I dati diffusi dal Sole 24 Ore di oggi sono sbagliati: nella tabella pubblicata vengono infatti attribuiti alla Sardegna 273 milioni di euro di accantonamenti fiscali per il 2015, invece quello è il dato della Sicilia, alla quale vengono erroneamente attribuiti i 97 milioni della Sardegna. Questo errore distorce ovviamente le percentuali finali dei tagli riportati dal quotidiano economico, facendo trarre conclusioni completamente sbagliate: per la Sardegna, escludendo la spesa sanitaria, non si tratta certo del 9,1% ma del 3,2%, mentre con la spesa sanitaria arriviamo non al 4,3% ma all'1,5%, a fronte di un taglio alla Sicilia dell'1,8% e al Friuli all'1,7%.
Lo precisa l'assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, sottolineando che "come si può vedere non è assolutamente vero che la Sardegna è fra quelle a statuto speciale la regione più penalizzata d'Italia", che anzi "quei 97 milioni fissati dalla Legge di Stabilità, già quota più bassa in assoluto, diventano in realtà 47 con la restituzione di 50 milioni su 200 all'anno di riserve erariali non vincolate all'abbattimento del debito pubblico, e dunque la percentuale finale dei tagli arriva addirittura allo 0,7%, la più bassa in assoluto".
La Sardegna infatti "è l'unica regione italiana ad aver ottenuto la disponibilità delle riserve erariali, 200 milioni all'anno, non per abbattere il debito pubblico nazionale ma per essere utilizzati in Sardegna, esattamente come richiesto da un ordine del giorno unitario del Consiglio lo scorso 2 ottobre, con i soldi dei sardi che dunque restano ai sardi". I dati corretti, e da tutti consultabili, sono riportati nella tabella a pag. 78 nella Gazzetta Ufficiale del 29 dicembre 2014. "Questo non significa che gli accantonamenti non siano alti: l'abbiamo detto e lo ripetiamo che il governo dovrà rispettare l'impegno a non fare ulteriori tagli", aggiunge Paci.
Secondo il vicepresidente della Regione "un errore materiale pur in un autorevole quotidiano come Il Sole può capitare. Quello che invece non è assolutamente accettabile è l'atteggiamento dell'ex presidente Cappellacci che, invece di verificare fonti ufficiali come la Gazzetta prima di parlare, cavalca immediatamente l'onda della polemica rimediando però alla fine una figuraccia. Resta il dubbio se si tratti di errore o di malafede, e non si sa cosa sia peggio, visto che non è certo la prima volta che Cappellacci attacca alla cieca.
È successo nelle ultime ore anche per i 300 milioni che lo Stato ci ha finalmente riconosciuto come acconto sugli arretrati 2010-2014 della vertenza entrate - ricorda l'assessore della Programmazione - Chi in 5 anni non è riuscito a portare a casa neanche un euro tenta di confondere i termini della questione, sovrapponendo cifre che non c'entrano niente fra loro. Ci vuole coraggio ad attaccare e tentare di demolire un risultato che parla da solo, e a cui i sardi sapranno dare il giusto valore. Stiamo parlando di 300 milioni di euro, soldi veri e immediatamente spendibili, non parole e promesse mai mantenute come accaduto nei cinque anni di governo del centrodestra, soldi che ci permetteranno di pagare debiti e dare sollievo alle categorie più in difficoltà.
Ci ha lasciato proprio lui sulle spalle questa annosa vertenza, e noi lavorando duramente sin dal primo giorno abbiamo ottenuto in soli 9 mesi i primi 300 milioni, e almeno altrettanti ne arriveranno. Lui, zero euro in 5 anni. Questi sono fatti. Il resto, solo parole e polemiche di chi, punito dagli elettori per il malgoverno di cinque anni, dovrebbe quanto meno studiare e informarsi meglio prima di fare dichiarazioni". Com