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Due giovani siciliani arrestati dagli agenti della Polizia di Stato per truffa aggravata, danneggiamento aggravato e resistenza a P.U. in concorso

Il personale della Polizia di Stato di Cagliari, hanno arrestato per truffa aggravata, danneggiamento aggravato e resistenza a Pubblico Ufficiale in concorso tra loro,  Michele Restivo, di 25 anni, nato a Prato ma residente ad Adrano (CT) e Vincenzo Restivo, di 23 anni, nato a Poggibonsi (SI) ma residente ad Adrano (CT), entrambi con numerosi precedenti di polizia.

Alle ore 13:30 circa è giunta una telefonata sulla linea 113 con la quale si segnalava che in Via Montecassino due giovani a bordo di un’autovettura di colore bianco chiedevano insistentemente soldi ad una donna, anche lei bordo della sua auto la quale era ritenuta responsabile dai due fratelli di aver danneggiato lo specchietto retrovisore della loro auto.

La “Volante 1” che pattugliava la zona di Pirri ha raggiunto pochi istanti dopo il luogo segnalato dove gli operatori prendevano contatto con le due donne. La prima era la richiedente mentre la seconda era la vittima prescelta per la truffa.

Infatti, dal racconto fornito dalla stessa vittima, è emerso che mentre percorreva la Via Tamburino Sardo ha sentito un forte rumore come di un urto provenire dalla parte destra della propria vettura. Ma nonostante tutto ha proseguito la marcia e quando ha raggiunto Via Montecassino si è accorta, guardando dallo specchietto retrovisore, che un’autovettura di colore bianco con l’uso degli abbaglianti faceva capire fermarsi ed accostare.

A questo punto la conducente ha fermato la marcia ed è stata avvicinata da due giovani che le hanno fatto vedere il danneggiamento causato poco prima cioè, la rottura dello specchietto retrovisore lato guida ed una vistosa strisciata nera sulla fiancata della loro macchina. Quindi per il danno hanno chiesto 120 euro come indennizzo.

La vittima a questo punto ha riferito di non avere la disponibilità della somma richiesta e che aveva solo 20 euro. I giovani proponevano quindi alla donna di recarsi al bancomat più vicino e prelevare la somma richiesta ma visto che anche questo tentativo non andava a buon fine prendevano i 20 euro e si sono allontanati velocemente dalla via pochi istanti prima dell’arrivo della Volante.

L’episodio però ha attratto la curiosità di un’altra donna, quella che aveva chiesto l’intervento della Polizia, che durante lo svolgimento della trattativa aveva chiamato il 113 perché insospettita dalla situazione in quanto era a conoscenza per aver letto sulla stampa locale e sui social network delle truffe operate contro ignari  automobilisti.

Dopo avere acquisito ogni elemento utile, l’equipaggio della Volante si è messo alla ricerca dell’autovettura che dopo poco tempo è stata notata in via dei Tigli. A questo punto, senza mai farsi notare, hanno seguito i due ragazzi che si sono poi fermati nel quartiere di Is Mirrionis e da un rapido controllo al Ced è emerso che l’autovettura era intestata a Michele Restivo, pluripregiudicato già conosciuto alle forze dell’ordine per i precedenti specifici in quanto specializzato nelle truffe.

Gli agenti sono in seguito nascosti nei pressi dell’auto in attesa dei due giovani che sono giunti pochi minuti dopo e quando cercavano di salire a bordo dell’auto sono stati bloccati ma non prima di aver opposto resistenza ed ingaggiando con i poliziotti una breve colluttazione che è finita quasi subito e i giovani sono stati ammanettati.

A questo punto sono stati portati negli uffici della Questura dove sono stati ufficialmente identificati e dichiarati in arresto. Subito dopo sono stati rinchiusi nelle camere di sicurezza della Questura stessa, in attesa della convalida del provvedimento.

In merito all’episodio, il personale della Polstato mette in evidenza che la spiccata attitudine criminale dei fratelli Restivo, lo sprezzo e la totale indifferenza verso le persone più deboli, donne ed anziani, soggetti ed obiettivi dei loro crimini, fanno dei due dei veri e propri professionisti della truffa da cui traggono i loro profitti. Il loro modus operandi prevede di colpire la carrozzeria delle auto delle ignare vittime con degli oggetti, per esempio un sasso, per simulare un urto che poi viene indicato dagli stessi truffatori come sinistro stradale da risarcire.

Sono prova degli episodi criminosi le numerose denunce ed arresti a carico dei due, ultimo in ordine di tempo quello del 14 agosto 2011 in Capoterra a carico di Vincenzo Restivo..