Doppio blitz delle teste di cuoio francesi per liberare gli ostaggi in mano ai terroristi a Porte De Vincennes e a Dammartin-en-Goele. Quattro ostaggi sono morti, altrettanti agenti di polizia sono rimasti feriti e tre terroristi, i fratelli franco-algerini Kouachi e il sequestratore Amedy Coulibaly, sono stati uccisi. La compagna di Coulibaly, Hayat Boumeddiene è in fuga e ricercata.
Dopo una ricerca che ha impegnato 88mila uomini e dopo otto ore di assedio, sono stati uccisi i due fratelli franco-algerini Kouachi. Erano barricati in una tipografia poco fuori Parigi. Hanno urlato: "Siamo pronti a morire da martiri" e si sono poi lanciati sulle teste di cuoio francesi. Nell'assalto un poliziotto è rimasto ferito mentre l'unico prigioniero, il 27enne Michel Catalano, responsabile della stessa tipografia, è stato liberato ed è salvo. Anche un secondo ostaggio è stato liberato ed è salvo.
Contemporanemante, nel cuore di Parigi, la polizia francese ha dato l'assalto all'altro punto di assedio a Porte de Vincennes, un supermercato ebraico, di alimenti kosher: un altro jihadista, Amedy Coulibaly, armato di due kalashnikov, teneva in ostaggio cinque persone, tra cui un bambino.
Altre trenta persone sono scampate alle furia di Coulibaly perché si sono nascoste in una cella frigorifero. L'uomo si è fatto riconoscere come l'assassino della donna poliziotto avvenuto ieri nella banlieu di Montrouge: "Sapete chi sono! Sapete chi sono!", ha gridato ai poliziotti. Poi ha chiesto che venissero liberati i fratelli Kouachi minacciando di uccidere gli ostaggi. Il sequestratore di Porte de Vincennes ha contattato la redazione di Bfmtv nel pomeriggio e ha detto di essere "sincronizzato" con i fratelli Kouachi dicendo: "A loro Charlie Hebdo, a me i poliziotti". Durante il blitz Coulibaly è stato ucciso mentre una quarta terrorista, Hayat Boumeddiene, sua compagna, è fuggita.
L'autore della sparatoria di Porte De Vincennes, identificato come Amedy Coulibaly, 32enne, sarebbe lo stesso che ieri mattina a Montrouge, con addosso un giubbotto antiproiettile, ha aperto il fuoco su una poliziotta (poi morta) e su un dipendente civile. Per quest'omicidio è ricercata anche la compagna di Coulibaly, Hayat Boumeddiene, di 26 anni. In serata è poi emerso che Coulibaly aveva con sé esplosivi; durante l'assedio ha chiamato persone a lui vicine per chiedere loro di attaccare degli obbiettivi. L'emittente Bfmtv era riuscita a contattare Coulibaly al telefono: l'autore della sparatoria aveva detto di essere di "Daesh", come è conosciuto l'autoproclamato stato islamico nel mondo arabo.
Un religioso vicino allo Stato islamico (Is) ha annunciato durante un sermone a Mosul, in Iraq, che l'organizzazione guidata da Abu Bakr al-Baghdad è la responsabile dell'attacco alla sede di Charlie Hebdo a Parigi.
"Abbiamo iniziato con l'operazione in Francia, per la quale ci assumiamo la responsabilità. Domani saranno la Gran Bretagna, l'America e altri", ha affermato l'imam Abu Saad al-Ansari - citato dall'agenzia Dpa - nella città da mesi sotto il controllo dei jihadisti. "Questo è un messaggio a tutti i paesi che partecipano alla coalizione (internazionale guidata dagli Usa, ndr) che ha ucciso militanti dello Stato islamico", ha sottolineato. Nella serata di venerdì, anche un leader di Al Qaeda in Yemen (conosciuta come Aqap) ha rivendicato l'attentato contro la rivista con un video su youtube: "La Francia smetta di attaccare l'Islam, i suoi simboli e i musulmani o ci saranno nuove operazioni" terroristiche ha detto Harith bin Ghazi al-Nadhari nel video.
I due fratelli Kouachi e Amedy Coulibaly si conoscevano: appartenevano alla stessa cellula jihadista, Buttes-Chaumont, dal nome del parco parigino del XIX arrondissement in cui si radunavano i reclutatori jihadisti per la guerra in Iraq. Con il passare delle ore sono emerse con più chiarezza i legami tra Cherif Kouachi e Coulibaly, coinvolti entrambi nella progettata evasione di Smain Ait Ali Belkacem, il terrorista algerino condannato all'ergastolo per gli attentati del 1995 alla Rer di Parigi. I due, riferiscono i media francesi, sarebbero stati avvistati insieme nel 2010 in occasione di una visita nel Cantal a Djamel Beghal, conosciuto come Abu Hamza, un altro esponente dell'Islam radicale, già condannato a 10 anni per aver pianificato un attentato contro l'ambasciata Usa e Parigi e arrestato nuovamente nel 2010 insieme ad altri 13 proprio con l'accusa di aver pianificato l'evasione di Belkacem. Dal carcere di Rennes, lo stesso Beghal ha fatto sapere tramite il suo avvocato di "non avere niente a che vedere" con gli attacchi in corso. Proprio oggi, Abu Hamza è stato condannato all'ergastolo negli Stati Uniti.
Durante la fuga i fratelli Kouachi avevano incontrato un commerciante di Dammartin spiegando che non avevano intenzione di uccidere civili. Gli stessi avrebbero anche detto al proprietario della Clio grigia rubata mercoledì che "se i giornalisti fanno domande, devi dire solo che siamo di al-Qaeda in Yemen" come riferisce la radio francese Rtl. L'uomo ha preferito mantenere l'anonimato. "Erano molto calmi e sereni, molto professionali, non nervosi", ha aggiunto.
Alla fine della lunga emergenza terrorismo che ha scosso un Paese intero, un commosso François Hollande ha parlato alla nazione in un discorso sulle emittenti francesi dopo il doppio blitz delle teste di cuoio francesi per liberare gli ostaggi in mano ai terroristi a Porte de Vincennes e a Dammartin-en-Goele. "Saluto il coraggio dei nostri soldati, ma il nostro lavoro non è finito. Mi appello alla vigilanza, all'unità, alla mobilitazione" di tutti i francesi. Anche il ministro dell'Interno francese, Bernard Cazeneuve, ha parlato al termine dei blitz, esortando i francesi a "restare vigili". Poi ha ringraziato le forze dell'ordine "che sono intervenute con controllo, competenza e sangue freddo".