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Riepilogo generale della mattina dei lavori del Consiglio regionale della Sardegna.

La seduta si è aperta sotto la presidenza della presidente Claudia Lombardo che ha invita l’assemblea ad esaminare il punto all’ordine del giorno, l’articolo 21 (Proroga termini opere pubbliche) del disegno di legge 222/A. Il primo intervento è stato quello dell’on. Chicco Porcu (Pd) che ha stigmatizzato l’ennesima assenza del presidente Cappellacci, sottolineando lo scarso livello di fiducia in tutto quello che riguarda la progettazione e la programmazione regionale. L’on. Porcu ha quindi chiesto di poter firmare l’emendamento di sintesi 86 e di ritirare il n.69. “Noi – ha chiarito  - siamo tra quelli che sostengono e chiedono che quando gli stanziamenti non si trasformano nei tempi dovuti, devono essere riprogrammati”. Secondo il consigliere del Pd, quando i tempi di spesa eccessivamente lunghi sono legati a ritardi della stessa amministrazione pubblica occorre intervenire con una “riforma seria e non con una leggina”. Ma non si può ignorare – ha aggiunto – che esista anche un problema legato al patto di stabilità. “Che resta aperto e, credo, lo tratteremo in una mozione che sarà discussa dall’aula nei prossimi giorni”. Perché – ha concluso – rappresenta un “tappo alla spesa, che crea un solco tra gli stanziamenti di bilancio e la possibilità effettiva di spese di un miliardo all’anno”.

Per Gian Valerio Sanna (Pd) la partita della programmazione negoziata “è andata a pallino”, perché – ha spiegato - i finanziamenti a essa destinati sono stati drenati altrove. “Con l’articolo 21 stiamo dicendo che in ragione di esigenze, anche valide, mettiamo la parola fine al processo di definanziamento di opere pubbliche che non si concludono mai. In questo modo, stiamo mandando a gambe all’aria la scelta di risanare il bilancio”. In un momento in cui “siamo alla bancarotta” - ha continuato Sanna - si rimette in gioco la partita dei residui ma si mantengono i debiti. Il consigliere del Pd si è appellato al senso di responsabilità delle opposizioni, “che abbiamo la naturale aspirazione a governare”, di mantenere l’impegno del risanamento del bilancio.

L’on. Luciano Uras (Sel -  Comunisti - Indipendentistas) ha esordito parlando di una tragedia che non ha fine, in riferimento alla trattativa con il governo nazionale sui trasporti regionali. “Sul tavolo della trattativa è un prendere o lasciare – ha sostenuto -. O ci affidiamo a un oligopolio a cui chiedere il permesso di spostarci dalla Sardegna, subendo le tariffe e i costi già gravi e pesanti decisi da alcuni per tutti noi, oppure la partita delle entrate muore. Due alternative strane – ha continuato - : prendere una cosa che ci vogliono comunque affibbiare, in cambio di una cosa che non ci verrà mai data, e l’assessore di Bilancio lo sa”. Il consigliere di Sel si è quindi scagliato contro il presidente della regione, definendo Cappellacci “uccel di bosco” e criticandone la scelta di “propagandare gli interventi della regione” sui trasporti e poi “scomparire quando il governo decide in modo contrario agli interessi dei sardi”.

Uras ha chiesto la convocazione immediata di una conferenza dei capigruppo per rivedere l’ordine del giorno, e sollecitare il presidente della regione a venire in aula a dare una spiegazione.

La presidente Lombardo ha precisato di avere intenzione di convocare una conferenza dei capigruppo per le ore 15.30.

A prendere la parola poi l’on. Franco Sabatini (Pd) che si è soffermato sul tema della lentezza della spesa. “La regione non riesce a spendere le risorse, ci sono esempi di tempi lunghissimi per mettere in campo i finanziamenti assegnati agli enti”. Questo secondo Sabatini ha causato l’accumulo di “una montagna di residui determinati da stanziamenti fermi da anni alla Regione e nei Comuni”. “Proprio per affrontare la questione dei residui si era deciso di definanziare una serie di opere – ha spiegato il consigliere dei Democratici - attraverso la legge 14, per abbattere i residui oltre e per mettere in moto il lavoro di alleggerimento burocratico e facilitazione della spesa”. Per Sabatini quello degli appalti delle opere immediatamente cantierabili che doveva essere uno strumento utile a questi scopi si è invece rivelato impraticabile a causa di procedure complicatissime. “Sono critico sull’articolo 21 – ha dichiarato il consigliere - perché dà completa discrezionalità alla giunta regionale sulle priorità delle opere da finanziarie”

Luigi Lotto, Pd, ha concordato con il collega Gian Valerio Sanna: “Qui si parla di proroga di termini per le opere pubbliche ma non si possono recuperare i fondi con approcci discrezionali”. Lotto ha posto però dei dubbi sull’efficacia della scelta di far tornare i fondi già assegnati agli enti locali: “Sono convinto  che le inefficienze stanno in molti apparati dell’amministrazione pubblica e di queste pagano le conseguenze solo coloro a cui i finanziamenti sono destinati – ha affermato Lotto -  Credo che il rimedio non sia una delegiferazione, tornando indietro su scelte fatte in passato, ma che vada fatto ogni sforzo perché i fondi disponibili per opere già finanziate vadano in porto”. Lotto ha posto l’accento sull’importanza di far sì che i Comuni siano messi in condizione  di realizzare ciò che è già stato finanziato: “Non recuperiamo sulle spalle della amministrazioni locali anche le nostre colpe”.

Nanni Campus, Pdl, è intervenuto per richiamare l’attenzione sull’emendamento di sintesi 86 firmato da esponenti di molti gruppi politici: “Un testo vago che produce poca chiarezza e rischia di rovinare una cosa buona”. Giorgio Cugusi, Sel-Comunisti-Indipendentistas, ha messo in dubbio l’intero sistema delle opere pubbliche: “Si potrebbe pensare a uno sportello unico per le opere pubbliche, questo potrebbe tagliare i tempi della burocrazia”.

Ha preso la parola poi il capogruppo del Pd Mario Bruno per porre una questione sospensiva. Bruno, ricollegandosi all’intervento di Luciano Uras, capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas che aveva chiesto la convocazione di una conferenza dei capigruppo per rivedere l’ordine dei lavori dell’Aula, ha ribadito la richiesta sulla base della “necessità urgente di affrontare le questioni di attualità relative al tavolo dei trasporti: “Il nostro ordine del giorno non tiene conto delle urgenze della Sardegna, chiediamo di interrompere i lavori sul Collegato per discutere immediatamente la mozione 133, primo firmatario Mario Bruno, “sulla necessità inderogabile di dare attuazione al regime finanziario regionale nel rispetto dell'autonomia e della specialità della Regione e sull'attivazione immediata del conflitto di attribuzioni con lo Stato”. La presidente Lombardo ha poi chiesto all’Aula di votare sulla questione posta dall’on. Bruno, che è stata respinta. L’Aula ha dunque proseguito i lavori sul Dl 222 con l’esame dell’articolo 21. (MP)

Per Adriano Salis (Idv) una modifica dell’ordine del giorno è “necessaria, urgente e inderogabile”. Sull’articolo 21 il capogruppo dell’Idv ha espresso l’auspicio che insieme alla proroga ci sia anche un’attenta analisi sulle cause “che ci obbligano a continue proroghe nei lavori pubblici”. Anche se l’on. Salis ha chiarito che il tema di oggi è che “occorre porre un serio stop ai ricatti del governo nazionale sul tema delle entrate e sull’acquisizione, da parte dei privati, delle rotte da e per la Sardegna”. E spetta al presidente della regione, ha concluso, recuperare la capacità di iniziativa e reazione per difendere gli interessi dell’Isola.

Dopo aver dato la parola al relatore per esprimere il parere sugli emendamenti, la presidente Lombardo ha messo in votazione l’emendamento 5 uguale al 52 che sopprime l’articolo 21. Con 63 voti favorevoli e un astenuto, l’Aula ha approvato l’emendamento.

Si è aperta la discussione sull’emendamento aggiuntivo 4 (Stochino e più) per cui “il termine di 180 giorni previsto dall’art.3 comma 1 della l.r. n. 28/1985 come modificato dall’art.5 della l.r. 2/2000 viene prorogato a 365 giorni per fronteggiare le spese della calamità naturale verificata nell’ottobre 2010”. Franco Mula (Riformatori sardi - Liberaldemocratici) ha proposto un emendamento orale che aggiunge dopo le parole nell’ottobre 2010, “e nel novembre 2008”. L’emendamento 4 è stato messo in votazione nella formulazione originaria. Il Consiglio lo ha approvato.

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento di sintesi 86, che proroga al 31 dicembre 2011 il termine di cui al comma 9 dell’art.1 della legge regionale 1/2011, quando riferito ad opere pubbliche per le quali le procedure di appalto hanno subito ritardi a seguito delle tempistiche necessarie all’acquisizione di autorizzazioni, pareri e nulla osta. L’on. Mario Diana (Pdl) ha proposto un emendamento orale che aggiunge la specificazione: limitatamente alle autorizzazioni di spesa di opere pubbliche il cui non utilizzo è dipeso dai mancati pareri dell’amministrazione regionale e statale.

L’on. Giuseppe Luigi Cucca (Pd) ha chiesto una breve sospensione per valutare la “portata” dell’emendamento orale. La presidente Lombardo ha interrotto i lavori. Alla ripresa, l’aula ha espresso il suo accordo alla proposta di emendamento di Diana. Si è passati alle dichiarazioni di voto.Luciano Uras ha espresso il voto favorevole all’emendamento, perché “permette di recuperare sei mesi di attività”. Ha quindi ribadito l’importanza di risanare il bilancio regionale, precisando che resta un “compito da svolgere con il massimo impegno”. L’on. Giulio Steri (Udc-Fli) ha espresso la sua condivisione con le osservazioni dell’on. Uras, e dichiarato il voto favorevole del suo gruppo. L’on. Salis (Idv) ha dichiarato di comprendere le motivazioni dell’emendamento 86 e anche di quello orale però – ha aggiunto – “come Idv, annuncio in aula che questa è l’ultima proroga dei termini che votiamo. Perché – ha spiegato - bisogna dare un termine se vogliamo fare una battaglia seria sui residui e poter spendere i soldi che abbiamo in bilancio”. Pietro Cocco (Pd) ha dichiarato di sostenere l’emendamento perché si occupa di “un problema concreto che riguarda molti comuni della Sardegna”. Per Franco Cuccureddu (gruppo Misto) bisogna intervenire a tagliare i residui con norme di natura sostanziale e procedurale, “se vogliamo essere”. La presidente ha messo in  votazione l’emendamento 86 con voto elettronico palese. L’emendamento è stato approvato con 60 voti  favorevoli e 4 astenuti.

Successivamente l’assemblea ha votato l’emendamento n° 81, con il seguente esito: favorevoli 26, contrari 38, astenuti 2. Il consiglio non approva. Respinto anche l’emendamento n° 76, con il seguente esito dello scrutinio: favorevoli 6, contrari 58, astenuti 2. Il consiglio non approva.

Proseguendo nell’ordine del giorno, l’aula è passata all’esame dell’art. art. 21 bis della legge, approvato con il seguente esito: favorevoli 46, contrari 20, astenuti 2. Il consiglio approva.

La Presidente Lombardo ha quindi aperto la discussione sull’art. 21/ter

Gianvalerio Sanna (Pd) ha affermato che con l’articolo si fa “un tentativo di recuperare soldi da re immettere nel sistena, soldi peraltro virtuali in buona parte. Infatti, nel 2011 le opere previste non saranno certamente realizzate e le risorse finiranno fra i residui.” Con un nostro emendamento, ha proseguito esponente del Pd, “si potrebbero assegnare i fondi ai comuni, comprese le unioni di enti locali, senza costringere le amministrazioni a fare variazioni di bilancio, anche per le variazioni intervenute nello stesso fondo unico; così riusciremo ad ottimizzare una spesa di circa 20 milioni che i comuni, inoltre, potrebbero utilizzare senza vincoli di destinazione”.

Ha assunto la presidenza dell’assemblea il vice Presidente on. Giuseppe Luigi Cucca.

Angelo Stochino (Pdl) ha ricordato in apertura che molte indicazioni dell’on. Gianvalerio Sanna sono state recepite all’interno di un emendamento che sarà sottoposto all’aula. Successivamente si è soffermato su un suo emendamento, poi ritirato dopo le interlocuzioni con l’Assessore della Programmazione La Spisa, che la scopo di “abbreviare tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle aziende, ora eccessivamente lunghi e dannosi per le imprese ostacolate nelle lungaggini dei rapporti fra amministrazione regionale, enti locali e fornitori”. Mediamente, ha sintetizzato “passano circa 7 mesi, tempi insostenibili e peraltro vietati dalla legge che fissa un tetto di 60 giorni. Il nuovo sistema che abbiamo ipotizzato permette ai comuni di chiedere alla regione la cessione del credito consentendo alla banca di effettuare una anticipazione. L’operazione matura interessi, per circa 2 milioni nell’arco di 12 mesi, ma consente la movimentazione di circa 100 milioni di euro”. Ha auspicato infine un sollecito intervento in tal senso da parte della giunta regionale.

Adriano Salis, capogruppo dell’Idv, ha richiamato l’attenzione dell’aula sulla sua richiesta di scrutinio segreto sull’emendamento n° 63, relativo alle unioni dei comuni.

Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha definito l’articolo 21/ter “un po’ confuso”. E la confusione, ha precisato, “nasce perché nessuno sa dov’è il Presidente della Regione, che doveva guidarci nella vertenza con lo Stato. Saremo costretti a fare una dichiarazione di dimissioni presunte. E’ importante, invece, che risponda al popolo sardo “sui grandi problemi della Sardegna come la vertenza entrate, i trasporti marittimi, la revisione del patto di stabilità, le ricadute della manovra finanziaria sulla regione.”

Ha riassunto la presidenza la Presidente Lombardo

Successivamente, la Presidente ha messo in votazione a scrutinio segreto l’emendamento n° 54, soppressivo totale dell’art. 21/ter. Il voto ha dato il seguente esito: favorevoli 37, contrari 29, astenuti 1. Il consiglio non approva ed essendo stato soppresso l’intero articolo, decadono gli emendamenti ad esso collegati.

Viene chiamata quindi la discussione dell’emendamento aggiuntivo n° 26.

L’on. Giuseppe Luigi Cucca (Pd), illustrandone il contenuto, ha dichiarato che “si tratta di mettere in sicurezza la strada che collega la periferia di Nuoro con l’Ogliastra, una strada che una semplice pioggia rende del tutto impraticabile. Solo per caso, recentemente, non c’è scappato il morto, grazie alla generosità di due giovani che sono riusciti a salvare una donna in difficoltà”.

Uras, capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas, ha manifestato il suo voto favorevole, esprimendo ironicamente “sconcerto per l’ennesimo tonfo della maggioranza su un testo proposto dalla giunta”.

La Presidente ha quindi messo in votazione l’emendamento con il seguente esito: favorevoli 27, contrari 35, astenuti 5. Il consiglio non approva.

La presidente ha poi messo in votazione gli emendamenti trasferiti dall’articolo 18.

L’emendamento 85, che sostituiva integralmente l’emendamento 66, a firma Mula e più riguardava interventi di edilizia abitativa agevolata nel Comune di La Maddalena per gli alloggi, già in uso al ministero della Difesa.

Il capogruppo del Pd Mario Bruno, ha annunciato il suo voto contrario spiegando che a suo parere “essendoci un tavolo aperto con il Comune e un piano già delineato, sarebbe opportuno lasciare fare a loro, non intervenire in deroga attraverso piani spot”. L’emendamento è stato respinto.

L’emendamento 82 riguarda il trasferimento a prezzo simbolico dalla Regione al Comune di Sant’Anna Arresi del complesso immobiliare “Batteria Candiani”. A favore di questo emendamento si sono espressi il primo firmatario Paolo Dessì (Psd’Az), Gian Valerio Sanna (Pd), Pietro Cocco (Pd), Luciano Uras, capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas, Adriano Salis, capogruppo Idv. Il Consiglio ha approvato l’emendamento con 61 voti favorevoli e 2 astenuti.

L’emendamento 71, dal quale Mario Bruno ha tolto la firma, presentato da Chicco Porcu è stato respinto con 37 voti contrari, 19 favorevoli e 2 astenuti. 

Si è aperta la discussione generale sull’emendamento 87 sostitutivo totale dell’emendamento 21. L’emendamento è stato illustrato dall’on. Giorgio Cugusi (Sel – Comunisti – Indipendentistas) che ha spiegato si tratta di un provvedimento a favore di “alcune decine di famiglie che sono a rischio di sfratto per morosità”. La proposta è che i canoni concordati per l’edilizia residenziale pubblica siano ridotti del 50% per il prossimo biennio. “Lo sfratto e la sistemazione delle famiglie – ha spiegato il consigliere di Sel - avrebbero un costo  molto maggiore dei 250 mila euro che abbiamo preventivato per questo intervento”.

Messo in votazione, l’emendamento 87 non è stato approvato con 34 voti contro, 24 a favore e tre astensioni.

Si è passati quindi alla votazione dell’emendamento 21, che non è stato approvato.

La presidente Lombardo ha aperto la discussione generale sull’articolo 21  quater (Disposizioni conseguenti all’interruzione della procedura di liquidazione dell’Esaf).

Il primo a intervenire è stato Luciano Uras (Sel - comunisti –Indipendentistas). Che ha esordito esprimendo la propria perplessità sulla scelta del centrodestra di bocciare l’emendamento 86. Nel collegato - ha dichiarato - ci avete proposto di finanziare i mutui dei lavoratori che si ritrovavano in cassa integrazione e mobilità. E se ci sono lavoratori più sfortunati perché una casa non ce l’anno, devono invece subire uno sfratto?”  ha domandato. In merito al dibattito in aula, ha precisato che se si discuterà la vertenza entrate la presenza del presidente della regione sarà ritenuta imprescindibile. “Deve stare qui – ha detto riferendosi a Cappellacci - e rispondere di ciò che non fa da mesi e da anni. Io annuncio sin da ora  - ha concluso - che non parteciperò ai lavori del consiglio se il presidente non verrà a rispondere alle nostre domande” Il capogruppo dell’Idv Adriano Salis si è detto preoccupato e addolorato dalla bocciatura dell’emendamento 87, ricordando, come già fatto da Uras, del sostegno dato dalla giunta ai lavoratori in difficoltà nell’estinzione dei mutui. Questo - ha detto - non era un emendamento manifesto. Pensavo fosse stata accolta l’urgenza di intervenire a sostengo di famiglie che vivono uno stato di difficoltà e disagio. A Gian Valerio Sanna (Pd) non pare casuale l’assenza di forza politica della maggioranza, ma un dato politico “enorme”. Dimostrato – ha aggiunto - da tutte le volte che questa maggioranza è andata sotto in questi ultimi mesi, persino a voto palese. Ha poi aggiunto, ironicamente, di auspicare che la  coalizione riesca a trovare unità, anche con il gruppo dei Riformatori, definiti i “peggiori conservatori. Sull’articolo in discussione  Sanna ha espresso un severo giudizio, definendolo inutile in un momento del genere.

La presidente Lombardo ha dato la parola al relatore e alla giunta per esprimere il parere sugli emendamenti. Messo in votazione, l’emendamento 57 (che sopprime l’articolo 21 quater) è stato bocciato con 32 voti contrari, 24 favorevoli e due astenuti.

Approvato, invece, con 58 voti favorevoli e due astenuti, l’emendamento 20 uguale al 61, che sopprime il comma 4 dell’articolo 21 quater. 

Messo in votazione, il testo dell’articolo 21 quater è stato approvato.

L’assemblea ha proceduto quindi all’esame dell’art. 21 quinquies

Chicco Porcu (Pd) ha afferma che questa legge non sarà ricordata né per la qualità né per la compattezza della maggioranza. Sarà ricordata, invece, “per l’assenza dei Riformatori, nonostante il proponente sia un Assessore espressione di quella forza politica. L’opposizione, ha proseguito, ha provato a migliorare il testo, che però ha mantenuto la sua inconsistenza per il rifiuto della maggioranza di accettare un confronto sul merito delle proposte. Ha rimarcato infine che l’assenza del Presidente Cappellacci è ormai “una presa di distanze di tipo politico da un consiglio sempre più ingovernabile.

Carlo Sechi (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha dichiarato che questa legge non soddisfa nessuno, nemmeno la maggioranza, perché non dà risposte a nessun vero problema della Sardegna, nemmeno a quelli di tanti cittadini che non hanno una casa o rischiano di essere messi sulla strada. La cosa più sconcertante, a suo giudizio, è l’assenza del Presidente, che sta venendo meno alla sua responsabilità; se ne hanno notizie solo attraverso la stampa, ma questo non assolve il governo regionale che lascia ai sardi un conto pesantissimo da pagare. Stasera, ha concluso, come potremo parlare della vertenza entrate? Sarà una discussione vuota; doveva essere il primo problema da risolvere ed è diventato un argomento marginale.

Il capogruppo del Pd on. Mario Bruno, rivolto all’Assessore Sannittu ha affermato che “un tempo ci si dimetteva per molto meno, dopo essere andati sotto per quattro volte, e l’abbandono dell’aula da parte del suo gruppo. C’è un problema aperto, che in altri tempi si chiamava crisi, con un presidente che non riesce a tenere insieme la coalizione e non riesce a governare la Sardegna. A cosa serve questa legge? Si è chiesto Bruno. È una domanda che si potrebbe estendere a tutta la legislatura, che avrà ben poche cose da inserire all’attivo del suo bilancio. Fuori dal palazzo sta crollando tutto: il disavanzo della sanità, la sorte di Abbanoa, la manovra del governo, che per giunta ricatta la regione con la vertenza entrate e la Tirrenia.”

Non essendoci altri iscritti a parlare, la Presidente ha messo in votazione il testo dell’art. 21 quinquies con il seguente esito: favorevoli 33, contrari 26, astenuti 1. Il consiglio non approva. 

Per dichiarazione di voto sulla votazione finale della legge è intervenuto il capogruppo dell’Idv, Adriano Salis: Abbiamo tentato di svolgere il nostro ruolo di legislatori, ma non è questo il compito più difficile che ci aspetta, la Sardegna sta prendendo fuoco e nelle prossime settimane ci saranno movimenti di protesta da molte parti. In questa situazione la politica dovrebbe essere capace di esprimere il massimo delle sue capacità mentre invece siamo in una situazione deprimente e ci si impantana nella discussione di una leggina senza importanza. Per Salis la maggioranza è lacerata, da qui l’appello all’assessore alla Programmazione La Spisa affinché la giunta trovi una linea politica per affrontare compiutamente i problemi veri della regione.

Anche Luciano Uras, capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas ha espresso il suo voto contrario alla legge, definendola “insoddisfacente sotto ogni punto di vista. Per Uras la normativa è utile solo a mantenere un po’ di dotazione finanziaria per le amministrazioni locali che sono già segnate dalla crisi”. Anche Giorgio Cugusi, Sel-Comunisti-Indipendentistas, e Luigi Lotto, Pd, hanno espresso il proprio voto contrario.

La legge è stata approvata con 35 voti favorevoli, 25 contrari e 1 astenuto.

La presidente Claudia Lombardo, dopo aver annunciato la convocazione della Commissione di inchiesta sulla mancata applicazione delle leggi regionali, prevista per questo pomeriggio, ha convocato la conferenza dei capigruppo per le 15.30 e ha aggiornato i  lavori dell’Aula per questo pomeriggio alle 16.30.  Red