I lavori del Consiglio regionale si sono aperti questa mattina, alle 10.00, sotto la presidenza di Claudia Lombardo. All'ordine del giorno il disegno di legge 222/A (parte prima) "Disposizione nei vari settori di intervento (Collegato alla manovra finanziaria 2011-2013)".
In apertura la presidente ha comunicato che il 16 giugno 2011 "è pervenuta copia della decisione della Corte Costituzionale n. 184 del 7 giugno 2011 con la quale si dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 20, commi 8 e 9, della legge regionale 7 agosto 2007, n. 5 (Procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi, in attuazione della direttiva comunitaria n. 2004/10/CE del 31 marzo 2004 e disposizioni per la disciplina delle fasi del ciclo dell’appalto)". Claudia Lombardo ha anche comunicato all'Aula che "nel Buras n. 17 del 6 giugno 2011 è stata pubblicata l'ordinanza n. 168 del 12 maggio 2011 con la quale la Corte costituzionale, considerata la rinuncia del Presidente del Consiglio dei Ministri al ricorso contro l'art. 23, comma 1, lettera c), della legge regionale 30 giugno 2010, n. 13 (Disciplina delle attività europee e di rilievo internazionale della Regione autonoma della Sardegna e modifiche alla legge regionale 15 febbraio 1996, n. 12), dichiara estinto il processo".
La presidente ha quindi dichiarato aperta la discussione sull'articolo 27 e sugli emendamenti per il quale ha preso subito la parola Mario Bruno (capogruppo del Pd) che ha chiesto la verifica del numero legale. Non essendo presenti in Aula il numero di consiglieri minimo, come stabilito dal Regolamento, la Presidnete Lombardo ha sospeso la seduta per 30 minuti.
Alla ripresa dei lavori, alle 10.54, è stata nuovamente chiesta la verifica del numero legale. La presidente, dopo aver accertato che erano presenti in Aula il numero di consiglieri previsto dal Regolamento, ha quindi dato la parola a Luciano Uras (capogruppo Sel - Comunisti - Indipendentistas), che ha dichiarato: "L'articolo 27 è un articolo corposo e ha un blocco di emendamenti significativo, alcuni presentati con lo scopo di sviluppare la discussione più che di ottenere il risultato. Ci sono emendamenti significativi, tra cui quelli sull'organizzazione della Regione, sulla funzionalità della spesa e sulle attività a sostegno del mondo dello sport".
"E' un articolo - ha sottolineato Uras - che rappresenta una buona sintesi di questo provvedimento: ossia un provvedimento omnibus che dilata la spesa, che non fa un assestamento di bilancio, un provvedimento debole sotto profilo della risposta sociale e all'impresa. Al primo comma si parla del fondo di trattamento di quiescenza dei dipendenti regionali, allungando il periodo della restituzione del debito consentendo di aumentare le rate da 24 a 48". L'esponente dell'opposizione ha poi aggiunto: "Questo impianto amministrativo e burocratico assorbe di fatto la totalità del bilancio. Non abbiamo cognizione della drammaticità del momento che viviamo. Perché abbiamo fatto questa concessione? Quale è l'utilità collettiva? Preoccupiamoci dei disperati".
Uras ha poi ricordato le discussioni fatte sul buco di Abbanoa di 400 milioni di euro e sul fatto di intervenire per aiutare le società importanti per l'Isola. D'accordo anche Tarcisio Agus (Pd), il quale ha affermato: "E' un articolo omnibus: si parla di enti regionali, sport, sanità e personale. Un crogiolo di interventi disarticolati". L'esponente dell'opposizione ha poi focalizzato il suo intervento sull'emendamento della Giunta n. 183 (sugli Ipab) "con cui la Giunta cerca di risolvere il problema del Centro di riabilitazione di Ploaghe". In particolare, annunciando che chiederà al suo partito di presentare una mozione di sfiducia per l'assessore regionale della Sanità, Antonello Liori, Agus ha affermato: "Ho presentato l'emendamento 187 all'emendamento per cercare di spiegare meglio di che cosa stiamo parlando. L'assessore ha in mano una situazione esplosiva". Per Agus scaricare le responsabilità "sul Pd di Guspini è inaccettabile", accusando l'assessore di aver utilizzato due pesi e due misure nell'affrontare la situazione del centro di Ploaghe e quello di Santa Maria Bambina. Secondo l'esponente del Pd l'assessore ha dato pubblicità di dati sul bilancio del centro di Plaghe con corrispondenti ai dati reali ("I bilanci vanno interamente letti e non solo una voce") e ha evidenziato gli importanti risultati raggiunti dal centro, che meritano di essere tenuti nella dovuta considerazione.
Gian Valerio Sanna (Pd) ha definito l'articolo 27, vista la sua consistenza e i 140 emendamenti, "l'emblema del collegato e della situazione in cui ci troviamo. Ingrandire il debito è sempre preoccupante - ha dichiarato - ancora di più quando nessuno ha la percezione esatta della condizione debitoria di questa Regione".
"Non è chiaro - ha spiegato - a quanto ammonti l'entità del passivo delle partecipate regionali, in primis Abbanoa, e della sanità, il cui debito è stato solo 'spostato' tagliando il bilancio preventivo. In questa condizione di incertezza, Sanna si è detto contrario alla scelta di creare un fondo di garanzia di 50 milioni di euro da destinare ad Abbanoa. Una scelta che avrebbe come solo effetto quello di "ricontrattarne il debito, togliendo quei soldi da fonti attive di sviluppo. Anche la 'questione entrate' - ha sottolineato - è finita in sordina. Stiamo in una situazione acclarata di furto da parte dello Stato, nell'acquiescenza di questa maggioranza e, quasi, nella goduria del suo presidente, che preferisce farsi un viaggetto nelle navi siglate dalla regione Sardegna piuttosto che andare all'origine dei problemi".
Gian Paolo Diana (Pd) si è rivolto al presidente Cappellacci e alla Giunta chiedendo loro se ci fosse un minimo comune denominatore nell'articolo 27 o se si trattasse semplicemente di una somma di interventi per soddisfare le clientele. "E' una domanda che vien da sé a leggere l'articolato: c'è di tutto, dalle Asl passando per la spesa farmaceutica agli interventi per il personale", ma neanche un accenno al sistema delle autonomie locali. Anche per Diana la questione Abbanoa è cruciale e "aleggia pesantemente. Varare un provvedimento per intervenir sul debito del gestore unico del servizio idrico integrato non è possibile senza che l'Assemblea sia informata sull'esistenza o meno di un piano di rientro per i crediti che la partecipata regionale non riesce a recuperare". Diana ha quindi stigmatizzato l'assenza in Aula dell'assessore alla Sanità, Antonello Liori, e di quello al Bilancio, Giorgio La Spisa: "In particolare, l'assessore Liori è chiamato a spiegare perché, da qualche mese, gli ammalati sardi paghino il ticket su tutti i farmaci - per un accordo saltato tra le case farmaceutiche e il Ministero della Salute che si accollava il 40% del costo - mentre alcune regioni d'Italia sono intervenute surrogando l'intervento dello Stato. Infine - ha sottolineato - l'incoerenza di inserire nell'articolo 27 commi riguardanti il personale quando si era stabilito precedentemente che sarebbero stati affrontati nel dl 71 del 2009 (Norme in materia di organizzazione e personale)".
Secondo Adriano Salis, capogruppo dell'Idv, l'articolo 27 evidenzia in modo molto concreto la natura profondamente contraddittoria del collegato, "il peggio che abbiamo potuto affrontare. Dentro - ha detto - c'è il disagio crescente di chi cerca a malapena di fronteggiare gli aventi, assieme alla volontà di mantenere il consenso di certe aree elettorali, ma non si incide sulle vere emergenze della Sardegna. C'è solo - secondo Salis - un qualcosa che si potrebbe definire 'accontentamento' nelle materie più disparate, attraverso micro-interventi. C'è molto bisogno, invece, di impegnarsi a fondo per trovare soluzioni ai veri problemi della regione, 'non certo di rincorrere le esigenze particolari'. Ci vuole coraggio - ha aggiunto - ma bisogna abbandonare per sempre la strada delle 'regalie', altrimenti non si riesce a governare la crisi,"che oggi può travolgere non solo la maggioranza, ma tutta la politica".
Dopo aver lamentato con accenti fortemente critici l'assenza dall'aula dell'Assessore della Sanità, alla guida di un settore "che pure assorbe la metà del bilancio della Regione e quindi dovrebbe essere particolarmente interessato ad ogni ipotesi di risparmio e contenimento degli sprechi", Salis ha rivolto alla maggioranza un appello a rinunciare "agli emendamenti che si allontanano dalla strada del rigore, per rilanciare un impegno comune che appare sempre più urgente in un momento così grave e difficile, reso ancora più complesso dall'arrivo della prossima manovra finanziaria del governo da 40-45 miliardi; ci dobbiamo preparare per non restare sorpresi da quello che accadrà nei prossimi mesi".
Iniziando il suo intervento il capogruppo del Pd, Mario Bruno ha rimarcato l'assenza dall'aula del presidente Cappellacci e, rivolgendosi alla Presidente dell'assemblea Lombardo ha ricordato che "fra finanziaria e collegato il consiglio è stato impegnato per 8 mesi. Peraltro, il collegato è stato stravolto della maggioranza con un rilevante contributo della stessa giunta. Nel frattempo - ha detto ancora - non si lavora su leggi di settore, stiamo ancora aspettando idee, strategie, proposte, mentre arrivano a puntate nuove dichiarazioni programmatiche del Presidente Cappellacci".
Bruno ha poi ribadito, a nome del suo gruppo, la richiesta di ritiro "o di bocciatura di tutti i suoi commi" dell'art. 27 del collegato, "che non affronta in modo serio i veri problemi della Sardegna: Abbanoa, il sistema aeroportuale, la vertenza entrate, i fondi Fas, il federalismo fiscale, la revisione del patto di stabilità, la scuola, la sanità. Dobbiamo mettere a punto - ha infine sottolineato il capogruppo del Pd - la strategia della regione sulle grandi questioni che interessano davvero i sardi e farlo nel più breve tempo possibile perché, nei fatti, la legislatura è già conclusa".
Al termine di quest'ultimo intervento, la Presidente Lombardo ha sospeso i lavori e convocato la conferenza dei capigruppo.
Alla ripresa dei lavori, dopo i pareri sugli emendamenti da parte del relatore di maggioranza Paolo Maninchedda e della Giunta, con l'assessore alla Programmazione Giorgio La Spisa, la presidente Claudia Lombardo ha dato avvio alla votazione degli emendamenti.
In esame l'emendamento 143, sostitutivo parziale dell'articolo 27 (comma 11) che modifica la percentuale della quota destinata dalle Province alle Pro loco dal 2.50% al 3%.
A prendere la parola per le dichiarazioni di voto sull'emendamento il consigliere del Pd Gian Valerio Sanna, polemico sulla presentazione degli emendamenti e sui pareri forniti in Aula.
Il collega di gruppo Franco Sabatini ha poi spiegato che l'emendamento "tende a correggere un principio recepito dalla commissione sul vincolo per il fondo unico alle Province al fine di garantire i fondi alle Pro loco come sempre avvenuto".
Luciano Uras, capogruppo Sel-Comunisti-Indipendentistas ha annunciato la richiesta di votazione per parti sull'articolo 27 per abrogare il comma 11.
Giuseppe Cuccu, Pd, ha espresso riserve sull'emendamento e sul comma, "ma se deve rimanere in piedi il comma 11 la percentuale deve aumentare al 3%. Se invece si potesse fare un ragionamento serio sul fondo unico noi non ci sottrarremo". Anche Angelo Stochino, Pdl, ha voluto richiamare l'attenzione sull'importanza dell'emendamento e ha fatto appello al presidente della Commissione perché "l'approfondimento sulla percentuale di stanziamento ha portato a capire che era necessaria una modifica per dare sicurezza alle stesse Pro loco sulla certezza dei contributi".
Critico invece il consigliere Antonio Solinas, Pd: "Non è la prima volta che si discute del fondo unico con vari tentativi di ridimensionare l'importanza del fondo unico per gli enti locali", ha affermato annunciando il proprio voto contrario.
La presidente Lombardo ha poi messo in votazione, con voto elettronico palese, l'emendamento 143 che è stato approvato con 29 voti favorevoli, 27 contrari e 2 astensioni.
Dopo di che si è passati alla discussione dell'emendamento 243, sostitutivo parziale del comma 24 (Misure a sostegno dei piccoli Comuni). Il primo a prendere la parola è stato Luciano Uras (capogruppo Sel - Comunisti - Indipendentistas) ha ribadito la richiesta di votazione per parti e, in riferimento alla votazione precedente, ha affermato: "Le cose non vanno fatte perché c'è una pressione legata al consenso, ma per le esigenze complessive della comunità. Siamo consiglieri regionali e non comunali. Io esprimo, per questo emendamento, il voto di astensione. Vorrei votare a favore, ma non lo faccio perché credo che questa materia non vada trattata 'a spot', ma in maniera più compiuta. Ma mi asterrò per sensibilità verso l'argomento".
Per Adriano Salis (capogruppo Idv) "c'è la volontà di dare una risposta unitaria al problema complessivo delle autonomie locali". Il consigliere ha poi evidenziato come l'approvazione dell’emendamento precedente sia stato una contraddizione: "Va bene che le Pro loco hanno la loro importanza, ma mi sembra tutto un paradosso". Per quanto riguarda l'emendamento 243, Salis ha affermato: "E' una norma in favore dei piccoli Comuni: mi sarei aspettato che di queste misure trattasse però in un ragionamento più complessivo". Critico Pierpaolo Vargiu (capogruppo dei Riformatori sardi - Liberaldemocratici) con chi, nella maggioranza, ha disatteso al parere del presidente della Commissione Bilancio e della Giunta votando l'emendamento 143. "Voterò a favore dell'emendamento 243. Visto quanto successo nella votazione precedente, d'ora in poi i Riformatori voteranno secondo coscienza". A sostegno della votazione del 143 è intervenuto Gian Valerio Sanna (Pd): "Voi state distruggendo i Comuni".
Ha preso, quindi, la parola Paolo Maninchedda (Psd'Az), primo firmatario dell'emendamento, che ha cercato di spiegare la ratio di questo testo. In particolare, l'esponente del’Psd'Az ha spiegato come l'emendamento ha l'obiettivo di "mettere in sicurezza i fondi per politica di vantaggio fiscale e li destina ad altro". Voto favorevole è stato annunciato da Angelo Stocchino (Pdl) che, riferendosi all'intervento critico di Pierpaolo Vargiu, si è assunto la responsabilità di quanto accaduto durante la votazione dell'emendamento 143, sollevando da responsabilità l'intero gruppo del Pdl: "Se ho sbagliato chiedo umilmente venia". Critico verso l'esito della votazione sul 143 anche il capogruppo di Udc-Fli, Giulio Steri: "Nonostante le affermazioni dell'on. Stocchino è evidente che l'emendamento sia stato votato da svariati esponenti del Pdl. Prendiamo atto di quanto successo". La presidente Lombardo ha messo in votazione l'emendamento 243, che è stato approvato.
Si è aperta la discussione sull'emendamento 213 che nel comma 24, (misure di sostegno ai piccoli comuni) sostituisce a comuni fino a mille abitanti, la dicitura fino a duemila abitanti. L'emendamento è stato illustrato da Francesca Barracciu (Pd), che ha spiegato la necessità di elevare la norma fino a duemila abitanti come misura di equità per favorire i comuni che vivono le stesse condizioni di quelli al di sotto dei mille. Barracciu ha chiesto alla maggioranza un ripensamento sull'emendamento. Paolo Maninchedda (Psd'Az) ha spiegato che il parere contrario della maggioranza all'emendamento 213 nasce da dati statistici elaborati da autorità di gestione del programma di sviluppo rurale Sardegna. Inoltre, con accordi di programma (secondo quanto stabilito dall’emendamento 34) è possibile estendere la norma anche ai comuni al di sopra dei mille abitanti in cui si ravvisino condizioni di criticità. Ha quindi invitato Barracciu al ritiro dell'emendamento; invito accolto dalla consigliere del Pd che ha espresso l'auspicio che in tempi brevi si metta mano a un provvedimento complessivo sui piccoli comuni della Sardegna.
La presidente Lombardo ha quindi passato la parola a Luciano Ura (Sel-Comunisti-Indipendentistas) per la conferma sulla richiesta della votazione per parti dell'articolo 27. Uras ha chiesto quindi di votare separatamente il comma 5 (con voto segreto), mentre Luigi Lotto (Pd) ha chiesto il voto separato per il comma 4, e Adriano Slais (Idv) ha domandato la votazione per parti sul comma 15 (con voto elettronico palese) e sul comma 2 (con voto segreto).
La presidente Lombardo ha messo in votazione l'articolo 27: l'Aula ha approvato l'articolo. Di seguito, la votazione sul comma 2 (favorevoli 38; contrari 24; astenuti 2) e sul comma 4 e sul comma 5 (favorevoli 33; contrari 30; astenuti 1), che sono stati tutti approvati.
Si è aperta poi la discussione sul comma 15. Uras ha ironicamente fatto i complimenti al consigliere Mario Diana (Pdl) per aver ottenuto un risultato che perseguiva da tempo: "Modificare la filosofia del fondo unico e riportare alla Regione la possibilità di predestinare l'utilizzo de fondo". Ha quindi dichiarato il suo voto contrario al comma 15, perché fino all'ultimo - ha sostenuto - "difenderò la filosofia del fondo unico sancita dalla precedente maggioranza, senza tentennamenti come invece i colleghi del Pd".
Anche per Salis (Idv) questo comma dimostra in maniera evidente la volontà della Giunta e della maggioranza di smantellare il fondo unico.
Gian Valerio Sanna (Pd) ha annunciato il voto contrario del Pd. Ha quindi chiesto "a chi si preoccupa di un emendamento che aveva una finalità di mera provocazione di calmare i bollori", sottolineando l'inopportunità di dare o prendere bacchettate quando ci sarebbe "un elenco di persone che si son portate a casa interessi particolari".
Franco Cuccureddu (gruppo Misto) ha dichiarato la sua astensione anche se "vorrei votare contro, per motivazioni differenti da quelli appena sentiti, ma mi rendo conto che su questo argomento la maggioranza ha un orientamento diverso". Anche Mario Bruno (Pd) ha espresso il voto contrario di tutto il gruppo al comma 15 e all'articolo 27 "perché riteniamo che per l'Unione dei Comuni unione andrebbero eventualmente destinate risorse aggiuntive". Chicco Porcu (Pd) ha confermato il suo voto contrario, chiarendo che il fondo unico "una di quelle grandi riforme fatte nella scorsa legislatura per l'autonomia degli enti locali, andrebbe potenziato e non minato". Anche Daniele Secondo Cocco (Idv) ha dichiarato il voto contrario a questo comma per tutelare i comuni dell’entroterra e gli amministratori locali. Il comma 15 è stato messo in votazione con voto elettronico palese ed è stato approvato (33 favorevoli; 23 contrari; 5 astenuti).
I lavori del Consiglio proseguiranno questo pomeriggio alle ore 16.00. Red.