Il 12 e 13 giugno si voterà anche per il referendum sul nucleare. L'ufficio elettorale della Corte di Cassazione ha stabilito, infatti, che le modifiche apportate dal governo alle norme sul nucleare non precludono la celebrazione della consultazione popolare. La Cassazione ha quindi confermato che i cittadini potranno esprimersi anche sul quesito depositato a suo tempo dall'Idv, che resta in campo assieme agli altri tre, due sull'acqua e uno sul legittimo impedimento di premier e ministri a partecipare alle udienze.
E' stata così accolta l'istanza presentata dall'Idv che chiede di trasferire il quesito sulle nuove norme appena votate nel dl Omnibus: quindi la richiesta di abrogazione rimane la stessa, ma invece di applicarsi alla precedente legge si applicherà' appunto alle nuove norme sulla produzione di energia nucleare (art. 5 commi 1 e 8).
Oltre 80 associazioni, aggregate sotto l'ombrello del Comitato referendario 'Vota Si per fermare il nucleare', si apprestano a combattere la battaglia definitiva, quella delle urne, il 12 e 13 giugno prossimo. L'obiettivo è raggiungere il quorum e portare a casa il massimo risultato: l'abrogazione dei due articoli del decreto Omnibus che contengono le nuove norme del governo sull'atomo.
La maggioranza, annuncia ufficialmente in serata Silvio Berlusconi, lascerà libertà di voto spiegando di "non aver posizioni preconcette" su questo tema, ma il ministro Paolo Romani lancia l'allarme sul futuro della politica energetica italiana.
Del resto, come avrebbe riferito lo stesso premier in un incontro con il presidente dell'Argentina Cristina Kirchner, "i costi dell'energia, in Italia, sono del 40% superiori a quelli della Francia, dove esistono impianti di energia nucleare" e senza ricorrere all'atomo ci sarebbero ripercussioni sulle bollette.