Dovrebbe arrivare oggi la replica di Silvio Berlusconi (ma potrebbe anche non fare nulla) alla lettera con la quale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sollevato ieri la questione dei ministeri al Nord, lettera che contiene "rilievi e motivi di preoccupazione - ha fatto sapere il Quirinale - sul tema, oggetto di ampio dibattito, del decentramento delle sedi dei ministeri sul territorio".
Come sottolineano diversi quotidiani, nella serata di ieri il portavoce del premier Paolo Bonaiuti ha precisato che Berlusconi ha letto "con attenzione e rispetto" la missiva del Colle, lasciando intendere che potrebbe puntualizzare la posizione del Governo in giornata. Ma è chiaro a tutti il malumore del capo del Governo, che teme di essere costretto dal Quirinale a rompere la fragile tregua con la Lega dopo gli scontri sul caso di Alfonso Papa, il deputato del Pdl per il quale il Carroccio ha votato l'autorizzazione all'arresto. Dalla Lega Nord, intanto, segnali di crescente irritazione per l'irrituale presa di posizione di Napolitano.
"A fine marzo il presidente è venuto in visita qui a Varese e ha ribadito quanto è andato sostenendo per mesi in giro per l'Italia: l'assoluta necessità di procedere con le riforme, di attuare un federalismo vero, di avviare un maggiore decentramento", dice sbigottito al Corriere della Sera il sindaco leghista di Varese, Attilio Fontana. E spiega: "Monza è un evento simbolico, il primo passo verso quel benedetto processo di federalismo di cui tutti parlano ma che nessuno, evidentemente, vuole realizzare". Se esiste una divaricazione tra la politica e la gente è perché, secondo Fontana, "a parte il lavoro degli enti locali e dei sindaci, non esiste relazione tra le esigenze dei cittadini e gli incarichi altisonanti di governo e partiti". "I ministri vivono chiusi nei bellissimi palazzi romani ma sono lontani dal mondo reale".
"Lo stupore di Napolitano mi stupisce, se tre quarti dei parlamentari hanno deciso che il federalismo è la cosa giusta per il Paese allora è del tutto normale che i ministeri abbiano delle sedi di rappresentanza sul territorio", gli fa eco Matteo Salvini, eurodeputato della Lega, intervistato da La Repubblica.
"Se Napolitano è preoccupato perché apriamo tre uffici a Monza -aggiunge- allora quando l'Italia diventerà una Repubblica federale cosa farà? Si frusterà su pubblica piazza? Francamente non lo capisco e oltretutto stiamo parlando di qualcosa di simbolico perché io da milanese più che per le sedi dei ministeri lotto per avere indietro i miei soldi: spero che Napolitano non esprima preoccupazioni anche su questo".