi al pluralismo dell'informazione. Perciò Fnsi e Usigrai convocano per lunedì 23 maggio, alle ore 17, un sit-in in viale Mazzini davanti alla sede della Rai. Sono invitate a partecipare le forze sindacali e sociali e tutti i cittadini che sentono leso il loro diritto ad avere dal servizio pubblico informazione e non propaganda"