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Presentata oggi in Consiglio regionale dal gruppo Idv una interrogazione sul mancato avvio della sperimentazione del “metodo Zamboni” per la cura della sclerosi multipla in Sardegna

Il gruppo Idv in Consiglio regionale ha presentato una interrogazione, primo firmatario Daniele Secondo Cocco, per sollecitare in Sardegna l’avvio della sperimentazione del “metodo Zamboni” per la cura della sclerosi multipla.

L’argomento era già stato trattato in aula lo scorso 1° febbraio durante l’esame di una interpellanza presentata dagli stessi esponenti dell’Italia dei Valori. Alla luce del fatto che allora non venne “assunto alcun impegno”, l’assessore alla Sanità Antonello Liori viene invitato a valutare l’opportunità di procedere in tempi brevi sulla scia di quanto fatto da altre regioni e a rendere note le motivazioni che finora hanno impedito di far partire la sperimentazione nelle strutture specializzate delle Aziende sanitarie locali di Cagliari, Sassari e Nuoro.

Il “metodo Zamboni” nasce dalle ricerche di Paolo Zamboni, chirurgo vascolare dell’Università di Ferrara. Secondo lo studio, la sclerosi multipla, in circa il 95% dei casi, potrebbe essere causata in maniera determinante da un’alterazione del sistema nervoso chiamata CCSVI (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica).

I consiglieri Idv ricordano che altrove la sperimentazione va avanti con esiti incoraggianti, benché ancora manchino le sufficienti evidenze scientifiche in grado di far stabilire univocamente una terapia di correzione della CCSVI. In ogni caso, si legge nell’interrogazione, “la Sanità sarda resta a guardare” mentre i pazienti che volessero sottoporsi alla sperimentazione sono costretti ad andare fuori dall’isola “con i comprensibili gravi disagi e i rischi relativi agli spostamenti di persone sofferenti spesso gravate da disabilità motorie e costrette anche a sostenere pesanti costi aggiuntivi”. Red