In un'intervista telefonica al network televisivo 'Cnn' lo stesso Saadi, noto in Italia per aver tentato brevemente e senza troppo fortuna la carriera di calciatore in serie A, ha affermato che il tono "aggressivo" di un discorso, pronunciato il 31 agosto scorso da Saif al-Islam davanti alle telecamere dell'emittente siriana 'Arrai Oruba', ha provocato la rottura delle trattative, aprendo la via a una offensiva finale dei ribelli contro le città ancora schierate con il passato regime.
In quell'occasione il secondogenito del Colonnello dichiarò che "la resistenza continua e la vittoria è vicina", anche perché "ventimila uomini in armi sono pronti" a combattere al fianco della sua famiglia e "se gli insorti pensano che a Sirte sarà una passeggiata, vengano pure". Saif al-Islam aggiunse che lui e Ghedafi erano "a Tripoli" e che stavano "bene". Quando a Saadi è stato chiesto dove sia attualmente, lui ha risposto di trovarsi "un po' fuori" da Bani Walid, aggiungendo peraltro di spostarsi in continuazione. Poi ha assicurato di non aver più visto ne il padre ne il fratello da circa due mesi. Il terzo figlio di Gheddafi ha sottolineato, infine, di sentirsi "neutrale" rispetto al conflitto, precisando però di rimanere sempre pronto a "dare una mano per negoziare un cessate-il-fuoco".
Nei giorni scorsi si era vociferato che Saadi stesse trattando la resa e intendesse passare dalla parte degli insorti, ma l'interessato aveva in seguito smentito.