"La tessera numero uno del Pd ha vinto": e' la battuta indirizzata a De Benedetti che sarebbe sfuggita a Silvio Berlusconi che, chi lo ha sentito, descrive "furioso". La condanna in appello della Fininvest a risarcire 560 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti per la vicenda del lodo Mondadori (una sentenza che Umberto Bossi definisce "pesante" pur augurandosi che non sia politica) non è un fulmine a ciel sereno (era "attesa", "annunciata", "scontata", dicono dal Pdl).
Ma fa comunque sentire il presidente del Consiglio "vittima di una violenza", pur se rassicurato dalle parole del senatur intenzionato a non lasciare il Governo per non far rischiare al paese la fine della Grecia. Ma la sentenza induce il premier ad annullare l'annunciata visita a Lampedusa, per rifugiarsi nella dimora sarda di villa Certosa.
"La Cassazione non potrà che annullare la sentenza", si dice sicuro l'avvocato Niccolò Ghedini. Ma intanto, dal Pdl e' un vero e proprio fuoco di fila quello che si apre contro la decisione del tribunale di Milano: "abnorme", uno "scempio", una "follia", un "esproprio proletario". "Andate giu' pesanti", avrebbe detto ieri Berlusconi a chi dal Pdl si consigliava sui toni usare a commento della decisione.
Del resto, lui stesso ad aprile non aveva esitato a parlare, con riferimento all'ancor più salata sentenza di primo grado, di "una rapina a mano armata". Una rapina che questa mattina il Cavaliere ha visto concretizzarsi nella conferma della condanna in appello.
Una notizia che lo ha messo di umore pessimo, raccontano i pochissimi con cui ha accettato di parlare. Berlusconi si sente "vittima di una violenza", riferiscono. "Come fa a governare un Paese una persona che viene trattata in questo modo?", si sarebbe sfogato, prima di confermare che resta saldamente al suo posto e a levarsi di mezzo, come auspica l'opposizione di centrosinistra, non ci pensa proprio ("Questo episodio non toglierà al premier la serenità necessaria per governare", assicura Angelino Alfano).
Del resto, ad aver "vinto" è Carlo De Benedetti, "la tessera numero uno del Pd". Quindi, protesta più d'uno dal Pdl, la decisione contro la Fininvest ha un sapore tutto politico. Marina Berlusconi non usa mezzi termini: "e' l'ennesimo scandaloso episodio di una forsennata aggressione portata avanti da anni contro mio padre".
Ma lui, il Cavaliere, ai giornalisti sceglie di non consegnare dichiarazioni ufficiali. "Un senso di malumore", racconta il sindaco Bernardino De Rubeis, lo ha indotto ad annullare la visita organizzata per questa mattina a Lampedusa e andarsi a riposare in Sardegna, per non "esibire davanti a mille telecamere un momento non bello".
Ad ogni modo, quello che il premier pensa, trapela in controluce anche dalle dichiarazioni degli uomini a lui vicini. Da parte dei giudici milanesi c'è un accanimento, sostiene tra gli altri l'avvocato Ghedini. Il deputato Pdl parla di una decisione "contro ogni logica processuale e fattuale" e si dice perciò sicuro, come gia' aveva affermato Berlusconi, che "la Corte di Cassazione non potrà che annullare questa incredibile sentenza".
Intanto, i legali Fininvest sperano di ottenere la sospensione dell'esecutività del pagamento dei 560 milioni. Mentre al Senato verrà ripresentata la norma, già inserita nella manovra, che mirava a bloccare l'esecuzione. La disposizione era stata infilata nella finanziaria, ammette Ignazio La Russa, proprio perché era "attesa e scontata" la condanna in appello.
Una decisione che rappresenta, gridano a gran voce dal Pdl, "uno scempio, un atto politico di assoluta gravità, un esproprio proletario, una vendetta". Tanto che Sandro Bondi invoca l'arrivo di "osservatori internazionali".
Dal Pd, però, Rosy Bindi invita a "rispettare" la sentenza. Aggiungendo che è "l'ora che l'Italia sia liberata" da Berlusconi. E' una "anomalia" che "non si dimetta", afferma Antonio Di Pietro. Mentre l'Idv stigmatizza la "canea eversiva" del Pdl contro i giudici.