Calano sensibilmente le presenze negli agriturismo sardi rispetto allo scorso anno. Questo vale sia per le strutture che offrono sia la mezza pensione che la formula B&B.
Sono soprattutto gli operatori delle zone interne che puntano a valorizzare le tradizioni popolari, gli usi e costumi dell’isola, a lamentare una diminuzione dei turisti, con particolare riferimento alla provincia di Nuoro dove si sfiora un meno 70%.
Nonostate il mare rimanga l’attrattiva principale della Sardegna, anche le zone costiere non sono state risparmiate dalla crisi, che ha fatto registrate una contrazione del 30- 40% nel numero di presenze.
E’ quanto emerge da un’indagine condotta da Agriturist, l’associazione di Confagricoltura su un campione di 50 aziende associate, da cui emerge che il caro dei traghetti ha pesantemente inciso sulle prenotazioni che o sono state cancellate del tutto o anticipate da agosto a luglio. L’isola diventa dunque una meta sempre meno appetibile per gli italiani, perché sempre più proibitiva per gli elevati costi.
Si mantengono invece costanti gli arrivi dei turisti stranieri, incentivati soprattutto dai voli low cost che si confermano l’antidoto anticrisi.
Si mantengono stabili, sia per indotto che per numero di prenotazioni, le strutture che hanno saputo ritagliarsi un mercato di nicchia, magari legato a particolari attività sportive come ad esempio il golf e l’equitazione, sempre più apprezzati.
Il monitoraggio di Agriturist evidenzia anche una riduzione del tempo di permanenza. Se infatti sino a qualche anno fa le vacanze in agriturismo duravano in media tre settimane, oggi sono ridotte a dieci giorni e in alcuni casi anche solo a 2 o 3 giorni.
Gli agriturismo sono sempre più spesso un punto di appoggio “ mordi e fuggi” per motociclisti e per turisti itineranti, che noleggiano un’auto per potersi spostare.Com