“Il progetto per la realizzazione di un impianto di bio-masse a Buddusò dovrebbe essere sottoposto ad ulteriori verifiche industriali ed ambientali, assicurando il rispetto della volontà popolare espressa dal referendum del gennaio scorso”.
Lo sostiene, in una interpellanza, il consigliere regionale del Psd’Az Efisio Planetta secondo le quale le verifiche da parte della regione appaiono quanto mai “necessarie”. In primo luogo, ha sottolineato fra l’altro l’esponente sardista, perché il progetto non contiene un “piano per lo smaltimento delle ceneri, che lo stabilimento dovrebbe produrre in quantità ingente, dai 3 ai 5 quintali l’ora”. Non è un caso, per quanto riguarda questo aspetto, che la stessa società (la Agripower Buddusò Srl, partecipata al 91% dalla Agripower e per la resta quota da una controlla della Deutsche Bank con sede in Gran Bretagna), sta realizzando un impianto di caratteristiche analoghe e con identiche carenze nelle Marche, a Schieppe di Orciano in provincia di Pesaro, nonostante il pronunciamento contrario della popolazione locale attraverso un referendum promosso da un comitato di cittadini.
L’impianto quindi, afferma ancora l’on. Planetta, nasce con una grande lacuna che giustifica la forti preoccupazioni della comunità buddusoina, per un impianto che impatterebbe in modo molto pesante sul suo territorio: “il sito industriale si dovrebbe estendere in un’area di 5 ettari a soli 2 Km dal centro abitato e restare in funzione 24 ore su 24, bruciando cippati (legni tritati) e paglie prelevati nel territorio circostante, in un raggio di 70 Kilometri. In altre parole, non è stata fornita alcuna garanzia sullo smaltimento degli scarti di lavorazione rendendo concreto il rischio di una elevatissima diffusione nell’ambiente di polveri sottili altamente inquinanti e pericolose per la salute. Non solo, in considerazione di una normale valutazione di impatto ambientale, va considerato anche il fatto che il comune di Buddusò si appresta ad ospitare sul suo territorio un parco eolico di grandi dimensioni.”
Queste ed altre considerazioni, con particolare riferimento alle ricadute occupazionali ancora in buona parte indefinite per l’impianto Agripower “a regime” hanno spinto oltre il 60% della popolazione di Buddusò, conclude l’on. Planetta, “a pronunciarsi contro la realizzazione del progetto sul quale, a prescindere dalle problematiche strettamente giuridico-amministrative, ritengo che la Regione debba svolgere ulteriori verifiche ed approfondimenti. Anche perché non vorremmo che in Sardegna, terra purtroppo non nuova ad episodi di speculazione e colonizzazione energetica, si ripetesse quanto accaduto nelle Marche dove la Regione, a fronte della consultazione della popolazione interessata, ha consentito la prosecuzione del progetto senza curarsi affatto della volontà espressa dai suoi cittadini”.Red-com