Aumentano le chance che a Marco Milanese non tocchi la stessa sorte toccata a luglio al suo collega di partito Alfonso Papa: la Lega ha annunciato infatti che voterà, come il Pdl, contro l'arresto dell'ex braccio destro di Giulio Tremonti, cambiando linea rispetto alla domanda della custodia cautelare dell'ex pm finito invece a Poggioreale proprio con i voti determinanti di gran parte del Carroccio.
Certo, il voto a scrutinio segreto con cui alla Camera si deciderà la sorte del deputato del Pdl accusato dai pm di Napoli di corruzione, rivelazione del segreto di ufficio e associazione a delinquere fa dell'appuntamento di questa mattina comunque un'incognita.
"Non vogliamo fare cadere il governo. Tanto l'inchiesta e il processo vanno avanti lo stesso", ha fatto sapere Umberto Bossi al termine della riunione del gruppo leghista che si è tenuta ieri in serata alla Camera ammettendo tuttavia, forse per la prima volta davanti ai taccuini, che nel Carroccio ci sono due anime, il cerchio magico e i maroniani. Ai cronisti che infatti gli hanno chiesto se non tema che la decisione del no all'arresto possa scontentare la base, ha risposto: "Se lo diciamo assieme io e Maroni vuol dire che abbiamo ragione. La base è sempre con noi, non vi illudete".
Stando alle dichiarazioni ufficiali e, numeri alla mano, dunque Milanese dovrebbe salvarsi, evitando alla maggioranza un incidente che molti nell'opposizione avevano caricato di un significato politico per la tenuta del governo che andava decisamente oltre la semplice decisione sull'esistenza o meno del fumus persecutionis nei confronti dell'ex finanziere. Una mossa per 'spoliticizzare' il voto comunque l'aveva fatta lo stesso Milanese ieri pomeriggio annunciando di essersi autosospeso dal partito e dal gruppo proprio per far sì che la vicenda giudiziaria che lo coinvolge "non venga in alcun modo strumentalizzata ed utilizzata a fini di battaglia politica e che possa nuocere all'azione politica del mio partito".