L’ormai ex latitante Mauro Ortu, di 41 anni, nativo di Guasila, destinatario di provvedimento di cattura internazionale in esecuzione di un ordine per la carcerazione ad una pena detentiva 18 anni e sei mesi di reclusione, per reati inerenti il traffico internazionale di stupefacenti, sarà estradato in Italia dove giungerà a Roma, con volo internazionale, proveniente da Mosca, scortato da personale dell’Interpol. Dopo la notifica del provvedimento di cattura, l’Ortu sarà tradotto presso la Casa Circondariale Rebibbia di Roma.
Nel corso del 2010, le Sezioni Criminalità Organizzata delle Squadre Mobili di Cagliari e Sassari e la Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Alghero, hanno effettuato un’attività investigativa finalizzata alla cattura del ricercato.
Ortu, latitante dal 2004, è soggetto di assoluto spessore criminale evidenziatosi in numerose indagini del passato concernenti l’importazione in Sardegna di ingenti quantitativi di stupefacente (eroina, cocaina e hashish) ed in grado di intrattenere rapporti illeciti direttamente con le organizzazioni criminali della penisola (in particolare la ‘ndrangheta) e con consorterie criminali radicate in altre nazioni europee, in Medio Oriente e nel Sud America.
La condanna a 18 anni di reclusione fu inflitta dalla Corte d’Appello del Tribunale di Sassari, confermata dalla Corte di Cassazione, in quanto egli era individuato come il destinatario di
All’epoca, l’attività investigativa della polizia giudiziaria ha permesso di appurare che il destinatario finale dello stupefacente sequestrato era proprio l’arrestato che, per tale fatto, fu condannato appunto a 18 anni di reclusione, pena divenuta definitiva nel 2004 con valenza in ambito internazionale.
Dopo complesse e articolate indagini - coordinate dal Sostituto Procuratore Michele Incani, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari - fondate soprattutto sull’analisi di tabulati di traffico telefonico riferiti ad un periodo piuttosto prolungato, e ad un’intensa attività investigativa supportata da intercettazioni telefoniche e telematiche, era stato accertato, dapprima, che Ortu aveva trovato riparo in una imprecisata località della Federazione Russa, e successivamente è stata individuata l’esatta abitazione utilizzata dal latitante.
Costui era stato individuato nella città di Yaroslavl dove conviveva con la fidanzata russa e dalla quale aveva avuto, nel novembre 2009, una figlia. Sulla base di tale importante risultato investigativo si è generata una stretta sinergia tra gli inquirenti della Polizia Italiana e la Polizia Russa, coordinato dall’Interpol, in contatto con l’ufficiale italiano di collegamento a Mosca, e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.
Dopo aver inviato alle autorità russe, per il tramite della Procura Generale presso la Corte di Appello di Sassari, un copioso dossier, interamente tradotto in lingua madre, alle ore 19.50 di sabato 23 ottobre 2010, avuto ulteriore riscontro che il ricercato sardo si trovava effettivamente all’interno dell’abitazione, forze speciali della polizia di Yaroslavl hanno fatto irruzione all’interno dell’appartamento dove hanno quindi arrestato il latitante.
Durante le fasi dell’arresto, Ortu non ha opposto resistenza, data anche la presenza della piccolissima figlia, quindi l’uomo è stato associato in una struttura carceraria della Federazione Russa in attesa della definizione delle pratiche autorizzative all’estradizione verso il territorio italiano realizzatasi per l’appunto nella serata di ieri.