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Ucraina, Kiev accusa: razzi su Kramatorsk, vittime civili; mosca avverte: “pronti ad escalation”

I ribelli filorussi hanno attaccato con lanci di razzi il quartier generale dell'esercito ucraino e una vicina area residenziale a Kramatorsk, nell'est del paese. A denunciarlo il presidente ucraino Petro Poroshenko. Ci sarebbero morti e feriti, sei le vittime secondo la polizia regionale tra cui una donna.  I ribelli hanno smentito ogni attacco; probabilmente i missili erano diretti alla base militare ma hanno colpito anche un quartiere residenziale. Kramatorsk, vicino Sloviansk, nella regione di Donetsk, era stata riconquistata in estate dalle truppe governative.

Mentre ancora si combatte nell'est sale la tensione anche sul fronte diplomatico. Le speranze di trovare una soluzione alla crisi in ucraina sono affidate al vertice in programma domani a Minsk. Usa E Russia continuano a scambiarsi accuse, l’ultimo affondo è arrivato dal Cremlino. Per il portavoce Dmitri Peskov, l’occidente cerca di destabilizzare la situazione in ucraina con la minaccia di nuove sanzioni e con l’ipotesi di inviare armi. Una posizione dura, lievemente attenuata solo dalla garanzia che “la Russia è veramente interessata a risolvere la crisi”. Secondo il segretario del consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev, se gli stati uniti decideranno di armare l'esercito di Kiev, nel sud-est ucraino ci sarà "un'ulteriore escalation del conflitto" e mosca potrebbe reagire "con strumenti diplomatici". Nel frattempo 600 militari russi hanno iniziato un'esercitazione in Crimea, regione annessa dalla Russia nel marzo scorso dopo un controverso referendum.

Se la via diplomatica dovesse fallire si tratta di una risposta indiretta a Barack Obama, che ieri ha incontrato la cancelliera tedesca angela Merkel e non ha escluso l’invio di armi. Il presidente statunitense ha accusato la Russia di aver “violato tutti gli impegni presi con gli accordi di Minsk, continuando a operare nell'ucraina dell'est, inviando soldati e artiglieria pesante e distruggendo interi villaggi". Pur definendo “improbabile” l’intervento militare, ha anche detto che gli usa sono pronti a fornire armi a Kiev se la via diplomatica dovesse fallire. "noi incoraggiamo la soluzione diplomatica. Bisogna andare avanti con le sanzioni - ha spiegato il presidente americano - ma è vero che ho chiesto al mio team di valutare tutte le opzioni se la diplomazia dovesse fallire e la possibilità di fornire armi letali difensive è una delle opzioni che viene esaminata e valutata".

Proprio per cercare di convincere l’alleato americano a non compiere passi che potrebbero scatenare un’escalation in Europa, Angela Merkel è volata a Washington. Poi, a Ottawa, ha incontrato anche il premier canadese Stephen Harper. "spero che saremo in grado di risolvere questo conflitto per via diplomatica, perché penso che con mezzi militari non possa essere risolto", ha spiegato angela Merkel alla fine del vertice in Canada.

“Siamo sempre stati coerenti nel decidere sanzioni insieme e penso che coordineremo i nostri passi futuri. Metteremo tutto il nostro impegno nella ricerca di una soluzione diplomatica e sono molto grata che sia il presidente americano e il primo ministro canadese ci sostengano in questo sforzo”. Da parte sua, Stephen Harper ha confermato l'impegno nelle trattative, ma ha anche puntato il dito contro la Russia. "sfortunatamente come sapete Vladimir Putin ha rifiutato i mezzi diplomatici: cerca di portare avanti la sua agenda attraverso la violenza militare".